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Cipro, il rifugio dei russi che non appoggiano la guerra di Putin

Molti russi che si oppongono all’invasione dell’Ucraina e al regime di Putin cercano rifugio nei paesi dell’Unione europea. Di Chloé Emmanouilidis per VoxEurope.

| Scritto da Redazione
Cipro, il rifugio dei russi che non appoggiano la guerra di Putin

È fine primavera a Limassol, una località balneare sulla costa meridionale di Cipro: il sole batte sul mare e gli ombrelloni si agitano al vento. Dietro gli occhiali da sole Dmitry Gudkov, esule russo di 42 anni controlla senza sosta il cellulare. Al collo ha un distintivo con i colori della bandiera russa blu e bianca contro la guerra – “il rosso ricorda il sangue versato in Ucraina” – dice, mentre sorseggia il suo caffè.

Gudkov fa parte dei tanti russi che sono emigrati a Tbilisi, Erevan, Istanbul o ancora Tel Aviv. Da quando l’esercito russo ha invaso l’Ucraina, il 24 febbraio 2022, più di 8 milioni di ucraini sono fuggiti dal loro paese, secondo gli ultimi dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR): di questi, circa 3 milioni sarebbero tornati a casa. Invece sono circa 500.000 i russi ad aver lasciato il paese: tra questi giornalisti, oppositori politici, attivisti, dirigenti e uomini d’affari. Tutti hanno scelto di andare in esilio per sfuggire al regime di Vladimir Putin. Questo dato, una stima dello stesso Gudkov, non è stato confermato dal ministero dell’interno cipriota, che non ha risposto alla nostra richiesta di commentarlo.

Alcuni di questi esuli hanno raggiunto Limassol mentre gli Stati Uniti e l’Unione europea imponevano sanzioni internazionali contro la Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina. Alla comunità russa presente sull’isola da lungo tempo si sono aggiunti oltre diecimila ucraini in fuga dalla guerra. Limassol è stata a lungo una destinazione popolare fra gli espatriati russi più benestanti e questo ha valso alla città il soprannome di “Limassolgrad“: in parte per via della sua reputazione di snodo per la finanza offshore russa e di rifugio per coloro che vogliono nascondere la loro ricchezza.

Nel 2020, Cipro ha sospeso il controverso programma soprannominato “passaporto d’oro” o “Golden visa”, che concedeva la cittadinanza agli stranieri in cambio di massicci investimenti in loco. La decisione ha segnato la fine dell’edilizia di lusso a Limassol. Il programma, lanciato nel 2007, era diventato particolarmente vantaggioso con l’arrivo al potere del presidente Nicos Anastasiades nel 2013 e ha permesso di iniettare più di 8 miliardi di dollari nell’economia dell’isola, in deficit dopo la crisi del 2013.

Sulla scia della perestrojka, il vento di riforme che ha segnato gli anni di potere di Mikhail Gorbaciov (1985-1991), la comunità russa, composta da oltre 50mila persone, è cresciuta in modo esponenziale. Oggi abbondano i negozi con insegne in caratteri cirillici, così come giornali, stazioni radio, scuole e chiese russi.

Legge marziale e persecuzione

Gudkov non è esattamente uno sconosciuto in Russia. Dal 2011 al 2016 è stato membro dell’opposizione alla Duma, la camera bassa del parlamento federale russo, e ha votato contro l’annessione della Crimea nel 2014. Nel 2019 il suo partito, Iniziativa civica, si è visto rifiutare la candidatura alle elezioni parlamentari di Mosca. “È una tattica abituale del regime di Putin: se avessimo partecipato, avremmo vinto”, dice Gudkov. Dopo essere stato imprigionato per due giorni, in seguito a uno “scandalo” di riciclaggio di denaro nel quale era coinvolta una sua zia, è stato costretto a fuggire a Cipro nel 2021 con la sua famiglia per timore di essere perseguitato.

[…continua…]

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