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Solidarietà a Gianni Cuperlo | G.C.Storti

| Scritto da Redazione
Solidarietà a Gianni Cuperlo | G.C.Storti

Solidarietà a Gianni Cuperlo | G.C.Storti Gianni Cuperlo si dimette da presidente del Pd. Lo ha annunciato lui stesso, durante la riunione della minoranza del partito alla Camera, leggendo la lettera che invierà al segretario Pd Matteo Renzi per motivare la sua decisione.

Ecco alcuni brani della lettera che Cuperlo invierà a Renzi, segretario del PD.

«Mi dimetto perché sono colpito e allarmato da una concezione del partito e del confronto al suo interno che non può piegare verso l'omologazione, di linguaggio e pensiero.Ancora ieri, e non per la prima volta, tu hai risposto a delle obiezioni politiche e di merito con un attacco di tipo personale».

«Ritengo non possano funzionare un organismo dirigente e una comunità politica - e un partito lo è in primo luogo - dove le riunioni si convocano, si svolgono, ma dove lo spazio e l'espressione delle differenze finiscono in una irritazione della maggioranza e, con qualche frequenza, in una conseguente delegittimazione dell'interlocutore. Non credo sia un metodo giusto, saggio, adeguato alle ambizioni di un partito come il Pd e alle speranze che questa nuova stagione, e il tuo personale successo, hanno attivato», dice ancora Cuperlo rivolto a Renzi.

«Non nutro alcun sentimento di invidia e tanto meno di rancore. Non ne avrei ragione dal momento che la politica, quando vissuta con passione, ti insegna a misurarti con la forza dei processi. E io questo realismo lo considero un segno della maturità. Non mi dimetto neppure per una battuta scivolata via o il gusto gratuito di un'offesa. Mi dimetto perché voglio avere la libertà di dire sempre quello che penso. Voglio poter applaudire, criticare, dissentire, senza che ciò appaia a nessuno come un abuso della carica che per qualche settimana ho cercato di ricoprire al meglio delle mie capacità», continua Cuperlo.

«Mi dimetto perché - spiega ancora - sono colpito e allarmato da una concezione del partito e del confronto al suo interno che non può piegare verso l'omologazione, di linguaggio e pensiero. Mi dimetto perché voglio bene al Pd e voglio impegnarmi a rafforzare al suo interno idee e valori di quella sinistra ripensata senza la quale questo partito semplicemente cesserebbe di essere».

Aggiungo solo che Gianni Cuperlo merita rispetto sia come persona che per quello che rappresenta.

Il rischio che questo nuovo PD “renziano” sia gestito con autoritarismo e sufficienza.
Ora auspico che i parlamentari del Pd si impegnino a migliorare l’accordo sulla legge elettorale, riforma del Titolo V e modifica del bicameralismo come si conviene ( i punti critici sono noti) ed in piena libertà di espressione come garantisce la Costituzione. La decisione della direzione del PD non è un decreto immodificabile ma un documento  sul quale il Parlamento è chiamato a legiferare.

2014-01-21

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