Domenica, 28 aprile 2024 - ore 12.30

Lettera a Giorgio Napolitano | A.De Porti

Caro e stimato Signor Presidente della Repubblica Italiana

| Scritto da Redazione
Lettera a Giorgio Napolitano | A.De Porti

Come Lei forse saprà, visto che ho intrattenuto più di una volta la Sua segreteria particolare, io nutro una assoluta considerazione verso le Istituzioni democratiche dello Stato ed ovviamente anche nei riguardi della Sua persona che, come si vede tutti i giorni,  non deve certo essere esente da fatiche nel mentre si prodiga, come sta facendo Lei, a salvaguardia delle medesime. Tuttavia, vuoi anche perché sono purtroppo abbastanza vicino anche alla Sua età, mi par di poter arrogarmi una presunzione a fronte della quale,  Lei, forse per ragioni di Stato o per l’esigenza di tenerlo coeso in presenza di  tante, troppe conflittualità socio-politiche,  sembra non poter fare nulla: un condannato non può interloquire con il Capo dello Stato, e ciò non solo perché, per legge, esso viene privato dei diritti civili, ma anche perché, per lo stesso motivo,  dovrebbe-potrebbe interloquire con Lei l’intero sistema carcerario. D’accordo, l’art. 22 della Costituzione recita : “Nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome”,  articolo che si applica  per il più famoso condannato d’Italia, ma qui non si tratta di politica, ma di reati contro il patrimonio collettivo attraverso l’evasione fiscale ! Oggi quest’uomo ha sviluppato le sue capacità  di delinquere, come ha motivato lo stesso Tribunale nella condanna di terzo grado, per cui se noi, persone oneste viviamo di luce riflessa riconducibile alla persona del Capo dello Stato, viene automatico considerare che questa luce riflessa non si posi su di noi in maniera tanto cristallina…La Cassazione infatti, nelle motivazioni di condanna, parla di : “Gestione naturale e sistematica di capacità a delinquere…anche dopo la discesa in campo politico…”, per cui mi chiedo se l’Italia debba essere ancora martoriata da quest’uomo, il quale, non aspetta altro che vendicarsi delle Istituzioni, in primis, della Magistratura. Ieri, un  giovane povero Cristo, pregiudicato per fatti di droga, che sto aiutando con altri amici volenterosi, anche medici, (quasi alle soglie nella via di reinserimento sociale) mi ha chiesto : “ Ma sono stato più delinquente io o il signore di Arcore…?  Ho risposto con un…sorriso terapeutico, fermo restando che la domanda dovrebbe far riflettere, specie ora che si vuol rivedere giustizia-carceri ecc.ecc..Ci rendiamo conto che l’uomo di Arcore si sta prendendo gioco delle Istituzioni democratiche, che sbeffeggia la Magistratura, e che costituisce un grave impedimento alla vita di sessanta milioni di Italiani ?  Con la connivenza di una stampa che, giorno dopo giorno, lo mette in vetrina descrivendo le sue  insopportabili idiozie ? E che, ahimè, sembrano anche attecchire positivamente su alcune fasce di Italiani, parte dei quali, non avendo nulla da perdere, adottano la politica del “tanto peggio, mentre altri, quelli che, per intenderci, vivono di politica, lo seguono fintantoché  ci sarà ancora  da mungere ? E’ stato mollato persino da Bondi…il che è tutto dire…Signor Presidente,  per quanto potrà andar ancora avanti questa intollerabile situazione italiana ? Che viene derisa e stigmatizzata  da tutto il mondo ? Abbiamo sì o no tutti noi una faccia da rispettare  ?

ARNALDO DE PORTI

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