Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 20.11

Idrogeno per decarbonizzare l’industria del vetro italiana

Gruppo di lavoro testerà l’utilizzo dell’idrogeno per alimentare i forni fusori delle vetrerie

| Scritto da Redazione
Idrogeno per decarbonizzare l’industria del vetro italiana

Un gruppo di lavoro composto da Snam, RINA, Bormioli Luigi, Bormioli Rocco, STARA GLASS, università degli studi di Genova, Stazione sperimentale del vetro, IFRF Italia, SGRPRO e RJC SOFT ha avviato una collaborazione per la riduzione delle emissioni nell’industria vetraria utilizzando l’idrogeno.

L’Italia, con oltre 5 milioni di tonnellate annue, è il secondo produttore di oggetti in vetro, un’industria energivora e difficilmente elettrificabile. Per questo il progetto Decarbonizzazione dell’Industria Vetraria: Idrogeno e Nuovi Assetti (Divina), coordinato da Snam, RINA e Bormioli, ha l’obiettivo di «Ridurre le emissioni nella fase di fusione del vetro, che rappresenta più del 50% del consumo energetico complessivo di tutto il processo di produzione. In quest’ottica, la disponibilità di un vettore energetico come l’idrogeno può rappresentare una soluzione valida ottimizzandone l’uso in termini energetici ed emissivi e gestendo le sfide della produzione e del trasporto».

Nel breve e medio periodo, l’iniziativa permetterà, di valutare il risultato dell’introduzione di una percentuale crescente di idrogeno miscelato al gas naturale in forni fusori esistenti e in un regolare regime di produzione. Il gruppo di lavoro evidenzia che «L’opportunità di testare quote significative di idrogeno su forni operativi permetterà di verificare la compatibilità della combustione a base di idrogeno con il materiale vetro in contesti di produzione industriale reale e dopo le opportune sperimentazioni nei laboratori».

Attualmente il principale vettore energetico utilizzato dalle vetrerie è il gas naturale e le emissioni di CO2 si attestano a circa 1.500.000 tonnellate annue: «Nel complesso, circa il 3,5% delle emissioni dell’intero settore manifatturiero. L’impiego di un blend di idrogeno al 30% nei processi fusori del vetro a livello nazionale consentirebbe di ridurre le emissioni di 200.000 tonnellate, pari alle emissioni equivalenti di circa 100.000 autoveicoli».

Nell’ambito del progetto, verranno anche definite e successivamente ottimizzate le regole di progettazione dei futuri forni – i cosiddetti “Forni 4.0” – in grado di garantire le migliori prestazioni anche con percentuali di idrogeno maggiori, fino al 100%.

L’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà, è convinto che «L’idrogeno avrà un ruolo fondamentale nella decarbonizzazione di settori a elevata intensità energetica come quello del vetro per centrare gli obiettivi climatici nazionali ed europei. Questo progetto si aggiunge a quanto stiamo già facendo nei settori dell’acciaio, del trasporto ferroviario e delle ceramiche. Snam, grazie alle proprie infrastrutture e alle proprie competenze, potrà abilitare l’introduzione dell’idrogeno nell’industria, anche a beneficio della crescita economica».

Il presidente e amministratore delegato di RINA, Ugo Salerno, sottolinea che «Continuiamo a lavorare con Snam e con altre realtà per contribuire alla transizione ecologica delle principali filiere energivore. Dopo il primo test con un mix di gas naturale e idrogeno al 30% nella lavorazione dell’acciaio che abbiamo svolto a maggio, le nostre competenze e i nostri laboratori sono a disposizione anche del progetto “Divina”, un importante traguardo verso la decarbonizzazione di un altro settore tra i più significativi del tessuto economico italiano».

Il gruppo di lavoro, tutto italiano, è rappresentativo dell’intera filiera in quanto coinvolge specialisti del settore energetico, gruppi vetrari di primo livello, player nel campo della produzione e del trasporto di combustibile, aziende leader della certificazione e nell’integrazione di sistemi complessi, imprese di progettazione di forni fusori da vetro e centri universitari e di ricerca.

Vincenzo Di Giuseppantonio, amministratore delegato del gruppo Bormioli Luigi, conclude: «In qualità di eredi di una delle più antiche tradizioni industriali europee di produzione di vetro di alta qualità, vogliamo essere protagonisti del processo di decarbonizzazione del nostro settore catalogato come hard-to-abate. La partnership con attori di primo ordine del settore energetico, dell’industria vetraria e del mondo accademico rende il progetto Divina una proposta solida e concreta di percorso di transizione verde e di sostenibilità»

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