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Brasile,Turchia,Grecia e Italia. I giovani protestano | G.C.Storti

| Scritto da Redazione
Brasile,Turchia,Grecia e Italia. I giovani protestano | G.C.Storti

Brasile,Turchia,Grecia e Italia. I giovani protestano | G.C.Storti
I giovani brasiliani ed il calcio.
Le manifestazione dei giovani brasiliani “contro” il mito del calcio direi che sono significative di un mondo che cambia e che chiede più giustizia sociale. Abbiamo sempre conosciuto il Brasile come la patria del carnevale  e del calcio  e dei “ carioca” con milioni di persone che hanno sempre partecipato a questi due grandi eventi che ci hanno raffigurato  questo paese disposto a subire tutto pur di avere il carnevale ed il calcio. Le manifestazioni di questi giorni contro gli aumenti dei biglietti dell’autobus e le spese pazze per la costruzione degli stadi in vista dei futuri campionati del mondo di calcio ci fanno scoprire che queste masse popolari non sono disposte  a tutto pur di avere il calcio. Chiedono più giustizia sociale. Buon segno. Da condannare senza appello le modalità con le quali le forze dell’ordine hanno gestito le manifestazioni: una modalità tipica dei regimi autoritari anche se non si sono raggiunti i livelli della Turchia.
I giovani turchi.
Non  mi riferisco ai giovani turchi del PD, ma a quei giovani che in queste settimane stanno combattendo, in piazza Taksim di Istambul si battono non solo contro la distruzione di un parco ma contro un processo di islamizzazione di quel paese guidato da Erdogan. Giustamente un alto politico della UE ha detto che quei giovani sono pronti ad entrare in Europa  mentre il loro capo del governo no . Da condannare senza appello le modalità con le quali le forze dell’ordine hanno gestito le manifestazioni: una modalità tipica dei regimi autoritari.
I giovani greci.
Nei mesi scorsi abbiamo visto decine di manifestazioni di protesta contro le politiche europee per la Grecia che sono sfociate in violenze. In parte protagonisti di questi scontri sono stati sia i giovani di destra che di estrema sinistra. Le proteste contro le politiche della troika per “ guarire” la Grecia erano, sono e saranno giustificate. L’Europa sulla Grecia ha sbagliato proprio tutto tantè che le forze antieuropee si sono rafforzate. Mi sono più volte chiesto il perché di quelle violenze. Due sono le ragioni credo. La prima è la disperazione dei ceti popolari e la seconda è proprio la scelta che alcune forze politiche ( ahimè di destra e sinistra estrema) hanno fatto. La protesta è stata incanalata verso la ribellione e questo ha indebolito e sta indebolendo il regime democratico greco.
I giovani in piazza in Italia.
Nel corteo  di Cgil-Cisl-Uil  di sabato 22 giugno a Roma sotto lo striscione “Lavoro e democrazia” i giovani che hanno partecipato non hanno nulla di diverso di quelli brasiliani, turchi o greci . Pure loro protestano per il futuro e contro le ingiustizie. Sono diverse le forme. In quei tre paesi dove lo stato democratico è più debole, meno forte, la protesta arriva alla ribellione da noi no. O meglio non ancora. Tutto sommato il sistema tradizionale della democrazia sindacale organizza ed incanala la protesta senza la ribellione. Questo è un fatto altamente positivo che tiene però ancora per quanto? I giovani italiani, questa generazione sta pagando un prezzo altissimo all’idea di Europa. O il governo Letta riesce a trovare una strada che fornisca prospettive ai giovani oppure il rischio di una rottura democratica puo’ davvero esistere. Fino ad oggi non c’è non perché vi è il M5S ( anche se è vero che è anch’esso un canale che raccoglie la protesta) ma appunto in quanto le strutture sociali democratiche del paese tengono e non vi sono , per il momento, governanti che spingono alla ribellione sociale per aumentare i loro consensi.

Per chiudere questa riflessione credo che i giovani di questi quattro paesi siano fra ti loro uniti su un punto: la paura del domani o meglio vedono un domani privo di prospettive che dia loro delle alternative. Il problema della politica  e della democrazia è quello di creare un futuro. Altrimenti  avremo  decine e decine di migliaia di giovani, forse milioni, che non si riconosceranno più in queste strutte statuali che li emarginano.

Gian Carlo Storti
22 giugno 2013

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