Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 15.24

Il Movimento 5 Stelle Lombardia contro ‘La farsa della riforma della Sanità’

I pentastellati: «Melazzini sarà il nuovo super Assessore?»

| Scritto da Redazione
Il Movimento 5 Stelle Lombardia contro ‘La farsa della riforma della Sanità’

Durante la seduta odierna di Commissione Sanità era presente, a sorpresa, anche l’attuale Assessore alla Ricerca, Mario Melazzini, rappresentante del Nuovo Centro Destra. Dario Violi, capogruppo del Movimento 5 Stelle in regione, dichiara: «La presenza di Melazzini durante la fase finale della brevissima discussione in commissione è un indizio molto significativo, che fa pensare che la nuova carica di “super-Assessore-tecnico” al welfare possa essere destinata proprio a lui».

Paola Macchi, che ha abbandonato l’aula in segno di protesta, subito dopo la dichiarazione di voto “convintamente contrario” del Movimento 5 Stelle, sia per l’iter di lavoro anomalo che per i contenuti della cosiddetta riforma sanitaria, aggiunge: «Melazzini è una figura nota, ha già ricoperto l’incarico di Assessore alla Sanità durante gli ultimi 6 mesi dell’ultima Giunta presieduta da Roberto Formigoni: sarà stata questa forse la richiesta fatta dal Nuovo Centro Destra per dare il proprio appoggio a questa farsa di riforma? Peccato che, oltre a non essere mai stata “epocale”, questa non si possa più nemmeno considerare una riforma. Ci chiediamo dove siano le soluzioni concrete alle problematiche sanitarie dei cittadini lombardi, le proposte di servizi reali e indispensabili sul territorio; in questa ennesima versione del testo di riforma vediamo invece chiaramente l’interesse prioritario: ridistribuzione di poltrone e incarichi dirigenziali».

Violi, che non ha mancato di far notare le incongruenze presenti nella lunga lista di accorpamenti delle aziende sanitarie e ospedaliere, conclude: «La maggioranza ha dato l’ennesima prova del proprio dilettantismo, o, se vogliamo pensar male, della propria malafede: non si sono tenute in nessun conto le esigenze dei territori, emerse con forza dalle richieste degli amministratori locali, ma si è piuttosto giocato a Monopoli con le aziende ospedaliere, producendo accorpamenti di cui nessuno ha saputo o voluto indicare la ratio».

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