Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 14.49

Il pianeta e l’economia nemici dell’uomo? Di B. Fiori

| Scritto da Redazione
Il pianeta e l’economia nemici dell’uomo? Di B. Fiori

Il pianeta e l’economia nemici dell’uomo?

Si è aperta oggi a Durban la “Cop 17”, la conferenza mondiale voluta dall’Onu per combattere il Global Worming, il Riscaldamento Globale. Per trovare dei comuni piani di azione che realizzino drastici tagli delle emissioni dei gas climalteranti responsabili di questa incombente minaccia, i rappresentanti di circa 200 paesi fino al 9 di dicembre dovranno lavorare duramente. La posta in gioco è fermare la più grave minaccia della storia portata, soprattutto dall’uomo, alla vita del pianeta così come oggi lo conosciamo. 
Se i provvedimenti da prendere non riuscissero a contenere l’aumento della temperatura media del pianeta entro il 2050 in 2 gradi C°, tra qualche decina d’anni chi ci sarà assisterà a eventi meteorologici globali apocalittici, a esodi biblici e a guerre fratricide per il possesso dell’acqua e del cibo. 
Qualche nota di chiarimento. L’anno prossimo si conclude il primo periodo di applicazione del Protocollo di Kyoto (2004-2012), purtroppo mai sottoscritto dai maggiori responsabili delle emissioni, Cina e USA. Sul tavolo di questo “Cop17” le ipotesi sono due: la semplice riconferma della validità del Protocollo di Kyoto per un altro periodo o il suo prolungamento fino al 2020 in vista di un piano che dimezzi le emissioni entro il 2030 e le riduca dell’80% entro il 2050.
Abbattere le emissioni di gas serra vuol dire abbattere l’anidride carbonica (CO2), che è con il vapor d’acqua il prodotto primario della combustione da fonti fossili. Ciò significa, cominciare ad abbandonare la produzione di energia per il sistema industriale e l’autotrazione da queste fonti. Fino adesso, per non penalizzare lo Sviluppo, il Protocollo di Kyoto prevedeva lo strumento dell’acquisto dei diritti di emissione di CO2 da parte dei paesi meno “virtuosi”, leggi ricchi o in via di rapido sviluppo, presso quelli “virtuosi”, leggi quelli per lo più poveri e arretrati. In altre parole, i paesi industrializzati, nel timore di vedere diminuire i loro ritmi di crescita preferivano “comperare” il diritto ad emettere gas serra dai paesi poveri con un doppio vantaggio: continuare a “bruciare” petrolio producendo sempre più “beni” e aprire nuovi mercati dove venderli. Infatti, questi paesi poveri con queste nuovi introiti, acquistando gli ambiti beni dei paesi ricchi, entravano a fare parte del mondo consumista. Insomma, i risultati di questo sono qui: tra il 1990 e il 2009 le emissioni sono cresciute del 38% e l’ammontare del mercato delle emissioni, per il solo 2008, ha raggiunto i 92 miliardi di euro! Questo sistema di “Sviluppo” ha portato la Terra sulle soglie della sua fine e per rimediarvi almeno in parte occorrerebbero enormi risorse economiche. Il fatto è che oggi servirebbero risorse anche più rilevanti per uscire dalla più grave congiuntura economico-finanziaria che si ricordi. Da qui la domanda: è possibile sperare che i nostri nipoti abbiano ancora un pianeta dove vivere? Ed ancora. Qualora l’uomo rinsavisse, c’è qualcuno che sta già pensando a strade diverse da quelle che ci hanno portato fin qui, o si aspetta che la gente scenda nelle strade e nelle piazze, con tutto ciò che di grave questo significa, per chiedere che l’attuale “Sistema” basato sulla crescita infinita dei consumi venga rapidamente cambiato perché insostenibile?

Per il Gruppo di riflessione politica “il frantoio”

Benito Fiori

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