Martedì, 21 maggio 2024 - ore 01.46

Carlo Vezzini Presidente della Provincia di Cremona s’i è insediato.

Il Presidente ha giurato ed il consiglio ha convalidato gli eletti.

| Scritto da Redazione
Carlo Vezzini Presidente della Provincia di Cremona s’i è insediato. Carlo Vezzini Presidente della Provincia di Cremona s’i è insediato. Carlo Vezzini Presidente della Provincia di Cremona s’i è insediato.

Convocazione del primo Consiglio Provinciale. Il presidente della Provincia di Cremona Carlo Vezzini ha convocato il primo Consiglio Provinciale del nuovo mandato per giovedì 30 ottobre alle ore 16.30 presso la sede dell'Amministrazione Provinciale, in corso Vittorio Emanuele II a Cremona.

All'ordine del giorno di questa seduta inaugurale la convalida degli eletti, il giuramento del Presidente e alcune comunicazioni del Presidente stesso circa i prossimi adempimenti del nuovo ente di area vasta.

La riunione, che si terrà  nella sala consiliare, è aperta al pubblico.

Ricordiamo che, a seguito delle elezioni di secondo livello del 12 ottobre scorso, sono risultati eletti al Consiglio Provinciale, oltre al Presidente Carlo Vezzini: Stefania Bonaldi, Fabio Calvi, Andrea Virgilio, Davide Viola, Diego Vairani, Ivana Cavazzini (per la lista “Vezzini Presidente - Per la Nostra Terra”); Paolo Abruzzi, Giovanni Rossoni, Federico Fasani, Alberto Sisti (per la lista “Centrodestra per Cremona”); Giuseppe Tomaselli (per la lista “Lega Nord”) e Pietro Fiori (per la lista “Cantiere Civico”).

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Discorso d'insediamento di Carlo Vezzini Presidente della Provincia

Sig.re e Sig.ri Consiglieri,

è con grande onore - e anche con un po' di emozione - che mi accingo oggi ad inaugurare il nuovo mandato del Consiglio Provinciale. In occasione di questa seduta d'insediamento auguro a tutti i consiglieri eletti, ai membri dello staff, ai dirigenti, agli impiegati e a tutti i lavoratori dell'Amministrazione Provinciale di Cremona un sincero augurio di positivo e proficuo lavoro.

In apertura permettetemi di rivolgere un pensiero ed un ringraziamento a tutti i candidati che si sono presentati, nelle varie liste, alle elezioni provinciali del 12 ottobre scorso e ai tanti amministratori locali che, in quella circostanza, si sono recati alle urne per scegliere i loro rappresentanti in questo nuovo ente di area vasta. Colgo l'occasione anche per porgere un doveroso saluto alle persone che mi hanno preceduto in questo ruolo durante lo scorso mandato, ovvero il Presidente - ora eurodeputato - Massimiliano Salini e il Commissario prefettizio Gianluca Pinotti.

Questa seduta inaugurale rappresenta senza dubbio un passaggio epocale nella storia di questo ente, che da oggi dovrà necessariamente voltare pagina, ripensando profondamente il proprio ruolo e le proprie competenze. A seguito della riforma Delrio le Province, nella forma e nella fisionomia che abbiamo conosciuto finora, non esisteranno più. Infatti, con un processo legislativo tuttora in corso, le amministrazioni provinciali si sono trasformate in enti di area vasta di secondo livello, composte esclusivamente da amministratori locali e con deleghe specifiche a servizio dei Comuni del territorio.

Per quanto concerne, appunto, il tema delle deleghe il quadro è ancora in via di definizione. La legge Delrio ha attribuito alle Province solo alcune funzioni fondamentali, in modo particolare su edilizia e gestione scolastica, strade e viabilità, ambiente e coordinamento territoriale. Oltre a queste, le Province lombarde e la Regione Lombardia stanno discutendo, anche sullo sfondo di un ampio dibattito a livello nazionale, sull’attribuzione di altre funzioni delegate escluse dalla riforma. Si è ancora in attesa di una risposta definitiva per la distribuzione di queste deleghe: ovviamente rimane ancora aperto il tema delle risorse economiche necessarie allo svolgimento delle funzioni fondamentali e di quelle eventualmente delegate.

