Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 03.17

Roma Autobus pericolosi e non sicuri per le donne di Stefania Schipani

Ritengo che ci si debba opporre ad una gestione inadeguata del servizio pubblico e che le nostre battaglie di donne debbano, ancora una volta, ricominciare.

| Scritto da Redazione
Roma Autobus pericolosi e non sicuri  per le donne di Stefania Schipani

Rientro in treno a Roma alla stazione Termini verso le 22,30. Non scelgo di tornare a casa in taxi, perché la fila è notevole e perché l'autobus è, in genere, comodissimo. In realtà mi rendo conto già alla fermata che l’attesa non è tranquilla. Vengo importunata per ben tre volte da uomini, in modo sciocco, ma comunque vengo importunata. Il gruppo di persone più rassicurante è quello di una mamma musulmana con tre figli più o meno adolescenti, così mi avvicino a loro e segue il mio esempio un’altra giovane donna. In autobus l’ambiente è insostenibile. Salgono in prevalenza uomini africani in gran parte ubriachi con cartocci di vino o bottiglie in mano con atteggiamenti instabili, pochi turisti disorientati, qualche donna straniera con carico di passeggini e figli piccolissimi e immigrati palesemente spaesati che chiedono all’autista informazioni molto vaghe di luoghi improbabili da raggiungere. La maggior parte dei viaggiatori non ha biglietto. L’odore è insopportabile. Non mi resta che constatare che pur non essendo troppo tardi, sull’autobus per una donna sola non ci sono condizioni adeguate di sicurezza. Questo rappresenta una gravissima negazione della nostra libertà di muoverci in modo autonomo nelle città. Il trasporto pubblico deve garantire dei filtri. Sui mezzi di trasporto non possono salire tutti indiscriminatamente: chi non ha il biglietto, ubriachi, persone maleodoranti in condizioni igieniche pessime. Tutto questo nuoce agli utenti del servizio e soprattutto a noi donne che veniamo esposte a rischi che non devono esserci, non devono rappresentare la “normalità”. In questo modo fingere di dare la libertà a tutti di usufruire del mezzo pubblico, significa privare la nostra libertà di sentirci al sicuro, di muoverci tranquillamente anche la sera. Così si fa un pericoloso passo all’indietro rispetto alla civiltà, non un passo avanti. Ritengo che ci si debba opporre ad una gestione inadeguata del servizio pubblico e che le nostre battaglie di donne debbano, ancora una volta, ricominciare.

 

Fonte : FB

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