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Il Concistoro di Papa Francesco|RAR

| Scritto da Redazione
Il Concistoro di Papa Francesco|RAR

“La Sicilia” quotidiano siciliano di Catania, pubblica, nella edizione regionale del 13 gennaio 2014, a pag. 5, un dettagliato articolo, a firma Andrea Gagliarducci, sul Concistoro nel quale Papa Francesco ha nominato  16 cardinali più tre non elettori. E’  il titolo dato all’articolo che merita alcune riflessioni; recita, infatti,

E’ il Concistoro delle periferie e di schiaffi a presunti predestinati.

La definizione “Concistoro delle periferie” è, quanto meno, riduttivo e deviante perché la nomina di cardinale asiatici, africani e dell’America latina non è un contentino alle periferie, ma il riconoscimento della universalità della Chiesa cattolico-cristiana, sulla scia segnata dal Concilio Ecumenico Vaticano II, che nella “Constitutio Conciliaris Gaudium et Spes” afferma di rivolgersi a:

ogni uomo, ogni gruppo di uomini, senza distinzioni di razza, di continente, di cultura o di religione”. (Gaudium et Spes” parte II, cap. III).

In questa nomina ci leggo il prosieguo dell’itinerario di rinnovamento che Papa Francesco ha intrapreso fin dai primissimi giorni del suo pontificato.

Il giorno dell’elezione, al monsignore che gli porgeva la cappa di ermellino, disse perentoriamente “Questa la metti tu !”;  e non fu un esibizionismo all’inverso, fu espressione di quell’umiltà della Chiesa che  deve parlare come Colei "che cerca insieme agli uomini che cercano".

Pur nel rinnovamento che sta realizzando, Papa Francesco tiene molto a non rappresentare rotture con il passato, specialmente quello più prossimo, ma documenta con i fatti lo spirito di cambiamento che ispira il suo pontificato.

L’attuale nomina è la risposta silenziosa al quel libercolo “Senza radici” scritto da Ratzinger a quattro mani con l’ateo e razzista  Marcello Pera, nel quale il cristianesimo viene presentato come una caratteristica peculiare ed esclusiva della razza occidentale, più antropologica che spirituale, escludendo i 4/5 del pianeta. Francesco ha reso giustizia, cancellando in un sol colpo “le distinzioni di razza, di continente, di cultura o di religione”. (Gaudium et Spes” parte II, cap. III).

Non ci sono stati nemmeno “schiaffi a presunti predestinati”; al contrario questi ci furono nel Concistoro di Benedetto XVI, quando nominò cardinali solamente quanti avevano mostrato di aderire al suo modello teologico neo-illuminista, lontanissimo dalla Fede che alberga nei cuori più semplici, in vista delle dimissioni che aveva già deciso e del conseguente Conclave.

Nelle mani dei nuovi eletti alla porpora cardinalizia, non ci sono rappresentanti o esponenti delle “radici cristiane”, ma semi che dovranno sviluppare una rigogliosa foresta.

L’articolista, con intelligente selezione, riporta il commento del nuovo cardinale cileno Ricardo Ezzati Andrello, che, alla notizia della nomina ha affermato: “E’ un riconoscimento alla Chiesa del Cile, più che alla mia persona. (Omissis). Quella  cilena è una chiesa vive che sta alzando la testa imparando dai suoi errori, ma le sue basi sono piene di fede e di speranza”  (Non di inesistenti radici cristiane n.d.r.)

Rosario Amico Roxas

2014-01-13

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