Oggi dobbiamo tuttavia ribadire con forza che, nell’ambito del procedimento di riordino delle materie attualmente esercitate dalle Province, fino all’emanazione della normativa attuativa di Stato e Regioni, le Amministrazioni Provinciali continuano a svolgere tutte le attuali funzioni senza soluzione di continuità. Solo al termine di questo periodo le funzioni, unitamente alle risorse umane, finanziarie e strumentali necessarie per il loro svolgimento, verranno assicurate dall’ente subentrante nei casi previsti dalla normativa. Un periodo di transizione che mi auguro sia breve e che spero possa portare ad una chiarezza definitiva nella definizione e nella ripartizione di ruoli e competenze.

In ogni caso il tema delle risorse economiche da destinare all’ente merita un’attenta e seria riflessione.  Nell'immediato le risorse che abbiamo a disposizione le indirizzeremo sulla base di pochi ma funzionali progetti utili al territorio, con scelte oculate e condivise con i Sindaci e i Consiglieri Provinciali. Le priorità sono tante. Ovviamente daremo seguito alle scadenze più imminenti: le opere infrastrutturali in atto, la predisposizione del piano neve per la stagione invernale e il riscaldamento nelle scuole.

In questo contesto però dobbiamo saper guardare anche alla prospettiva futura e strategica dell'amministrazione provinciale. Sono convinto che la nuova Provincia debba essere intesa esattamente come un ente di area vasta a servizio di cittadini, imprese, categorie economiche e sociali. I Comuni e gli amministratori locali del territorio dovranno giocare un ruolo da assoluti protagonisti in questa prospettiva. Sento, a questo proposito, la grande aspettativa degli enti locali del territorio e l'urgente necessità di far comprendere all’opinione pubblica a cosa serve concretamente la nuova Provincia riformata. Io intendo impostare l'amministrazione provinciale come un ente di secondo livello che sarà a disposizione delle esigenze e dei bisogni dei Comuni, nel quale sarà decisivo e determinante il ruolo dei 115 Sindaci del territorio e dei 12 eletti al Consiglio Provinciale. Per questi ultimi la mia intenzione è quella di prevedere anche ruoli operativi, specifici e concordati.

Per quanto riguarda il programma di mandato e le necessità da affrontare mi muoverò in termini assolutamente pragmatici, cercando di condividere il da farsi con i sindaci e tutti i consiglieri provinciali a prescindere dalle appartenenze politiche o territoriali. Affronteremo in tempi rapidi un ampio dibattito circa le strategie da impostare a livello di area vasta. Dibattito che tuttavia dovrà tenere conto, nella sua tempistica, dei temi legati alle attribuzioni delle deleghe e della stesura del nuovo Statuto provinciale.

Il primo adempimento formale che saremo chiamati ad affrontare tutti insieme sarà, infatti, la questione dello Statuto. A questo proposito la mia proposta operativa è quella di creare, nell’immediato, due tavoli di lavoro per la predisposizione di una bozza di testo. Il primo tavolo operativo sarà di esclusivo carattere tecnico, con la partecipazione di alcuni dirigenti dell’ente, del segretario generale e del sottoscritto.

Il secondo tavolo di lavoro avrà invece carattere politico. In questo luogo di discussione e condivisione vorrei avere la presenza di un rappresentante per ogni lista presente in Consiglio Provinciale. Scopo di tale proposta è avere un gruppo di lavoro snello ed efficiente, che possa valutare nel merito le proposte del tavolo tecnico, tenendo conto dell’esiguità del tempo che abbiamo a disposizione. Infatti, per rispettare le disposizioni di legge, vorrei portare infine la bozza del testo statutario, elaborata dai tavoli di lavoro, all’esame dell'Assemblea dei Sindaci del territorio per condividere e portare all’approvazione il nuovo Statuto entro fine anno.

Sulla questione dello Statuto occorre un serio lavoro di approfondimento e condivisione. Infatti se da un lato è vero che esso dovrà occuparsi innanzitutto della definizione di quei tecnicismi che permetteranno il funzionamento del nuovo ente, dall’altro dovranno trovare casa e determinazioni certe anche altri temi strategici, come la definizione delle aree omogenee e la ridefinizione delle consulte territoriali, con l’obiettivo di esplicitare in modo chiaro le competenze e le funzioni di questi nuovi distretti.

