Bersani non parla di “ nuovo ulivo” e questa è una buona notizia.
Ho ascoltato Pier Luigi Bersani a otto e mezzo. Non ha mai parlato di “ nuovo Ulivo”. Bene , questa è una buona notizia.
Bersani non ha rilanciato la solita ricetta del “ nuovo ulivo” ma, ha detto che il PD, in quanto primo, virtuale , partito, ha il dovere di proporre un’ alleanza dei progressisti e dei moderati.
Quella possibile alleanza, varata a Vasto, fra PD-IdV-Sel, è troppo “ stretta” ed avrà le difficoltà programmatiche già viste.
Altri passaggi importanti:
-l modello “ Berlusconiano” del leader non funziona, l’uomo solo al comando aumenta la distanza fra i cittadini e la politica, quindi è sbagliato che ci sia il nome sulla scheda..;
-prima il programma, una decina di punti e poi le primarie fra le forze che sottoscrivono il programma di governo come vera alternativa al centro-destra;
-se il PD deciderà che lui sarà il candidato Premier, accetterà, non in virtù della norma statutaria, ma appunto di una scelta politica e si sottoporrà alle primarie di coalizione, con regole precise.
Finalmente ricolloca il PD in una posizione centrale ( da Sel al Terzo Polo) non facendosi tirare la giacca a sinistra da Sel e verso il versante “ giustizialista” da Di Pietro.
Certo il terzo polo è ancora una nebulosa in movimento. Si parla di una scesa in campo di Montezemolo, di altri..Ma sicuramente il PD non può non fare a questo schieramento una proposta politica precisa di governo.
Ed i contenuti programmatici?.
Bè mi pare che siano chiari, dalla politica estera alla politica economica e sociale, passando dalla necessità di far “ pagare la crisi a chi ha avuto i maggiori benefici” con un sistema fiscale alleggerito sui lavoratori dipendenti ,pensionati e imprese, che ricerchi le risorse nei “ patrimoni” sia mobili che immobili molto forti che oggi sono nascosti.
Infine un ragionamento sui giovani e sulla manifestazione di sabato 15 p.v.
Come da più parti è stato sottolineato il movimento degli “ indignati” è forse, dopo anni, il primo movimento di giovani ( e non poteva essere diversamente) “ antisistema”. Questo, secondo Bersani, può comportare dei rischi, ma i giovani “vanno ascoltati” ed è necessario interloquire con loro.
Un “ bel” Bersani insomma che ha posto i problemi veri sul tavolo e che vuole vedere “ le carte” dei possibili alleati.
Gian Carlo Storti