Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 18.31

Posada. Disperatamente sola.

| Scritto da Redazione
Posada. Disperatamente sola.

Il buio di Posadas mi accoglie sempre più flashato da luci. Lo sviluppo urbanistico della città è evidente. Edifici alti e architettonicamente indefiniti, o definiti solo dalla contemporaneità o speculazione ignoranza ingordigia, sono sorti a grappoli negli ultimi quattro – cinque anni. Molte strade illuminate. Tante ancora da asfaltare nei quartieri periferici degli “invisibili”.
Il mutare del mio ”altrove”.
Ma trasformazione effimera  comparata al trauma ideologico vissuto nei giorni patagonici. Ho vissuto una piccola rivoluzione. Ho rivisitato il mio rapporto reverente sin da piccolo con la religione e la Chiesa. Il mio rossore sulle ginocchia, la ritualità, la reverenzialità, mi sono toccato con la subitanea richiesta “quante volte?”, l’abito talare, i dogmi, ho risposto male a mia madre che mi imponeva di mangiare la minestra di zucca che non mi piace, l’infallibilità papale, ho dato del cretino a un mio compagno di classe, l’interpretazione del Vangelo, il domandarsi perchè oggi tre Pater Noster e tre Ave Maria di penitenza quando la volta precedente con più peccati mi avevano dato due e due. Ho ripensato molto in questi giorni a questa parte della mia vita.Tutto messo in discussione. Ho ben chiaro ora quello che voleva dire il Cardinal Martini nella sua ultima intervista: “La Chiesa è in ritardo di duecento anni”. Ho partecipato direttamente al modo di  intendere il sacerdozio di Marcelo tra i Mapuches nel suo operare quotidiano, cioè condividere e amare la povertà; l’aperto senso religioso che sembra estremistico di Don Pepe, austriaco di 84 anni. La disciplina, l’anticomunismo e il ruolo di Giovanni Paolo II per Andres, trentenne polacco che è patriota di un popolo che ho appena conosciuto e che è stato decimato dalle guerre. E l’integrazione perfettamente riuscita di Onorio, giovane sacerdote cattolico Mapuche, che unisce la tradizione del suo popolo che pregava un solo Dio con quella similare cattolica.
Tutti devoti a Don Bosco, con lo spirito di una Chiesa che non ha dubbi e tentennamenti nell’affermare il suo schierarsi con i deboli e i poveri, contro i compromessi con il potere che anche a me hanno fatto sorridere con le posizioni assunte dal Vaticano a difesa di chi era indifendibile e che fino a poco fa ci ha governato dando ai nostri figli un esempio di dissennatezza e superficilità. E chi ha osato dissentire?? Metodo Boffo. Commistione vergognosa che mi è stata subito fatta notare.
Santa Messa con una quindicina di Mapuche in una bellissima valle andina a cira 60 Km. da Junin de Los Andes, con boschi di auricaria da contorno e il Lanin in lontananza.
Comunione. Marcello passa davanti a ognuno. Mi guarda. Con un piccolo gesto mi fa cenno di prendere la particola.
Non mi sono confessato. Devo avere l’assoluzione.
Dopo. Ora prendi. Il Corpo di Cristo.
Amen.
Atto secondo.
Tornati a casa parlo dell’accaduto per me sorprendente a Don Pepe e lui, mentre saliamo assieme le scale mi dice all’istante.
Io ti assolvo dei tuoi peccati. Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.
Io faccio il segno della croce e poi gli chiedo.
Don Pepe, ma è stata una vera confessione?
Come vera??? Certo. Ed ha continuato a parlare d’altro.

La Patagonia e Misiones hanno 3500 km. di diversa distanza dall’equatore. E così in un giorno sono passato dai termosifoni di ghisa bollenti ad una punta di 40 gradi avvertiti lo scorso lunedì pomeriggio a Posadas.  Marcelo mi aveva accompagnato all’aeroporto di  Bariloche percorrendo la via dei Sette laghi. Un incanto come le nostre valli alpine, acqua blu, consiglio sicuramente un fuoristrada. Una particolarità fondamentale: solo due piccoli  villaggi in 220 km.
Ma la conseguenza del cambio climatico??? Aria condizionata. Sudorazione e febbriciattola subdola e invalidante. Con tosse. E il terrore che la pietra che ho al rene destro potesse fuoriuscire dal calicetto dove il mio urologo mi ha detto si è dolcemente depositata. La notte, dopo un sussegursi di colpi di tosse, cercavo qualsiasi piccolo avvertimento che il mio corpo esprimesse. Conosco il dolore della colica renale, è da sempre mia compagna diffidata.

