Sabato, 20 aprile 2024 - ore 17.29

I luoghi di vita degli ebrei in Cremona

Gli ebrei arrivarono nel 1441 e furono cacciati nel 1597 dal Re di Spagna Filippo II

| Scritto da Redazione
I luoghi di vita degli ebrei in Cremona I luoghi di vita degli ebrei in Cremona I luoghi di vita degli ebrei in Cremona

Caro Direttore, forse pochi sanno che a Cremona vi fu una presenza ebraica importante. Essi furono poi cacciati dalla nostra città a seguito di un editto del re di Spagna Filippo II

Gli Ebrei giungono a Cremona grazie ad una condotta dei Visconti e degli Sforza nel 1441, lo stesso anno in cui avvenne il matrimonio tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza; sono soprattutto i nobili che necessitano dei servigi degli ebrei (prestiti di denaro per le guerre), fra l'altro il cremonese è terra di confine con la repubblica veneta.

Se non ci fu mai un ghetto, anche per la difficoltà di attuarlo, la comunità si stabilì in tre zone della città: via Torriani, via Porta Marzia e le viuzze medievali intorno alla Cattedrale; zona di Porta Mosa e zona di Via Verdi.

Il deteriorarsi dei rapporti tra la comunità cremonese e quella ebraica si può leggere in tre affreschi della navata centrale e della controfacciata del duomo.

Infatti entrando in duomo ammiriamo del ciclo della vita di Maria e del Cristo l'affresco di B. Boccaccino, la Circoncisione, dove appare addirittura una scritta in lingua ebraica, che definisce la pittura come luogo sacro ebreo, infatti in forza della condotta gli ebrei potevano transitare dal duomo anche durante i riti religiosi.

Nell'affresco del Romanino che rappresenta Ponzio Pilato compaiono dei personaggi con copricapi a turbante gialli che rappresentano gli ebrei, per arrivare al grande affresco della controfacciata del Pordenone

L'insediamento ebraico cremonese nel periodo che va dalla fine del XIV secolo al 1597, anno della definitiva cacciata, ebbe grande rilevanza all'interno del panorama delle presenze ebraiche nell'Italia settentrionale. In quegli anni, Cremona svolse in Lombardia una funzione peculiare rispetto a Milano, tenacemente fedele alla propria politica di rifiuto di stipulare con gli ebrei condotte d'insediamento nella città, diventando così per gli ebrei la capitale de facto del ducato. Oltre all'importante ruolo commerciale ed economico, la presenza ebraica fece di Cremona e Soncino centri di eccellenza per l'arte tipografica. Di particolare interesse anche la storia delle tensioni fra la Chiesa e gli ebrei, con l'intervento diretto nella vicenda cremonese del cardinale Carlo Borromeo e del vescovo della città, Niccolò Sfondrati, futuro papa Gregorio XIV. Fu il "gran disordine de' giudei" di Cremona a preoccupare particolarmente il cardinale milanese e a spingerlo a intervenire presso la corte spagnola di Filippo II per affrettarne la cacciata. Roberto Bonfil approfondisce l'importanza della tipografia cremonese (e di Soncino) e altri aspetti della vita culturale della comunità ebraica nel periodo in questione. Mons. Pier Francesco Fumagalli mette in luce il rapporto fra la città, la Chiesa e la presenza ebraica, partendo dalle origini fino al grande rogo di Talmud avvenuto a metà del XVI secolo. Michele Luzzati analizza la rete di banchi che legava famiglie toscane alla città lombarda, evidenziando i legami commerciali e finanziari dei banchi cremonesi con le altre realtà italiane. Infine, Giovanni B. Magnoli ricostruisce la storia della comunità a partire dalle prime condotte, con particolare attenzione alla lenta genesi del provvedimento di espulsione, che allontanò per sempre gli ebrei da Cremona.

Ringrazio per lo spazio.

 

Niccolò (Cremona)

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