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VESCOVO LAFRANCONI E DEL CAV. ARVEDI ALLA NUOVA CASA DI RIPOSO “GIOVANNI E LUCIANA ARVEDI”

| Scritto da Redazione
VESCOVO LAFRANCONI E DEL CAV. ARVEDI ALLA NUOVA CASA DI RIPOSO “GIOVANNI E LUCIANA ARVEDI”

ALLA VIGILIA DELLA FESTA PATRONALE DI S. OMOBONO VISITA DEL VESCOVO LAFRANCONI E DEL CAV. ARVEDI ALLA NUOVA CASA DI RIPOSO “GIOVANNI E LUCIANA ARVEDI”
Nel pomeriggio di martedì 12 novembre, alla vigilia della festa patronale di S. Omobono, il vescovo, mons. Dante Lafranconi, e il cav. Giovanni Arvedi, con la moglie signora Luciana, hanno fatto visita alla casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi”, ormai pronta all’interno del complesso di via Massarotti che un tempo ospitava la clinica “La Pace” gestita dalle suore Adoratrici di Rivolta d’Adda.

Mons. Lafranconi e il cav. Arvedi sono stati accompagnati dal presidente della Fondazione “La Pace onlus”, Umberto Lonardi, insieme alla direttrice Marina Generali e al vicepresidente Virgilio Galli (presidente della Fondazione Coniugi Preyer di Casalmorano).

Presenti anche gli altri membri del Consiglio di amministrazione, in rappresentanza delle realtà che hanno dato vita alla Fondazione: Riccardo Piccioni (presidente della Fondazione Elisabetta Germani di Cingia de’ Botti), don Roberto Rota (presidente della Fondazione SS. Redentore di Castelverde), Franco Tirloni (rappresentante della Fondazione Vismara De Petri di S. Bassano), don Gianbattista Piacentini (presiedente della Società di mutuo soccorso e previdenza tra i sacerdoti della diocesi di Cremona) e Maria Grazia Fioretti (presidente della Cooperativa Armonia).

Ha preso parte all’incontro anche il dottor Giampietro Martinelli, direttore sociale dell’ASL di Cremona.

Non mancavano, inoltre, don Mario Dellacorna e Grazia Ventura (rispettivamente presidente e direttore della Fondazione Vismara De Petri), Giuseppina Galli (direttore Fondazione Coniugi Preyer), Renato Vailati (direttore Opera Pia SS. Redentore) e il revisore contabile Andrea Gamba.

Durante la loro visita, il Vescovo e il cav. Arvedi hanno potuto ammirare la rinnovata struttura a conclusione dell’intervento di recupero degli edifici, adeguati per rispondere alle normative vigenti e già attrezzati delle dotazioni necessarie per accogliere i degenti. L’intervento, curato dallo Studio Beltrami Architettura dell’architetto Massimiliano Beltrami e dallo Studio di Ingegneria Brambilla, ha permesso, infatti, di ridare vita a un luogo che è parte della memoria collettiva della città. Il progetto ha rispettato la strutture esistenti, integrandole, però, di soluzioni estetiche e tecnologiche che hanno consentito una piena valorizzazione del complesso, garantendo le migliori condizioni di comfort.

Particolare attenzione è stata riservata all’isolamento acustico, l’efficienza energetica e la sicurezza. La visita ai locali ha permesso di constatare la cura di ogni dettaglio, sia per quanto riguarda gli arredi che gli ambienti, molto luminosi e con viste splendide sul parco e sugli edifici storici della città.

A ogni piano l’edificio dispone di aree pranzo e soggiorno con piccola tisaneria, in modo da garantire agli ospiti un ambiente famigliare e accogliente.

Completamente arredati anche gli alloggi protetti che offrono, in alternativa, una completa autonomia o la possibilità di usufruire di alcuni dei servizi della vicina casa di riposo.

Il parco, frutto di un impegno profuso in tanti anni, dà la possibilità di distensive passeggiate tra il verde.

Il complesso de “La Pace”, un tempo di proprietà della Congregazione delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento di Rivolta d’Adda, è stato acquistato dal cavalier Giovanni Arvedi che l’ha donato alla Diocesi di Cremona che, a sua volta, l’ha messo a disposizione della Fondazione “La Pace onlus”. Sempre il cavalier Arvedi ha deciso di accollarsi gli oneri dell’intervento.

«Dopo la fase dei lavori affidata all’ottima impresa di costruzione “Immobiliare Raffaella” di Monticelli d’Ongina – spiega il presidente Lonardi – ora stiamo lavorando per completare le procedure autorizzative. Auspichiamo che la casa di riposo possa essere operativa per l’inizio di febbraio 2014. Quindi ci ritroveremo ancora qui, insieme ai primi ospiti, per l’inaugurazione ufficiale».

