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Stati Uniti. Migranti senza permesso, i nuovi deportati | S.Guerrieri

| Scritto da Redazione
Stati Uniti. Migranti senza permesso, i nuovi deportati | S.Guerrieri

L'agenzia federale Ice imbarazza Obama: ogni anno 400mila migranti "undocumented" vengono ammanettati, arrestati e deportati oltre la frontiera. In media sono 1.100 al giorno. Sindacati all'attacco: sistema inumano DI SIRIA GUERRIERI

Quattrocentomila deportati all’anno, 1.100 al giorno. Ammanettati, arrestati, poi costretti a salire in catene su autobus speciali che li porteranno oltre la frontiera. Risvegliati brutalmente e nel peggiore dei modi dal sogno americano, si ritrovano trasferiti di forza in Messico o negli altri paesi dell’America latina. È il destino degli undocumented, i migranti senza permessi o visti che vivono e lavorano negli Stati Uniti, nella stragrande maggioranza (93 per cento) latinos strappati a forza dalle famiglie, dagli amici, dalla rete sociale di riferimento, anche quando da anni hanno ormai costruito ex-novo il loro mondo. Parliamo di padri separati dai figli, di figli separati dalle madri, spesso per sempre visto che il provvedimento di deportazione impedisce il ritorno in territorio Usa a vita.

Tragedie familiari che avvengono quotidianamente, da quando l’amministrazione Obama, per andare incontro alle richieste dei gruppi repubblicani anti-immigrati, ha dato il via all’operazione Secure Communities (SComm): un programma che prevede la collaborazione della polizia locale con l’agenzia federale Ice (Immigration and Customs Enforcement) per l’individuazione dei singoli undocumented. A prescindere dal motivo per cui la polizia locale entra in contatto con i singoli migranti, il programma S-Comm prevede che vengano segnalati e trattenuti fino a quando i reparti speciali Ice non vengono a prelevarli, per trasferirli in carceri private e, infine, deportarli. Così, se un migrante deve rivolgersi alla polizia locale per una multa, o per denunciare un crimine, scatta automaticamente l’intervento dell’agenzia Ice e finisce letteralmente in catene, deportato verso il paese di origine senza possibilità di ritorno.

È questo il caso di Jesus Garcia Flores, da 15 anni negli Stati Uniti, dove si è sposato e ha formato una famiglia lavorando assiduamente. Un giorno la polizia locale lo ha fermato per un fanalino posteriore dell’auto rotto. Come da disposizioni previste dal programma S-Comm, è stato segnalato all’Ice, che ha ordinato di trattenerlo, poi è intervenuta per prenderlo in custodia e infine lo ha deportato. Moltissimi sono i casi di donne vittime di abusi e violenze domestiche che, dopo essersi rivolte alla polizia locale per chiedere aiuto o per fare la denuncia sono state deportate, proprio in base all’S-Comm. Un controsenso, visto che il programma è stato implementato in nome della sicurezza degli abitanti delle comunità. Il fenomeno delle deportazioni sta cambiando la fisionomia sociale degli Stati Uniti: sono 11 milioni le persone – questa è la cifra stimata della presenza in Usa – su cui pende questa minaccia.

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2014-01-01



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