A tal proposito la stessa riforma Delrio ha fissato, a grandi linee, solo alcune parti organizzative e istituzionali del futuro assetto statutario delle amministrazioni provinciali. Secondo quanto previsto dalla legge, il Presidente avrà il compito di rappresentare l'ente, convocare e presiedere il Consiglio Provinciale e l'Assemblea dei Sindaci, sovraintendere al funzionamento degli uffici e all'esecuzione degli atti. Il Consiglio Provinciale, composto da 12 consiglieri, sarà l'organo di indirizzo e controllo politico, che dovrà approvare i regolamenti, i piani, i programmi e il bilancio dell'amministrazione. L'Assemblea dei Sindaci, composta dai Sindaci di tutti i 115 Comuni del territorio provinciale, avrà poteri propositivi, consultivi e di controllo secondo quanto disporrà lo Statuto, che verrà approvato ed eventualmente modificato dall'Assemblea stessa.

Il nostro compito, però, sarà anche quello di completare ed ampliare questo assetto istituzionale e dare allo Statuto del nuovo ente un'anima che possa adattarsi al meglio al nostro territorio e alle dinamiche economico-sociali che caratterizzano la nostra Provincia. Dovranno trovare spazio quindi tutte quelle istanze che siano in grado di garantire efficienza e flessibilità, con l'obiettivo di reimpostare una macchina amministrativa che dovrà servire, in primo luogo, ad erogare servizi utili ai cittadini e agli enti locali. Discuteremo e condivideremo tra di noi su come attuare questi principi, cercando di trovare anche una soluzione partecipata alla questione della riorganizzazione del ruolo e delle funzioni dei circondari, fondati su aree territoriali omogenee.

Si tratta,nello specifico, anche di dare una visione di medio periodo al nostro territorio insieme ai Sindaci ed alle comunità locali, formate da imprese e cittadini. Solo con un'attenta strategia amministrativa fondata su alcuni interventi prioritari e condivisi, sostenuti da una oculata politica economica e di reperimento di fondi, anche attraverso bandi europei, potremo costituire quella base solida su cui far ripartire l'economia locale raccordandoci con i territori limitrofi. Ciò a partire da una riorganizzazione dei servizi pubblici erogati dalla Provincia stessa che mettano a disposizione, non solo dei comuni, modelli gestionali funzionali moderni ed in linea con le attese dei cittadini. Una revisione che genera benefici a costo zero e dove vengono rivalutate le professionalità degli enti a beneficio di tutti.

Queste sono le prospettive che abbiamo di fronte a noi, nel breve e nel medio termine. Sono convinto, che con il lavoro sinergico e condiviso che sapremo mettere in atto, riusciremo a riorganizzare ruoli e funzioni per far fronte, nel migliore dei modi, al nuovo quadro normativo e alle mutate esigenze della collettività. Ripeto: il mio metodo di lavoro sarà all'insegna della partecipazione e del coinvolgimento dei Consiglieri Provinciali, dei Sindaci e di tutti gli amministratori locali. La Provincia che andremo a definire e a realizzare sarà rivolta essenzialmente a garantire servizi efficienti ai cittadini e al territorio. Non più un ente che operi in ordine gerarchico sulle amministrazioni locali, ma una rinnovata istituzione che riesca a lavorare in modo utile ed efficace allo stesso livello, su un piano orizzontale, con tutti i Comuni del territorio. Un ente erogatore di servizi, in stretta collaborazione con le amministrazioni comunali, le unioni dei comuni e i riorganizzati circondari.

Avviandomi verso la conclusione, mi soffermo ancora sul tema della progettualità che il nuovo ente di area vasta metterà a disposizione dei Comuni del territorio, perché questo costituisce il vero snodo operativo e la “mission” principale dell’ente che andremo a costituire. A livello pratico, la Provincia dovrà essere stazione appaltante e centrale unica di committenza a servizio esclusivo degli enti locali. La nostra amministrazione potrà inoltre offrire ai comuni vari servizi, come la progettazione tecnica-urbanistica e il supporto per la partecipazione ai bandi nazionali e per l’accesso ai fondi europei.

Ecco i principali punti sui quali vorrei che si lavorasse fin da subito, con la convinzione che l’ente provinciale abbia già a disposizione sia le risorse umane, sia le conoscenze tecniche in grado di realizzare concretamente questo nuovo tipo di progettualità. Il lavoro che abbiamo di fronte tuttavia non sarà né facile, né semplice. Sono convinto però che, con l'impegno di tutti e la condivisione di programmi e prospettive comuni, sapremo affrontare nel migliore dei modi questo delicato passaggio. E' con questa profonda convinzione che auguro di cuore, a ognuno di noi, un buon lavoro!

 

Carlo Vezzini

Presidente della Provincia di Cremona

 

 

 

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