Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 15.09

Del 2012 c’è solo la data..per il resto pagano i soliti | F. Guidani

| Scritto da Redazione
Del 2012 c’è solo la data..per il resto pagano i soliti | F. Guidani

E così eccoci ad un nuovo anno. Veramente di nuovo c’è solo la data perché dopo la soddisfazione per la caduta di un governo scombinato che non sapeva più che pesci pigliare e la speranza in una maggiore giustizia sociale, viste anche le promettenti premesse, prendiamo atto che quasi niente c’è di diverso: come si dice da noi è cambiato il suonatore ma la musica è sempre la stessa.
Eh sì, a pagare sono sempre i soliti: NOI. Noi pensionati, noi lavoratori dipendenti, noi giovani che non riusciamo a intravedere una certezza per il futuro. Va beh che ci siamo abituati, ma ora ci sembra effettivamente un po’ troppo. Da altre parti però vengono le proteste più clamorose e drammatiche, in verità più da farsa che da dramma,. Abbiamo visto tutti le piazzate in parlamento, luogo che dovrebbe essere serio per eccellenza, abbiamo sentito e sentiamo le esternazioni di vecchie figure che speravamo fossero finite in un angolo, abbiamo letto e leggiamo sui giornali del nostro ex presidente del consiglio parole di astio e veleno contro chi ha osato usurpare il titolo all’uomo della provvidenza che avrebbe risolto tutti i problemi se lo avessimo lasciato lavorar in pace, e contro di noi CGIL che caparbiamente abbiamo osato chiedere, come sempre, il rispetto dei diritti più elementari.
Care vecchie figure che da anni sono sulla scena con promesse mai mantenute, con bizzarre idee di  secessione, con accuse ora all’Islam, ora agli extracomunitari, ora al meridione, ora all’Europa, poi all’euro e via dicendo, senza mai essere sfiorati dal pensiero che forse un po’ di colpa ce l’hanno anche loro se hanno permesso che il cambio dell’euro valesse 2000 lire per gli stipendi e 1000 invece per i prezzi, come se non sapessero, ma certo gli andava bene così, che c’è stato un trasferimento di ricchezza dalla classe dei lavoratori dipendenti ad altri portafogli, da chi paga le tasse a chi allegramente e impunemente le evade. Caro vecchio ministro che urlava contro i pubblici fannulloni vantando una semplificazione della burocrazia di cui non si accorge ancora nessuno; caro vecchio ministro della semplificazione che non si capisce cosa abbia semplificato e caro vecchio  ministro delle riforme che non sa quali riforme vantare.

Cari vecchi personaggi che, un po’ simili ai burattini che ci divertivano sulle piazze quando eravamo bambini, sbraitano, urlano, fanno opposizione dura a leggi che loro stessi volevano ma hanno avuto paura di decidere! Cari vecchi personaggi che hanno perso la memoria ad esempio del gradone di Maroni che allungava l’età della pensione già molto prima di Monti, o dell’IMU che il federalismo prevedeva avrebbe dovuto prendere il posto della soppressa ICI, degli aumenti delle addizionali IRPEF comunali e provinciali permesse ancora dal tanto vantato federalismo, in cambio dei pesanti tagli imposti agli enti locali e non a se stessi!
Se non ci avessero tanto preso in giro, se non ci avessero fatto tanto male, quasi mi farebbero pena, e invece mi fanno solo arrabbiare quando pretendono di parlare in nome di un popolo che non rappresentano se non in minima parte, quando invocano una secessione che solo loro vogliono, perfezionando e rinfocolando l’antico odio per i “terroni”.
 
In quanto a noi, visto che la speranza è l’ultima a morire, speriamo  ancora che questi ulteriori, pesanti sacrifici servano a far intravedere un domani migliore ai nostri figli e nipoti, a riparare almeno in parte i danni che altri, non noi che paghiamo, hanno fatto, ad impedire che ancora una volta la demagogia e le promesse abbiano il sopravvento sulla realtà del lavoro e i diritti dei lavoratori.
Franco Guindani


 

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