Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 20.13

Artisti italiani per l'EXPO: Andrea G. Pinketts

In tema di EXPO 2015 ecco l'opinione di Andrea Pinketts, milanese, uomo di cultura e di spettacolo, sempre originale nelle sue affermazioni

| Scritto da Redazione
Artisti italiani per l'EXPO: Andrea G. Pinketts

Andrea Pinchetti (Pinketts), è nato a Milano nel 1961. Pinketts è tra i più conosciuti giornalisti e scrittori della letteratura italiana noir. I suoi libri sono stati tradotti in svariate lingue. Alla sua lunga carriera da scrittore ha affiancato l’attività di giornalista investigativo conducendo delicate inchieste per conto di diverse e prestigiose riviste nazionali. Pinketts ha ricevuto numerosi premi letterari, tra i più importanti citiamo il premio letterario "Gran Giallo Città di Cattolica" in due edizioni del Mystfest ed il premio Scerbanenco. Nel 1987 ha recitato nel film “Via Montenapoleone”, di Carlo Vanzina, interpretando il ruolo di un giornalista collaboratore di Luca Barbareschi. Nel 2004 ha scritto per il teatro come drammaturgo per il musical “Orco Loco”, interpretato da Francesco Baccini. Nel 2006 ha ricevuto dall'Assemblée Nationale de la République Française la Medaglia d'onore per meriti artistici e culturali. Autore di molti romanzi che oscillano sempre tra il noir ed il grottesco, Pinketts ha svolto il ruolo di opinionista in diverse trasmissioni televisive. Dal gennaio 2011 è inviato della trasmissione televisiva “Mistero” in onda su Italia 1.

Domande:

1) Quali sono le aspettative della città di Milano con l’avvicinarsi dell’evento Expo 2015? Cosa pensa lei dell'EXPO?

Tutti noi siamo rimasti abbastanza perplessi non tanto non tanto in merito al concetto di Expo 2015 che è assolutamente straordinario ma rispetto al rallentamento delle operazioni derivanti dal passaggio di consegne da un sindaco all’altro. Tra la gente ritrovo spesso pensieri discordanti: c’è chi è vagamente ottimista, chi addirittura diventa una sorta di condottiero dell’evento, oppure c’è chi pensa che l’esito della manifestazione si rivelerà un autogol. Credo che Expo rappresenti una grandissima occasione per Milano e l’idea di trasformare la città, senza perdere i punti di collegamento con il proprio passato, significa migliorare e questo è quello che va assolutamente auspicato. Sono inoltre a favore del cambiamento quando questo apporta nuove prospettive di sviluppo che si realizzano non soltanto a livello edilizio ma anche sul piano umano. Ma è pur vero che se il vecchio Bar Magenta si trasformasse in un McDonald's sarei pronto da subito a cambiare città. In conclusione, come sono scettico possibilista quando conduco la trasmissione “Mistero” così sono scettico possibilista per quello che concerne Expo. Penso che la questione si collochi esattamente a metà tra gli estremi delle posizioni ideologiche.

2) A suo avviso quale ruolo potrebbe svolgere il settore cinematografico per l’evento mondiale?

 Una volta esistevano le prime visioni dei film nelle sale cinematografiche, i proseguimenti delle prime visioni seguite dalle seconde visioni. Verso gli anni ’80, con l’avvento della televisione commerciale, divenne però più comodo seguire i film da casa. Questo fatto cambiò inevitabilmente l’approccio della gente verso il cinema originando un deflusso dalle sale cinematografiche e la chiusura di molte di queste soprattutto quelle collocate nelle periferie delle città. In seguito vi fu l’avvento delle multisale. Milano restò un cantiere cinematografico fino alla metà degli anni ’80, anche grazie agli introiti derivanti dalle pubblicità, in cui la maggior parte dei film venivano girati in città, rendendola un vero e proprio set naturale all’aperto. A riguardo mi ricordo il film realizzato nel ’84 “Il ragazzo di campagna” di Renato Pozzetto in cui si vedeva l’attore circolare con il suo trattore in Corso Vittorio Emanuele, all’epoca non ancora zona pedonale. Ad oggi ciò sarebbe impensabile, in queste zone si possono vedere girare soltanto brevi set pubblicitari. Nonostante questo mi piacerebbe molto se il cinema venisse rilanciato, soprattutto quello concentrato a Milano. Sarebbe un mio grande auspicio se questa possibilità si concretizzasse con l’occasione dell’Expo.