«Non appena la fase autorizzativa sarà completata – prosegue Lonardi –, convocheremo una apposita conferenza stampa durante la quale presenteremo le modalità per accedere alle liste d’attesa. Siamo consapevoli del grande interesse che i cremonesi stanno mostrando per questa struttura sia per ciò che concerne i servizi alle persone più fragili sia per la creazione di nuovi posti di lavoro. Tutte le parti stanno lavorando con grande impegno per essere all’altezza delle aspettative. Vogliamo consegnare alla città, nel segno di sant’Omobono, un luogo dove si assiste con competenza e umanità la persona, soprattutto se sola, malata o anziana. E questo sarà possibile grazie alla sensibilità e alla generosità del cav. Arvedi e di sua moglie, signora Luciana, da sempre attenti alle necessità del territorio cremonese, soprattutto delle fasce più deboli».

Si prevede che la casa di  riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” potrà ospitare a regime circa 130 persone. La quota più consistente riguarderà la RSA (residenza sanitaria assistenziale) con 84 posti, distribuiti in stanze a due posti o singole, tutte con bagno dedicato. Le rette, in linea con quelle della provincia, varieranno in base alla possibilità o meno di godere del contributo regionale.

Sempre nell’edificio principale troverà spazio, inoltre, il centro diurno integrato (CDI) con 20 posti.

Nella ex casa della suore, invece, saranno disponibili 7 camere per 1 o 2 posti in comunità alloggio, oltre a 6 alloggi protetti, adatti per una o due persone.

Importanti anche i numeri a livello occupazionale: a regime la struttura dovrebbe contare su una sessantina di addetti, a cui si aggiungeranno i dipendenti delle ditte esterne che saranno coinvolte dal sistema di servizi agli anziani. Tantissimi i curricula arrivati nei mesi scorsi alla Fondazione: proprio per questo motivo le selezioni si stanno protraendo più del previsto.

«Sono particolarmente lieto – ha affermato il vescovo, mons. Dante Lafranconi – di aver visitato questa struttura alla vigilia della festa patronale di sant’Omobono, “padre dei poveri e costruttore di comunione”. Questa ricorrenza per la nostra Diocesi ha un grande significato non solo spirituale, ma anche sociale: proprio 25 anni fa il vescovo mons. Enrico Assi benedì la “Casa dell’Accoglienza”, segno profetico di una Chiesa che vuole stare sempre a fianco dei poveri. E negli anni seguenti, sempre nel giorno di sant’Omobono, sono state inaugurate la “Casa della Speranza”, che ospita i malati di Aids, e la “Casa della Comunicazione”, sede dei diversi media diocesani. Oggi consegniamo idealmente alla città un’altra preziosa e indispensabile opera di alto valore sociale grazie alla generosità della Fondazione Arvedi-Buschini e all’impegno del Consiglio di amministrazione de “La Pace”».

«Si tratta – ha evidenziato ancora mons. Lafranconi – di un ambiente luminoso e funzionale, immerso nel verde pur essendo nel cuore della città, dove accogliere, con dignità e professionalità, le persone anziane, riservando loro un’attenzione non solo di carattere medico o assistenziale, ma anche umano e spirituale. L’ispirazione cristiana richiede, infatti, che si abbia cura della persona nella sua integralità».

«Non si deve poi trascurare il fatto – ha concluso il Vescovo – che, mentre si dispone una struttura a servizio degli anziani, si crea l’opportunità, per nulla irrilevante in questo tempo di crisi economica, di mettere al servizio della Città nuovi posti di lavoro che permetteranno a decine di persone e alle loro famiglie di poter contare su un impiego sicuro».

«Essere qui oggi in concomitanza con la festa patronale di sant’Omobono – ha dichiarato il cav. Giovanni Arvedi – rappresenta un momento ricco di molteplici significati: spirituali, sociali, solidaristici. Corono un desiderio ed un’aspirazione che viene da lontano: già anni fa, infatti, avevo contattato la Congregazione delle Suore Adoratrici per l’immobile, ma a fronte dell’impossibilità all’epoca emersa, avevo commissionato un progetto per realizzare questa struttura a Porta Mosa. Oggi, grazie alla convinta condivisione di S. E. il vescovo mons. Lafranconi, offriamo alla città e al territorio una struttura che vuole essere vicina alle persone anziane in un momento di fragilità e, talvolta, solitudine della propria vita, offrendo loro una assistenza non solo sanitaria e sociale di elevato livello, ma ponendo la persona al centro dell’azione assistenziale, avendo cura non solo dei bisogni del fisico, ma anche dell’anima. Potrebbe essere, idealmente, la porta che il tenente Drago de “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati spalanca, lasciandosi avvolgere dalla luce di un nuovo giorno».

«Sarebbe un ulteriore segnale di attenzione – ha proseguito il Cavaliere – se il Consiglio di amministrazione della fondazione “La Pace” guidato dal presidente Umberto Lonardi, che ringrazio unitamente a tutti i consiglieri per il fattivo e tenace impegno dimostrato, potesse prevedere soluzioni di particolare attenzione agli ospiti con una situazione economica critica, così da fornire un ulteriore e concreta dimostrazione dell’ispirazione cristiana del nostro agire».

«Affidando questa struttura – ha quindi concluso il cav. Arvedi – alla benevola protezione della Madonna di Lourdes, la cui statua è presente nel parco della struttura, ringrazio i progettisti, l’impresa che ha compiuto i lavori, l’Asl di Cremona e tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione di questa opera».

Cremona, 12 novembre 2013

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