Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 21.04

Deo Fogliazza ci ha lasciato. Le testimonianze di amici e compagni

Enrico Vidali -Fabio Veneroni-Giorgio Barbieri-Patrizia Della Vedova-Torchio-Zyta Barbara Brzozowska-Alessio Picarelli-Arnaldo Marca-Comune di Cremona-Matteo Piloni (Pd)

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Deo Fogliazza ci ha lasciato. Le testimonianze degli amici e  dei compagni

La camera ardente dell’Ospedale Maggiore di Cremona sarà aperta giovedì 10 maggio dalle ore 9 alle 18.Il funerale si terrà Venerdì 11 maggio a partire dalle ore 9.30 nella chiesa dell'obitorio , ore 10.30 commiato nella sala del Polo della Cremazione.

Enrico Vidali :Ciao, Deo Non è ammesso alcun sospiroso, banale “ah… come passa il tempo”. In situazioni come questa, in cui muovi dalla necessità di riordinare le idee che ti affollano la mente per tracciare un sintetico e dai più percepibile profilo dell’ultimo scomparso, sballa qualsiasi scansione temporale degli incroci. Dei primi, che hanno dato la stura ad una consuetudine di frequentazioni e di testimonianze comuni, come dell’ultimo. L’ultimo avvenne quasi un anno fa in occasione della conferenza/consegna del Fondo Borelli all’Archivio di Stato.

Il ricordo del primo si muove nella notte del tempo. Quattro anni di differenza per chi ha doppiato il mezzo del cammin di nostra vita sono un’inezia. Ma se sei meno che ventenne, questo delta ti iscrive d’ufficio ad una diversa classe d’età ai fini dei ruoli nella militanza parallela.

Chi scrive si apprestava a fuoruscire dall’esperienza della militanza giovanile e Deo vi entrava.

La conoscenza personale era altra cosa. Perché, avendo contatti quotidiani col padre Kiro, non potevi non stabilire rapporti anche col retroterra famigliare.

Fogliazza jr subentrava alla guida di una FGCI, la federazione giovanile comunista, strumento di svezzamento politico e di formazione dei quadri destinati ad entrare nella nomenklatura, quando le classi antecedenti di Andrini, Abeni, Azzoni, Mainardi erano già state metabolizzate nella struttura dirigenziale del PCI cremonese.

La loro griffe sarebbe stata quella della lotta per il Vietnam; quella della successiva generazione figiciotta (ed, ovviamente, figiessina) sarebbe stata imperniata, per dirla velocemente, sul ’68. E poiché, per essere veloci non vogliamo in alcun modo travisarne il senso, precisiamo che la cifra comunemente conosciuta di quel contesto era molto simile ad un iceberg.

Quanto stava avvenendo in Europa e, con qualche ritardo, in Italia, era destinato a mettere in discussione “il sistema”, contro cui lottava la sinistra, ma anche gli strumenti interpretativi e la proposta politica della sinistra.

La testimonianza per la democratizzazione della scuola rientrava nell’auspicio e nella rivendicazione di un più ampio afflato democratizzante; che avrebbe nobilitato vasti strati della società e posto in prima fila le nuove classi d’età.

Quella generazione di militanti approdati alla sinistra ed al PCI, che ne era parte considerevole, avrebbe trovato di fronte a sé un terreno d’analisi e di impegno militante significativamente più evoluto rispetto agli standards della lotta di classe.

Insomma, per Deo, che in quella temperie era approdato alla scuola superiore, diventava naturale, anche per lo stigma ricevuto da un contesto famigliare significativamente esposto nella testimonianza sociale e politica, incardinare la propria linea-guida esistenziale nell’impegno militante.

E, poiché abbiamo anticipato che i tempi erano destinati a profondi mutamenti suscettibili di influenzare anche aggiustamenti nella modalità di testimonianza militante, nel breve volgere di tempo anche la struttura giovanile dei movimenti di sinistra avrebbe inevitabilmente dovuto adeguarvisi. Cambiando approcci, gesti e riti, che la consegnavano ad una sorta di addestramento alle funzioni future di direzione di un apparato politico ed organizzativo imponente; per calarsi in una mentalità sensibilmente diversa e congrua ad essere credibile agli occhi delle nuove generazioni.

Da tale punto di vista, Deo, pur essendo in qualche modo cooptato in quello che un tempo si definiva “apparato” dimostrava di aver capito i tempi.

Mentre per le precedenti leve delle organizzazioni giovanili di sinistra era proibitiva la prerogativa del diritto di tribuna nel movimento studentesco, quella successiva conquistò agevolmente i galloni; proprio perché seppe immedesimarsi nei tempi nuovi, con linguaggi congrui e modalità attrattive adeguate.

Deo Fogliazza contribuì, secondo chi scrive anche per ragioni temperamentali, a questo snodo.

Non ricordiamo bene la data, ma portiamo memoria di un aneddoto, da tale punto di vista, significativo.  Si era all’inizio degli anni 70, con un inverno foriero di nevicate abbondanti. Per qualche ora la città era stata messa in ginocchio. Si erano mobilitati diffusi gesti di solidale mobilitazione. Deo aveva capeggiato l’ingaggio volontario di numerosi studenti, che avevano affiancato le operazioni di sgombero.

