Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 14.21

USA e Gran Bretagna rispondono a Putin in Ucraina

Il Segretario di Stato statunitense, John Kerry, definisce i ribelli pro-russi un progetto militare per realizzare gli scopi geopolitici della Russia.

| Scritto da Redazione
USA e Gran Bretagna rispondono a Putin in Ucraina

Il Segretario di Stato statunitense, John Kerry, definisce i ribelli pro-russi un progetto militare per realizzare gli scopi geopolitici della Russia. Il Primo Ministro britannico, David Cameron, invia un contingente militare per addestrare ed assistere l'esercito ucraino

Philadelphia - La Gran Bretagna c'è, gli Stati Uniti quasi. Nella giornata di martedì, 24 Febbraio, il Segretario di Stato USA, John Kerry, ha dichiarato che il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha mentito sul coinvolgimento della Russia nelle forniture di armamenti ai cosiddetti ribelli pro-russi che hanno occupato le regioni dell'Ucraina orientale.

Kerry, durante un'audizione presso la Commissione Relazioni Estere del Senato, ha ritenuto l'attivismo dei russi in Ucraina la causa dell'uccisione di più di 5 Mila persone, ed ha definito i cosiddetti ribelli pro-russi come uno strumento della Russia per realizzare scopi di natura geopolitica.

Kerry, dopo avere sottolineato come, presso l'Amministrazione Presidenziale USA, un piano per inasprire le sanzioni economiche alla Russia sia ancora attuale qualora Putin dovesse continuare con la sua politica aggressiva nei confronti dell'Ucraina, ha infine dichiarato che la decisione se armare o meno l'esercito ucraino spetta al Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.

Chi, invece, ha preso l'iniziativa per arrestare l'aggressione militare della Russia all'Occidente è la Gran Bretagna. Il Primo Ministro britannico, David Cameron, ha infatti disposto l'invio in Ucraina di personale militare per fornire all'esercito dell'Ucraina addestramento e sostegno di carattere logistico, tecnico e medico.

Cameron, sempre nella giornata di martedì, 24 Febbraio, ha dichiarato che il Governo britannico non intende ancora rifornire l'esercito ucraino di armamenti, anche se l'adozione di questa misura non è esclusa nel caso in cui la Russia dovesse continuare a provocare l'Occidente.

Infine, Cameron ha evidenziato che la decisione di inviare personale militare in Ucraina è dovuta alla necessità di dare un chiaro segnale da parte dell'Occidente, prima che Putin, dopo l'Ucraina, e dopo ancora della Georgia, possa attaccare anche la Moldova e i Paesi Baltici, membri sia della NATO che dell'Unione Europea.

Gentiloni rischia di fare un assist alla Russia

La posizione di Kerry, ed ancor più quella di Cameron, rappresenta la giusta reazione che la Comunità Trans Atlantica è chiamata a prendere per porre fine non solo all'aggressione militare di Putin all'Ucraina, ma anche alle ripetute provocazioni effettuate dall'esercito russo nei confronti di Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Finlandia, Svezia, Danimarca e, per l'appunto, Gran Bretagna.

Inoltre, la posizione di Cameron serve a bilanciare, e a colmare, l'inefficienza dimostrata dal Cancelliere tedesco, Angela Merkel, e dal Presidente francese, Francois Hollande, che nei confronti di Putin hanno ostinatamente voluto sempre mantenere la via del dialogo, senza, tuttavia, ottenere alcun allentamento dell'avanzata militare russa in Europa.

La posizione di Kerry e Cameron è utile anche per affrontare la presenza di stretti alleati di Putin in seno all'Unione Europea, come il Premier ungherese, Viktor Orban, il Premier greco, Alexis Tsipras, il Presidente ceco, Milos Zeman, e il Premier slovacco, Robert Fico.

Oltre agli amici della Russia, anche altri Paesi dell'Unione Europea stanno commettendo gravi errori sulla questione ucraina, come dimostrato dalla proposta del Ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, di coinvolgere Putin nella lotta contro l'ISIL permettendo lo stazionamento di navi militari russe nel Mediterraneo.

Matteo Cazzulani

Analista di Tematiche Trans Atlantiche

Twitter @MatteoCazzulani

 

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