3) Gli artisti e i registi come potrebbero promuovere la città per l’occasione?

Essendo il cinema italiano essenzialmente romano-centrico penso che l’occasione dell’Expo non sia ancora sentita come invece dovrebbe. Le poche persone che oggi percepiscono le possibilità dell’evento per la città sono gli attori locali, i continuatori della vera tradizione cabarettistica, quella più vicina al cuore di Milano. Credo che sia giusto realizzare durante il periodo dell’Esposizione eventi culturali all’insegna dell'intrattenimento, ma anche della comicità e dello svago, cosa che la città ha sempre amato e di cui oggi si avverte maggiormente la necessità.

4) Ha qualche iniziativa particolare da lanciare in grado di coinvolgere maggiormente i cittadini?

Da circa 22 anni ho ideato le “birrerie sociali” in cui, ogni giovedì in luoghi diversi della città, sono proposti diversi incontri letterari. Prossimamente alcuni di questi saranno realizzati all’interno di un centro commerciale, il Family Village, ubicato tra Milano e Sesto San Giovanni. Lì si potrà ritrovare un’area dedicata appositamente alla cultura e all’intrattenimento. Il contesto prescelto, di grande flusso e transito di persone, fornirà alla cultura un maggior risalto e attenzione permettendone una fruizione più ampia da parte dei cittadini.

5) Per quanto riguarda "Il circuito Città d'Arte della Pianura Padana", composto da luoghi ricchi di storia, arte, cultura, prelibatezze enogastronomiche italiane ed elementi di pregio naturalistico da visitare, secondo Lei come può essere valorizzato al meglio per L'Expo 2015 e quale apporto potrebbero fornire gli artisti in questi luoghi con l'occasione? In particolare, l'organizzazione di pacchetti turistici comprensivi di ingresso all'Esposizione e visita alle città d'arte italiane potrebbe rappresentare una modalità utile per rilanciare il turismo culturale in Italia in un'ottica di lungo termine?

Anzitutto bisogna ricordare che Expo 2015 è un evento che coinvolge non soltanto Milano ma l’intera Nazione. In tal senso un importante ruolo può essere svolto dalle città italiane durante l’evento mondiale. Le undici città che costituiscono l’Associazione “Circuito Città d'Arte della Pianura Padana”, collocate nelle regioni Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, hanno il vantaggio di essere facilmente raggiungibili da Milano e ben collegate tra di loro. Dispongono tutte di innumerevoli risorse e attrattività: centri storici antichi e affascinanti, itinerari naturalistici da conoscere, ristoranti e trattorie dove assaporare le eccellenze enogastronomiche locali e i diversi prodotti tipici certificati di qualità, strutture ricettive di ottimo livello in grado di accogliere turisti e visitatori, infine una notevole produzione di eventi culturali durante tutto l'arco dell'anno cosa che le rende particolarmente attrattive: manifestazioni artistiche, letterarie, musicali e teatrali, mostre di scultura e di pittura, e poi: musei, gallerie d'arte e spazi espositivi. L'idea di proporre pacchetti turistici all'insegna della cultura e dell'arte con ingresso all'Expo e con visita ad una o più città d'arte, da collocare sul mercato dei tour operator e delle agenzie di viaggio nazionali ed internazionali, potrebbe rappresentare una buona idea. Intercettando i turisti provenienti dalle varie Nazioni estere per l'Expo 2015, si permetterebbe loro di far conoscere e apprezzare le varie città d'arte italiane. L'occasione fornita è irripetibile: gli operatori culturali, quelli della filiera turistica, le imprese possono promuovere il territorio con l'occasione dando evidenza alle peculiartà locali e alle componenti italiane d'eccellenza. Un'offerta turistica ben formulata, con un buon coinvolgimento ed un'ampia adesione da parte degli interessati, non può che giovare al turismo culturale favorendone la crescita e lo sviluppo a vantaggio dei territori e dell'economia turistica per l'Esposizione e anche oltre l'evento in sè.

Fonte: Christian Flammia

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