A parte queste note sullo stato di salute e tasso di religiosità dell’autore, sono stato alla Escuela Don Bosco e all’Hogar Santa Teresita.
Ci vogliono bene e ci ringraziano.
Sono dispiaciuti che la CEI non abbia approvato il progetto ma ho appreso con piacere che continueranno  nel solco che abbiamo tracciato, che dovrebbe davvero essere lo scopo primario della Cooperazione Internazionale. Continuano infatti  il corso di informatica e le visite del dentista.
Le bibliotecarie sono a nostro carico e davvero operano splendidamente. Ho trovato come sempre Carmen e Miriam contorniate da alunni in cerca di suggerimenti e aiuto. Non mollano mai!!!!
L’educazione allo sport di Matias è sempre la più popolare.
L’alfabetizzazione nel El Laurel è stata totalmente cancellata. Martha e Doris hanno costituito una Associazione che potesse chiedere finanziamenti allo Stato, ma nulla da fare alle loro richieste.

Ma in questi fruttiferi incontri  mi ha soprattutto colpito un concetto di Nora, la Direttrice dell’Hogar Santa Teresita, internato femminile dove in questo momento vengono ospitate e seguite 51 ragazze.
“ Queste ragazzine rimangono meravigliate che una ragazza come Alessandra venga da tanto lontano a condividere il loro tempo e le possano parlare delle loro problematiche anche più intime ed essere ascoltate con interesse e comprensione. E’ un capovolgimento totale della loro visione delle relazioni famigliari e umane. Non è vero che naturalmente devo essere maltrattata dimenticata abusata picchiata emarginata violata violentata, mi dicono. C’è un modo diverso. E Alessandra lo ha significativamente espresso. Donando il suo sorriso impegno caparbietà dolcezza generosità ascolto qualità allegria.
Grazie Ale, sono sicuro che il futuro del mondo sarà migliore fino a quando ci saranno persone che compiono non solo un meritorio atto caritatevole che non mette nulla in discussione, ma  scende personalmente in campo e nel caso tirare un calcio di rigore. No, shit, da una cosa seria mi sta venendo in mente il gol di Milito di poco fa’ in diretta TV e alla mia Juve finalmente sconfitta dopo un anno e due mesi. Ma sono sempre 30 e siamo ancora primi. L’orgoglio nazionale e patriottico non mi piace, a differenza degli argentini che lo sbandierano in ogni occasione non soppesando la nefandezza storica del suo affermarsi.  Ma l’orgoglio calcistico lo vedo light anche se a volte psicotico e quindi il mio è sì estremo. Non sarà mai accidioso. Solo forever juventino.

Un caso estremo. Questa settimana una bimba di sei anni dell’Hogar ha raccontato traumatizzata della madre che la sera precedente aveva visto in una pozza di sangue e non sapeva cosa fare. Ha gridato pianto invocato fino a quando a notte fonda dei vicini hanno aiutato la povera donna. In gravidanza di 4 mesi da sola aveva cercato di procurarsi un aborto.
Da sola. Disperatamente sola.
E la bambina era sola. Disperatamente sola.

Ho iniziato le ricerche di Abrian, il piccolo di cui sono stato padrino e che non vedo dal 2004. Nulla. Porte chiuse o semichiuse. Vedremo.
Sto sviluppando dei contatti per visitare il carcere minorile, incontrare molte persone alle quali mi sento legato.
Ovviamente Josè Luis mi è molto vicino. A Pablo ho chiesto di farmi una pastina durante i tre giorni di quasi digiuno. Risultato: ha messo un dado intero e del sale in poca acqua. Sabrosa?? Lol
Un ragazzino della Don Bosco mi incontra in centro. Viene a trovarmi a casa con la chitarra. Canta e suona divinamente. Ha talento. Gli regalo il disco “Viaggio” degli Agorà e il giorno dopo mi dice che vuole tradurre e musicare due canzoni. Vuole già, con i suoi diciasette anni, mettere in discussione il ruolo di leader del Gruppo.

Sono al settimo piano con la finestra affacciata al fiume e alla notte.

Sorrido. Scrivere mi fa davvero bene.....

MC

 

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