Ovviamente ricavando, da tale impulso solidale, un’evidenza capace di proiettarlo ancor più nell’attività giovanile del PCI.

Terminati gli studi, divenne quasi scontata l’opzione di entrare nei ranghi definiti, come si celiava a quei tempi, da”rivoluzionario a tempo pieno”.

Per la fattispecie del PCI si trattava di una scelta ideale, dalle profende implicazioni esistenziali.

Che richiedeva, innanzitutto, la focalizzazione di un format che non poteva mai perdere di vista le premesse ed, in secundis, una forte dedizione ed un senso di disciplina congruo ad un apparato in cui il gioco di squadra era essenziale.

Diciamo che, sotto tale punto di vista, quelle regole di ingaggio andarono quasi subito un po’ strette per un temperamento, diciamo, esuberante e non esattamente portato ad interpretazioni conformistiche. Si potrebbe azzardare ben sapendo che il diretto interessato ne rise ne direbbe tuttora, un aparatcik creativo

Fatto si è che, Deo fu mandato a farsi le ossa da futuro dirigente in un contesto decentrato rispetto all’apparato centrale, ma non di meno per questo impegnativo.

Il cerchio di fuoco in cui saltare, come abbiamo scritto un anno fa a commento dell’evento svoltosi all’Archivio di Stato, era rappresentato dalla normalizzazione della complicata situazione soresinese del PCI; in quel momento alle prese con la tentata quiescenza del Sindaco storico Borelli.

Per quanto una patata così bollente esigesse passi prudenti ed eloqui felpati, la gestione da parte dell’inviato della Federazione non si prestò ad interpretazioni equivoche.

D’altro lato, il diretto interessato, chiamato opportunamente un anno fa a testimoniare il suo rapporto con il leader locale, non si lasciò mancare la chiave interpretativa della sua mission: “ i tempi stavano mutando in senso generale”.

Non si può dire che l’esito della vicenda abbia collocato sugli scudi i futuri snodi di carriera politica per Deo.

Quando la ritenne esaurita, ne trasse le conclusioni del caso e s’occupò d’altro. E, va detto, senza troppo pensare a conformistiche convenienze.

Non proprio gettò, come si sarebbe potuto azzardare, la tonaca di rivoluzionario (che, d’altro lato, non era mai stato, in quanto si definiva comunista democratico e liberale) alle ortiche; ma intraprese, con passione e competenza, un’attività sicuramente più congeniale alle sue caratteristiche di comunicatore.

Alla fine degli anni settanta, i segretari delle federazioni del PCI e del PSI, convinsero la cooperazione ad investire nella cultura; subentrando nella gestione dell’a prestigiosa ex Libreria Lorenzelli in Galleria 25 aprile e dell’emittente Teleradiopadana, di cui Deo assunse la direzione.

Ah…sì…negli scenari correnti di libertà d’antenna e di social tutto è facile.

Si immagini invece il contesto di quaranta e passa anni fa. Vero è che Deo, per qualche tempo assistito da Canevari, lanciò una comunicazione moderna, efficace, capace di interpretare anche le aspettative di informazione su temi politici ed istituzionali locali e su problematiche culturali e sociali.

Il giornale delle 13 ad esempio avveniva per buona parte con interviste e servizi in diretta.

Quando anche questa fase si esaurì, Deo si reinventò nel collaterale segmento pubblicitario.

Più tardi avrebbe dato il meglio di sé nel ruolo di comunicatore al fianco del Presidente della Provincia e del Sindaco del Capoluogo; in cui dimostrò sempre professionalità ed equilibrio.

Tenne per un significativo periodo attivo un blog di informazione politica collegato all’Ulivo; assembramento di cui in qualche misura fu convinto antesignano.

Aveva capito che le residue chance di affermazione di un campo moderato della sinistra riformista non potevano che partire, non dalla sommatoria delle preesistenze dei soci di riferimento, bensì da un impegnativo sforzo d’analisi di una situazione in movimento, che avesse come traguardo un progetto di trasformazione della società all’inizio del terzo millennio.

Non ha avuto il tempo per continuare a partecipare a questa sfida, che nonostante alcune impasses decisamente disarmanti, resta ineludibile.

Ciao, Deo!

Fabio Veneroni Ho saputo della scomparsa del caro Deo Fogliazza stamattina dal giornale. Da quel momento è stato un continuo tornarmi alla mente di immagini delle innumerevoli occasioni in cui ci siamo incontrati: conosco Deo fin dai tempi dell'ITIS, io giovane appena arrivato dalla provincia alle scuole superiori della città, lui già lider studentesco...ci siamo incontrati di nuovo nel PCI come amici attivisti, e nuovamente quando da presidente dell'Ass. Latinoamericana l'ho trovato al lavoro nelle istituzioni cremonesi.  Sento un profondo senso di nostalgia nel ricordare Deo per la consapevolezza che con lui scompare un pezzo di storia della sinistra cremonese di cui è stato certamente protagonista a lungo, ma anche perché con lui se ne va un pezzo della storia che ho condiviso. Mi mancherà Deo, mi mancherà il suo sorriso sempre pronto nel salutarmi ogni volta che ci incontravamo... Ciao Deo, mi ricorderò sempre di te. Un abbraccio e sentite condoglianze alla tua famiglia.

