Domenica prossima alle 15.00 'Gli accordi di Stradivari' di Marco Ghizzoni approderà al Volta Pagina Festival in Villa Medici Del Vascello a San Giovanni in Croce.
(La partecipazione deve avvenire tramite prenotazione via WhatsApp inviando un messaggio al 370 3379804)

Marco Ghizzoni è nato a Cremona nel 1983 dove vive tutt’ora, è cresciuto in un piccolo paese della provincia cremonese, a un ‘tiro di schioppo da Cremona, dove sua madre ha gestito un bar per quasi vent’anni, crocevia di storie e personaggi da cui ha preso spunto la serie di Boscobasso, cominciata con ‘Il cappello del maresciallo’ per proseguire con ‘I peccati della bocciofila' e 'L'eredità del Fantini’.

Il legame di Ghizzoni alla sua città lo si è potuto scoprire ed apprezzare anche attraverso i due brevi racconti gialli con cui ha voluto omaggiarla, editi in un inserto della ‘Provincia di Cremona’ nei giorni di ferragosto 2019 e 2020 (‘Pandemia in Giallo’ e ‘ Il Giallo dell’estate’ con illustrazioni di Graziano Bertoldi).
Il nuovo romanzo di cui parlerà Ghizzoni domenica a partire dalle 15.00 Volta Pagina Festival è uscito nel 2019 ed edito da TEA già alla seconda ristampa, si intitola ‘Gli accordi di Stradivari".
Il romanzo è una commedia con venature di giallo a sfondo poliziesco (anche se spesso personaggi e fatti sono vere e proprie caricature della realtà).
Non vi sarà nessun cadavere, ma molte le vittime: i personaggi sono caricature di se stessi, le loro presunzioni, i loro difetti, le loro umane debolezze, vengono usate come fili dall’autore per muoverli a due mani sul palcoscenico con grande maestria, sullo sfondo la nostra Cremona, città dei violini e dei liutai, ricca di storia e di bellezza.
Il commissario Valentina Raffa, donna in carriera, si ritrova a dover risolvere il caso del furto di un violino Stradivari di inestimabile valore, combattuta tra il senso del dovere e l’istinto dell’amore. L’ispettore Davide Tranquillo, che della Raffa a sua volta è invaghito ma non contraccambiato, lavora all’indagine come se questa potesse cambiare le sorti di questo sfortunato sentimento. Peter Van Basten è un giovane ed affascinante liutaio olandese, un pò svampito, che come ogni uomo non riesce a fare due cose nel medesimo momento, figuriamoci corteggiare la Raffa e rubare in modo maldestro un violino. Accanto a questi altri personaggi più o meno loschi ed abili a confondere e confondersi, il cui fine è rivalersi sugli altri.
La sensazione leggendo il romanzo, soprattutto per chi Cremona la conosce come il palmo delle sue mani, è di trovarsi ad ogni angolo di strada ad osservare le peripezie dei protagonisti, un romanzo che potrebbe essere rappresentato in una sceneggiatura teatrale più che cinematografica, con tanti dialoghi intesi e sottintesi, pochi ed essenziali fondali che riportano a luoghi storici ed artistici della città: il museo del Violino, il teatro Ponchielli, piazza Duomo con il suo maestoso Torrazzo, piazza Stradivari, i negozi di liuteria, fino alla meno storica ma comunque centrale questura, tutti raccolti in poche centinaia di metri.
La brevità dei capitoli obbliga a cambi di scena repentini, come i continui cambi di punti di vista dei personaggi, ognuno perso nel suo intento, il tutto annodato in una fitta trama a maglie molto strette che da la sensazione che non vi sia soluzione di continuità sino all’atto finale, per nulla scontato e ancor meno immaginato.
Il violino, lo Stradivari Conte De Fontana del 1702, protagonista assoluto, viene mosso nell’ombra, scompare e riappare, non è mai dove si pensa che possa essere e solo i suoi accordi spegneranno le luci sul palcoscenico.
