Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 02.38

Per un’economia femminista eco-sociale basata sui diritti umani

Troppe donne e ragazze vivono in condizioni di povertà e sono le più colpite dall’aumento delle disuguaglianze

| Scritto da Redazione
Per un’economia femminista eco-sociale basata sui diritti umani

Secondo ilrapporto “Gendered inequalities of poverty: feminist and human rightsbased approaches”, presentato all’Human Rights Council dall’United Nations Working Group on Discrimination Against Women and Girls (UN WGDAWG), «In tutto il mondo, le donne e le ragazze sono rappresentate in modo sproporzionato tra le persone che vivono in povertà».

Il rapporto evidenzia che «La pandemia di Covid-19 e altre crisi hanno portato al primo aumento della disparità di reddito tra i Paesi, con le donne e le ragazze che sono particolarmente colpite in molti Paesi e regioni» e dimostra che «La povertà e le disuguaglianze socio-economiche sono il risultato di evidenti fallimenti sistemici che portano a un circolo vizioso di esclusione e discriminazione».

La discriminazione è in aumento a livello globale, esacerbata dalle limitate risorse investite nelle donne e nelle ragazze, che hanno minato le aspirazioni a raggiungere l’Obiettivo di sviluppo sostenibile 5 entro il 2030. In molti Paesi le donne sono ancora svantaggiate economicamente, socialmente e politicamente e non partecipano al processo decisionale, il tutto aggravato dalla povertà. Le guerre in corso hanno drammatiche conseguenze, compreso lo sfollamento e la distruzione dei mezzi di sussistenza e le donne e le ragazze ne hanno sopportato il peso maggiore.  Anche gli ostacoli agli aiuti esteri per alcuni Stati hanno presentato problemi quando si trattava di migliorare i diritti delle donne e delle ragazze e il rapporto avverte che «La discriminazione di genere, spesso basata sulle tradizioni, è rimasta una sfida all’interno della società, così come gli stereotipi. I relatori hanno sottolineato che è fondamentale aumentare la rappresentanza delle donne nella vita politica e sociale. La tassa sui prodotti per l’igiene mestruale ha contribuito alla povertà delle donne in molti Paesi; i governi sono stati invitati a seguire l’esempio di alcuni Stati e ad abrogare con urgenza queste tasse».

Durante le consultazioni preparatorie del rapporto, UN WGDAWG i partecipanti – molti dei quali erano donne e ragazze che avevano sperimentato loro stesse la povertà – hanno descritto lo stigma e la discriminazione intrecciati vissuta dalle donne e dalle ragazze che vivono in povertà e i diversi modi in cui la povertà e la disuguaglianza hanno modellato le loro vite. L’Unicef ha evidenziato che «Circa 1 miliardo di bambini sono multidimensionalmente poveri e altri 100 milioni di bambini sono impoveriti a causa di Covid-19, cambiamenti climatici e conflitti. In queste condizioni, i bambini hanno il doppio delle probabilità di essere poveri rispetto agli adulti, una realtà aggravata dalla femminilizzazione della povertà», come rilevato dall’UN WGDAWG. Per l’Unicef, «L’interazione tra disuguaglianze di genere e tassi di povertà aumenta la vulnerabilità delle ragazze all’abbandono scolastico, alla violenza sessuale e allo sfruttamento, al matrimonio forzato e ai matrimoni precoci, nonché al traffico di esseri umani. Le ragazze adolescenti, in particolare, sono esposte in modo sproporzionato alla violenza da parte del partner, alla gravidanza precoce e a percorsi economici avversi, rischi che sono esacerbati dai conflitti e dai cambiamenti climatici».

La presidente dell’UN WGDAWG Dorothy Estrada-Tanck, ha evidenziato che «Molti partecipanti hanno testimoniato con forza lo stress generato dalla necessità di assicurare un tenore di vita adeguato alle proprie famiglie, con risorse limitate, nonché sensi di colpa legati all’obbligo di lasciare i propri figli al lavoro per lunghi periodi di tempo. in lavori mal pagati, informali e precari. In generale, la disuguaglianza e la povertà tra le donne e le ragazze sono il risultato di scelte di politica economica storiche e in corso a livello globale, regionale e nazionale. Queste priorità politiche non sono neutre dal punto di vista del genere, poiché sono state sviluppate all’interno di sistemi patriarcali che ignorano le esperienze e i diritti specifici delle ragazze e delle donne, privilegiando le forme dominanti di potere maschile e le società che perpetuano le gerarchie esistenti».

Molte donne e ragazze hanno detto all’UN WGDAWG: «Non siamo povere ma ci stiamo impoverendo». E il rapporto sottolinea che «E’ necessario affrontare sia il “soffitto di vetro” che il “soffitto di classe». Le donne e le ragazze intervistate per realizzare il rapporto hanno inoltre smentito un mito liberista:  «Non si può uscire “imprenditorialmente” dalla povertà estrema. E’ necessario esaminare le disparità e come colmare i gap». I diritti umani sono così  strumenti di buon governo. Le donne e le ragazze devono essere poste al centro delle politiche socioeconomiche. La Estrada-Tanck ha invitato gli Stati a «Porre queste opinioni al centro quando si prendono in considerazione le poliche macroeconomiche e si attuano gli impegni per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile».

Per questo, il rapporto chiede «Un’economia femminista basata sui diritti umani, che consenta e costruisca una reale uguaglianza, solidarietà e giustizia socio-economica e ambientale» e la Estrada-Tanck aggiunge: «Poiché la scadenza per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 si avvicina rapidamente, è essenziale riaffermare la centralità dei diritti umani delle donne e delle ragazze e della parità di genere nei processi di eradicamento della povertà e nella lotta alle disuguaglianze all’interno e tra le nazioni».

Il rapporto denuncia che in molti Paesi «Le leggi penali sono applicate in modo sproporzionato a donne e ragazze a causa del loro status economico o sociale e dei costi di accesso al sistema giudiziario formale. Particolarmente colpite sono le donne che vivono in condizioni di povertà che cercano assistenza, compreso per l’aborto. Queste  includono donne indigene, donne migranti e appartenenti a minoranze etniche, senzatetto, lavoratrici del sesso, coloro che fanno uso di droghe o sono associate al traffico di droga, donne nell’economia informale, commercianti informali e transfrontalieri, donne e ragazze difensori dei diritti umani e dell’ambiente e membri delle comunità LGBTIQ+».

Il rapporto sottolinea che è anche necessario garantire alle donne, alle ragazze e alle la sicurezza del possesso della terra o dell’alloggio, anch’esso molto limitato per le donne che vivono in condizioni di povertà e include raccomandazioni agli Stati, alle istituzioni economiche internazionali e alle società, per «Negoziare un nuovo consenso eco-sociale femminista basato sui diritti umani».

La Estrada-Tanck conclude: «La povertà e la violenza di genere, compresa la violenza sessuale e la negazione dell’autonomia corporea, hanno interagito in un circolo vizioso che si rafforzava a vicenda. Le donne e le ragazze che hanno subito molestie sessuali sul lavoro, violenze domestiche o violenze per strada non erano in grado di partecipare su base paritaria al mercato del lavoro, sono state discriminate in relazione alle prestazioni di sicurezza sociale contributiva e avevano maggiori probabilità di sperimentare povertà, violenza e e di restare senza fissa dimora in età avanzata».

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