Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 10.58

Liberata donna italiana segregata in Marocco

Si era fatta convincere da un’amica marocchina ad accettare un matrimonio di convenienza con suo nipote, un giovane di 27 anni. Una donna 47enne di origini sarde aveva così dato l’assenso ad un’unione che le avrebbe fatto guadagnare 5.000 euro e avrebbe consentito all’uomo di ottenere un titolo valido per vivere in Italia. Aveva perciò fatto le valige ed era andata nel paese africano nel novembre scorso, con l’intenzione di rientrare subito dopo il disbrigo delle pratiche. Difficoltà burocratiche legate al divorzio col suo precedente marito, anch’esso di nazionalità magrebina, le avevano fatto cambiare idea e aveva così deciso di rientrare in Italia senza considerare, però, che glielo avrebbero impedito. Il ragazzo, infatti, con la complicità della madre e della sorella, l’ha sequestrata, tenendola segregata in un’abitazione con le sbarre alle finestre, in un villaggio a circa venti chilometri da Marrakech, costretta a nutrirsi solo di latte e biscotti. La donna che avendo tenuto ben nascosto il proprio cellulare, era riuscita in rari messaggi telefonici, a mettersi in contatto con i familiari in Italia facendo trapelare la sua sofferenza: in una drammatica videochiamata, una sorella si era accorta del suo stato di prostrazione e paura. La 47enne aveva anche cercato di fuggire lanciandosi dal terzo piano dello stabile dove era tenuta prigioniera, ma con la caduta aveva riportato la frattura degli arti inferiori oltre alla lesione di alcune vertebre. Ritrovata dall’uomo, era stata riportata a casa e nuovamente segregata senza assistenza sanitaria. I familiari, insospettiti e preoccupati, anche per il fatto di non riuscire più a mettersi in contatto con la congiunta, hanno deciso di sporgere denuncia presso la Questura di Sassari che ha attivato subito il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). Le ricerche avviate dallo SCIP con il supporto operativo dell’Esperto per la Sicurezza di stanza a Rabat, hanno consentito di rintracciare e salvare la donna. Ora è ricoverata presso una struttura sanitaria locale in attesa che i medici diano l’assenso al suo ritorno in Italia. L’uomo è stato posto in stato di arresto.

| Scritto da Redazione
Liberata donna italiana segregata in Marocco

Si era fatta convincere da un’amica marocchina ad accettare un matrimonio di convenienza con suo nipote, un giovane di 27 anni.

Una donna 47enne di origini sarde aveva così dato l’assenso ad un’unione che le avrebbe fatto guadagnare 5.000 euro e avrebbe consentito all’uomo di ottenere un titolo valido per vivere in Italia.

Aveva perciò fatto le valige ed era andata nel paese africano nel novembre scorso, con l’intenzione di rientrare subito dopo il disbrigo delle pratiche

Difficoltà burocratiche legate al divorzio col suo precedente marito, anch’esso di nazionalità magrebina, le avevano fatto cambiare idea e aveva così deciso di rientrare in Italia senza considerare, però, che glielo avrebbero impedito.

Il ragazzo, infatti, con la complicità della madre e della sorella, l’ha sequestrata, tenendola segregata in un’abitazione con le sbarre alle finestre, in un villaggio a circa venti chilometri da Marrakech, costretta a nutrirsi solo di latte e biscotti.

La donna che avendo tenuto ben nascosto il proprio cellulare, era riuscita in rari messaggi telefonici, a mettersi in contatto con i familiari in Italia facendo trapelare la sua sofferenza: in una drammatica videochiamata, una sorella si era accorta del suo stato di prostrazione e paura.

La 47enne aveva anche cercato di fuggire lanciandosi dal terzo piano dello stabile dove era tenuta prigioniera, ma con la caduta aveva riportato la frattura degli arti inferiori oltre alla lesione di alcune vertebre. Ritrovata dall’uomo, era stata riportata a casa e nuovamente segregata senza assistenza sanitaria.

I familiari, insospettiti e preoccupati, anche per il fatto di non riuscire più a mettersi in contatto con la congiunta, hanno deciso di sporgere denuncia presso la Questura di Sassari che ha attivato subito il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP).

Le ricerche avviate dallo SCIP con il supporto operativo dell’Esperto per la Sicurezza di stanza a Rabat, hanno consentito di rintracciare e salvare la donna. Ora è ricoverata presso una struttura sanitaria locale in attesa che i medici diano l’assenso al suo ritorno in Italia. L’uomo è stato posto in stato di arresto.

 

 

fonte polizia di stato

 

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