Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 21.23

27 grandi imprese all’Ue: ''Dal 2035 permettere la vendita solo di auto elettriche''

IKEA, Volvo, Uber, Coca Cola, Sky, Enel X hanno sottoscritto una richiesta congiunta

| Scritto da Redazione
27 grandi imprese all’Ue: ''Dal 2035 permettere la vendita solo di auto elettriche''

27 grandi aziende europee  – Allego, Ample, Arrival, Chargepoint, Coca-Cola European Partners, Electreon, Enel X, EV Box, Fastned, Greenway, Iberdrola, IKEA Retail, Leaseplan, Leclanché, Li-cycle, Lime, Metro, Novamont, Novo Nordisk, SAP Labs in France, Schneider Electric, Sky, Uber, Vattenfall, Verkor, Volvo Cars, Vulcan Energy – imprese che insieme hanno un fatturato che sfiora il PIL della Danimarca e danno lavoro a tante persone quanti sono gli abitanti di Torino. – tra loro, nomi del calibro di Coca-Cola European Partners, IKEA Retail, SKY, Uber, Volvo alle quali si aggiungono le italiane Enel X e Novamont – e 6 associazioni dei comparti automotive, energia, sanità e finanza hanno sottoscritto un appello congiunto rivolto alle istituzioni dell’Unione europea e ai governi degli Stati membri che chiede di  «dichiarare il divieto di vendita di auto alimentate da motori a combustione interna (diesel, benzina e persino ibride) non più tardi del 2035».

Nell’appello, promosso da europea Transport & Environment (T&E) ed è aperto alla sottoscrizione di qualunque azienda europea voglia unirsi al gruppo,  si legge che «Quest’anno i legislatori europei devono concordare una nuova e più ambiziosa legislazione sul clima, per garantire che l’Ue faccia la sua parte nel dimezzare le emissioni globali entro questo decennio. Fissare un obiettivo di CO2 per i costruttori di veicoli a 0 grammi per chilometro entro il 2035 sancirebbe l’eliminazione graduale delle auto a benzina e diesel (compresi gli ibridi)».

A giugno la Commissione europea proporrà nuovi obiettivi a giugno come parte del pacchetto legislativo “Fit for 55” che punta a mettere l’Ue sulla buona strada per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e raggiungere le emissioni net zero entro il 2050. Secondo l’appello, questo «metterebbe in moto una trasformazione sistemica e renderebbe la Ue leader globale in un settore chiave per un futuro a zero emissioni».

I 33 firmatari ricordano che auto e veicoli commerciali leggeri sono responsabili non solo del 15% di tutte le emissioni di CO2 in Europa, ma rappresentano anche il 26% (la maggiore fonte) di emissioni tossiche di ossido di azoto, che ogni anno provocano malattie croniche e la morte prematura di 54.000mila europei. Per non parlare dei 200 miliardi di euro spesi ogni anno per l’importazione di petrolio.

Secondo T&E, «I veicoli elettrici offrono ora l’opportunità di sostituire i motori a combustione interna e inaugurare una nuova era di mobilità a zero emissioni. La domanda di queste auto sta crescendo rapidamente nonostante la pandemia: esse rappresentano oltre il 10% dei veicoli venduti in Europa nel 2020. Decretare lo stop alla vendita degli altri tipi di auto fornirebbe un chiaro segnale alle case automobilistiche, ai fornitori di infrastrutture di ricarica, al settore energetico e alle istituzioni finanziarie per fare gli investimenti necessari alla “transizione” sottolineano i promotori dell’appello alle istituzioni comunitarie».

Anders Kärrberg, responsabile della sostenibilità globale di Volvo Cars, aggiunge: «Pianificando di diventare un’azienda di auto completamente elettriche entro il 2030, Volvo Cars intende segnare il passo nella transizione verso la mobilità a zero emissioni all’interno del proprio settore. Ma per accelerare questa transizione sono necessari anche una chiara direzione e un sostegno da parte del governo. Volvo Cars è quindi lieta di unirsi a questo appello affinché la Commissione europea proponga una data di fine delle nuove vendite di veicoli con motore a combustione interna nell’UE entro il 2035. Sono inoltre cruciali ulteriori misure per aumentare la domanda dei consumatori europei per i veicoli elettrificati e il rapido sviluppo di un’infrastruttura di ricarica completa».

Per Andrea Di Stefano, responsabile progetti speciali di Novamont, «Il settore automotive impatta in modo molto consistente sul totale delle emissioni climalteranti. Ha quindi un ruolo centrale nella transizione ecologica che dobbiamo riuscire ad attuare in breve tempo. Per questo Novamont ha deciso di essere nel primo gruppo di aziende europee che hanno sottoscritto questo appello, confidando che molte altre realtà industriali seguiranno: se le istituzioni europee e nazionali aderiranno a questa proposta, farebbero fare un passo in avanti enorme e nella direzione giusta al nostro continente. Della riduzione di emissioni di CO2 e di altre sostanze inquinanti trarrebbero vantaggio sia la salute collettiva sia molti altri comparti produttivi, a partire da quello agricolo. Sulle questioni ecologiche non dobbiamo infatti ragionare per compartimenti stagni: le buone scelte portate avanti in un ambito stimolano conseguenze positive su tutto l’ecosistema economico, ambientale e sociale».

Anabel Diaz, direttrice generale regionale per Europa, Medio Oriente e Africa di Uber, sottolinea: «Gli obiettivi ambiziosi dell’Ue sono fondamentali per accelerare l’adozione dei veicoli elettrici. Applicare entro il 2035 degli obblighi a tutti i nuovi veicoli venduti in Europa accelererà la disponibilità di auto elettriche nuove e di seconda mano a prezzi accessibili. In questo modo si abbatterebbe uno degli ostacoli principali al passaggio verso veicoli elettrici per i conducenti ad alto chilometraggio – come quelli sulla piattaforma Uber – con un impatto enorme sul clima. L’obiettivo di eliminazione graduale dall’UE e la cooperazione dell’intero ecosistema EV consentirà una transizione più rapida verso una mobilità più sostenibile che Uber ha sostenuto attraverso i propri obiettivi di avere un parco auto al 50% elettrico entro il 2025 in sette città e al 100% entro il 2030 in tutta Europa».

Veronica Aneris, direttrice per l’Italia della Federazione europea T&E, conclude: «L’elettrificazione di auto e furgoni è inevitabile per il clima, per i consumatori e per la strategia industriale europea. Le imprese ora vogliono chiarezza sulla velocità della transizione per pianificare e prepararsi. Solo i legislatori dell’Ue possono fornirla, indicando la data della fine delle vendite di auto e furgoni con motore a combustione interna».

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