Non sarebbe cosi fuori luogo immaginare i protagonisti in un angolo di uno dei luoghi citati, intorno ad un tavolino su cui si svolge l’antico gioco delle tre carte: lo Stradivari, la copia ed il colpevole. In ogni scena, a rotazione, cambia il personaggio che muove le carte, così come cambiano coloro che seguono il gioco tra cui il lettore; amori, rancori, vendette, cercheranno di spostare l’attenzione sulle carte, chi sarà più abile ad ingannare e nascondere la verità o le verità....e se all’ultimo giro venisse a mancare una carta?
Non vi sarà nessun cadavere, ma molte le vittime: i personaggi sono caricature di se stessi, le loro presunzioni, i loro difetti, le loro umane debolezze, vengono usate come fili dall’autore per muoverli a due mani sul palcoscenico con grande maestria, sullo sfondo la nostra Cremona, città dei violini e dei liutai, ricca di storia e di bellezza.
Il commissario Valentina Raffa, donna in carriera, si ritrova a dover risolvere il caso del furto di un violino Stradivari di inestimabile valore, combattuta tra il senso del dovere e l’istinto dell’amore. L’ispettore Davide Tranquillo, che della Raffa a sua volta è invaghito ma non contraccambiato, lavora all’indagine come se questa potesse cambiare le sorti di questo sfortunato sentimento. Peter Van Basten è un giovane ed affascinante liutaio olandese, un pò svampito, che come ogni uomo non riesce a fare due cose nel medesimo momento, figuriamoci corteggiare la Raffa e rubare in modo maldestro un violino. Accanto a questi altri personaggi più o meno loschi ed abili a confondere e confondersi, il cui fine è rivalersi sugli altri.
La sensazione leggendo il romanzo, soprattutto per chi Cremona la conosce come il palmo delle sue mani, è di trovarsi ad ogni angolo di strada ad osservare le peripezie dei protagonisti, un romanzo che potrebbe essere rappresentato in una sceneggiatura teatrale più che cinematografica, con tanti dialoghi intesi e sottintesi, pochi ed essenziali fondali che riportano a luoghi storici ed artistici della città: il museo del Violino, il teatro Ponchielli, piazza Duomo con il suo maestoso Torrazzo, piazza Stradivari, i negozi di liuteria, fino alla meno storica ma comunque centrale questura, tutti raccolti in poche centinaia di metri.
La brevità dei capitoli obbliga a cambi di scena repentini, come i continui cambi di punti di vista dei personaggi, ognuno perso nel suo intento, il tutto annodato in una fitta trama a maglie molto strette che da la sensazione che non vi sia soluzione di continuità sino all’atto finale, per nulla scontato e ancor meno immaginato.
Il violino, lo Stradivari Conte De Fontana del 1702, protagonista assoluto, viene mosso nell’ombra, scompare e riappare, non è mai dove si pensa che possa essere e solo i suoi accordi spegneranno le luci sul palcoscenico.
Non sarebbe cosi fuori luogo immaginare i protagonisti in un angolo di uno dei luoghi citati, intorno ad un tavolino su cui si svolge l’antico gioco delle tre carte: lo Stradivari, la copia ed il colpevole. In ogni scena, a rotazione, cambia il personaggio che muove le carte, così come cambiano coloro che seguono il gioco tra cui il lettore; amori, rancori, vendette, cercheranno di spostare l’attenzione sulle carte, chi sarà più abile ad ingannare e nascondere la verità o le verità....e se all’ultimo giro venisse a mancare una carta?

Nel frattempo Marco Ghizzoni si prepara alla presentazione del suo ultimo lavoro, presumibilmente a novembre, contenente dieci racconti con altrettanti protagonisti dal titolo ‘Il muro sottile’ edito da Oligo Editore, in attesa della presentazione e della relativa recensione non ci resta che goderci l’incontro di domenica.
-Gazzaniga Daniele-