Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 13.16

Movimento NO CSS-Inceneritore Valle del Mela: ‘Le bugie hanno le gambe corte’

Punto per punto, il movimento NO CSS-Inceneritore Valle del Mela smonta le menzogne costruite anche da certa stampa

| Scritto da Redazione
Movimento NO CSS-Inceneritore Valle del Mela: ‘Le bugie hanno le gambe corte’

Lunedi 7 Settembre i tecnici A2A sono stati ascoltati al Comune di Milazzo per un’audizione sul progetto di conversione della centrale elettrica di S. Filippo del Mela a CSS, vale a dire combustibile da rifiuti. Ne sono scaturite una serie di dichiarazioni, almeno per come riportate dalla stampa, tese a nascondere ai cittadini la verità, quando non a prenderli letteralmente per i fondelli.

Menzogna n° 1. Non sarà un inceneritore, bensì un termovalorizzatore

… Come se fossero due cose diverse. Probabilmente qualche Consigliere c’è pure cascato, ma nella lingua italiana termovalorizzatore e inceneritore sono sinonimi. Vediamo cosa dice il dizionario alla voce “termovalorizzatore”: «Inceneritore di rifiuti urbani solidi utilizzato come impianto di produzione di calore o elettricità». A riprova di ciò basta confrontare come si traducono “termovalorizzatore” e “inceneritore” nelle varie lingue straniere: esattamente nello stesso identico modo in tutte le lingue del mondo.

Menzogna n° 2. Il CSS migliorerà l’impatto ambientale della centrale

Forse la regina delle menzogne. Già, perché nella letteratura scientifica sono ampiamente documentati gli effetti nefasti sulla popolazione degli inceneritori anche di ultima generazione (quelli dotati delle «nuove tecnologie come la termovalorizzazione», come le chiama A2A. Per di più sono stati condotti studi che comparano l’impatto ambientale del CSS con quello dei combustibili fossili che andrebbero a sostituire. Il bilancio è impietoso: comparsa di diossine, PCB e furani, sostanze tra le più tossiche e cancerogeni esistenti in natura, e marcato incremento delle emissioni di metalli pesanti, specie mercurio, sotto forma delle insidiose e non filtrabili nanoparticelle (PM 0,1), in assoluto le più pericolose tra le polveri sottili, sebbene non normate dalla legislazione vigente.

Menzogna n° 3. Il termovalorizzatore necessita della raccolta differenziata al 50%, il CSS verrà prodotto dall’umido

Grossolane corbellerie che si smentiscono da sole: basta semplicemente documentarsi su che cos’è il CSS. L’Arpa Marche (giusto per fare riferimento ad un ente istituzionale) chiarisce abbastanza bene di cosa è fatto il CSS: frazione secca (sopravaglio) dei rifiuti indifferenziati (in maggioranza carta, plastica, tessili, pannolini), depurata dagli elementi non combustibili (ferraglia e altri inerti). Quindi normalmente sono i rifiuti indifferenziati a costituire la materia prima del CSS. Va comunque detto che la legge consente che, per aumentare il potere calorifico del CSS, questo possa essere arricchito da plastica proveniente dalla raccolta differenziata, fino ad arrivare al 50% del totale della sua massa. Vi è quindi il fondato pericolo, avvalorato dalle affermazioni di A2A, che la gente inconsapevole faccia la raccolta differenziata della plastica credendo di avviarla al riciclaggio, mentre invece verrebbe bruciata nell’inceneritore, pardon… termovalorizzatore, di San Filippo del Mela!

Menzogna n° 4. Il termovalorizzatore è ormai stato deciso da Roma, A2A ha presentato il progetto al Ministero dell’Ambiente e adesso è al vaglio della Regione

Data la gravità di tali affermazioni, vogliamo credere che siano almeno in parte frutto di travisazioni giornalistiche. Per convertire la centrale elettrica a questo combustibile spazzatura (nel vero senso della parola) chiamato CSS, bisogna prima avviare una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, gestita dal Ministero dell’Ambiente. Per avviare la procedura, è necessario che, contestualmente alla consegna dell’istanza al Ministero dell’Ambiente, «il proponente pubblichi su un quotidiano a diffusione nazionale e su un quotidiano a diffusione regionale […] un avviso in cui è contenuta una breve descrizione del progetto». A oggi non risulta alcuna pubblicazione di questo tipo. Tra l’altro, come confermato ufficialmente dal Ministero dell’Ambiente, «tutte le istanze relative a Valutazione di Impatto Ambientale sono tempestivamente pubblicate, unitamente alla relativa documentazione tecnica […], sul portale delle valutazioni ambientali» e a oggi non risulta nulla avente come oggetto la conversione a CSS della centrale di S. Filippo del Mela. Al contrario risulta la VIA relativa alla conversione a CSS della centrale Edipower di Brindisi Nord, che ha già incassato il parere negativo di Comune, Provincia e Regione ed è quindi già virtualmente data per spacciata.

Movimento NO CSS-Inceneritore Valle del Mela

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