Giorgio Barbieri : E' morto un amico, un compagno di mille battaglie, una persona straordinaria. Deo Fogliazza ha perso la guerra con quel mostro che aveva cominciato a farsi sentire qualche anno fa. Lo avevo incontrato nel parcheggio dell'Ipercoop e mi aveva raccontato della malattia che pian piano stava avanzando nel suo corpo. Ma non era abbattuto, avevamo parlato di lavoro e ci eravamo messi d'accordo di mettere per iscritto la storia del movimento studentesco cremonese. Quella che lui aveva iniziato nella nostra città, all'Itis alla fine degli anni Sessanta. Lui era qualche classe più avanti di me, era già un leader. Ricordo i suoi comizi volanti armato di megafono sulla pianta di fico che c'era nel cortile della sezione chimici davanti all'Ala Ponzone. Ricordo i suoi interventi nelle prime assemblee studentesche che si svolgevano alla Palestra Spettacolo. Lui, Giancarlo Storti, Edy Trivella, Esterino Brunelli e molti altri riuscivano a trascinare gli studenti. Grazie a lui mi sono avvicinato al movimento, ho cominciato a credere che la scuola poteva essere cambiata. E solo noi studenti potevamo farlo. Deo, figlio del partigiano Kiro, trascinava migliaia di studenti in piazza, sulle strade della città. Ricordo l'occupazione dell'Itis, la resistenza passiva quando la Polizia fece irruzione e ci identificò tutti. Ricordo le sue battaglie contro la droga che allora cominciava a circolare negli ambienti studenteschi. Ricordo la sua grande capacità di analisi politica. Per qualche anno presi in mano io il movimento studentesco dell'Itis e lo feci perchè avevo imparato da lui. Poi ci siamo ritrovati per anni a fianco nelle battaglie politiche e civili che nel nostro Paese stavano crescendo con il passare del tempo. Fu lui a darmi il cambio quando abbandonai la direzione di Trp, TeleRadioPadana, per entrare nel mondo del giornalismo. Deo portò avanti con passione quell'esperienza, quella passione che sapeva metterci in tutto quello che faceva. Ci si incontrava spesso per discutere di politica, musica e calcio. Sì, perchè Deo era tifoso della Cremonese e spesso veniva allo Zini.  Oggi piango la sua scomparsa. Aveva solo due anni più di me ma io lo considero sempre come il mio grande maestro. Tanti anni di amicizia e non ho una foto insieme a lui. Allora rubo quella di Welfare Network dell'amico Giancarlo Storti.

Patrizia Della Vedova ciao amico Deo, grazie per i tuoi insegnamenti, per il tuo esempio, per l'opportunità che mi desti, per la tua rettitudine morale, la tua ricchezza intellettuale. che la terra ti sia lieve ,un caro abbraccio e sentite condoglianze alla famiglia.

Giuseppe Torchio Un caro, vero amico di sempre...se ne va. Un forte abbraccio a Michele ed a tutta la famiglia. Avete sofferto il suo difficile percorso degli ultimi tempi... Con grande affetto, Beppe

Zyta Barbara Brzozowska Nostre condoglianze

Alessio Picarelli Ciao Deo. Ci mancherai

Arnaldo Marca sincere condoglianze ed un abbraccio ai famigliari

Comune di Cremona "Il Sindaco Gianluca Galimberti, tutta la Giunta comunale e la Presidente del Consiglio esprimono il più sentito cordoglio per la morte di Deo Fogliazza e abbracciano con affetto la moglie Ester e il figlio Michele. Deo ha portato la sua storia, il suo impegno, la sua competenza, la sua passione e la sua originalità al servizio delle istituzioni e a favore di una politica per il bene comune. Questo rimarrà come patrimonio e come monito per tutti noi!"

Matteo Piloni (Pd) La scomparsa di Deo Fogliazza ha suscitato profonda commozione in tutta la comunità democratica e del centrosinistra cremonese. Nel suo lungo e attivo impegno politico, Deo è stato sempre in prima fila a sostegno dei valori che contraddistinguono la nostra Costituzione: l’anti-fascismo, anche a testimonianza dell’esperienza di suo padre “Kiro” che aveva militato come partigiano nella Resistenza, la difesa della democrazia e della libertà, il valore dell’impegno sociale e civile.Ricordiamo la sua militanza, fin da giovane, nella Fgci e nel Pci e il suo impegno successivo nell’ambito della politica: come uno dei fondatori de l’Ulivo in città e in provincia si è sempre contraddistinto come un acuto animatore del rinnovamento del centrosinistra a livello locale e nazionale. A nome del Partito Democratico di Cremona, di tutti gli iscritti e militanti, esprimo il profondo cordoglio per la scomparsa del caro Deo e porgo ai familiari, ai parenti e ai conoscenti le più sentite condoglianze.

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