Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 00.44

Italia. Rosario Amico Roxas: ‘L’articolo di De Bortoli infastidisce Marchionne’

Dopo la Ferrari, Marchionne vuole anche il “Corriere della Sera”, intanto spara giudizi dall’alto dei suoi molteplici e remuneratissimi stipendi

| Scritto da Redazione
Italia. Rosario Amico Roxas: ‘L’articolo di De Bortoli infastidisce Marchionne’

L’articolo di De Bortoli sul Corriere della Sera ha puntualizzato lo stato dell’arte del governo Renzi, ma ciò deve essere stato vietato dal manager svizzero/canadese con stipendi italiani e tasse pagate in Svizzera. L’esaltazione di Renzi sembra essere il diktat imposto, che lascia pensare a combine di vertici. Si comincia a parlare, infatti, di una ipotetica unione di fatto tra Renzi e Berlusconi per promuovere un nuovo partito sulle ceneri di FI e sulle discordie alimentate ad arte del PD; è chiaro che Berlusconi, malgrado le attese di nuovi processi, è stato rimesso, o imposto, al centro della politica (l’accenno di De Bortoli al fetore della P2 che si sente in questa oscura faccenda è significativo), ma poiché dai sondaggi l’ex premier risulta perdente con un gradimento inferiore al 10%, ecco la trovata di un nuovo partito, una specie di rinnovata Democrazia Cristiana, ma senza gli statisti che rifecero l’Italia dopo il disastro della guerra; una DC della memoria, con apprendisti politici di contorno, mentre i due furbacchioni incantano la platea sostituendo con la dialettica la programmazione politico-economico-morale e con promesse le giuste attese del “popolo sovrano”. Parlare di Marchionne in questa condizione somiglia molto alle digressioni sui cavoli a merenda; cosa c’entra Marchionne nell’interpretazione dell’attuale situazione politica e della gestione molto sportiva degli accordi con Berlusconi? Su tali accordi, rigorosamente segreti, De Bortoli chiede chiarezza, trasparenza, onestà, progettualità per il bene comune, esorcizzando ogni tentativo di indirizzare l’azione politica del governo Renzusconi al bene privato. Desta preoccupazione il metodo con il quale viene gestita l’attuale fase di riforme: caduta l’ipotesi di riforme strutturali inerenti il ripristino del reato di falso in bilancio, non si parla più di una legge rigorosa sui reati di corruzione, né di perseguire l’evasione fiscale, tutte ipotesi la cui cancellazione dall’agenda del governo sembra proprio che faccia parte integrante dei patti del Nazareno, insieme a precise garanzie sulle aziende di proprietà del pregiudicato Berlusconi. L’attenzione si focalizza su provvedimenti di margine, come la legge elettorale, l’art. 18, la riforma del Senato, ma sempre con il conueto “bastone tra le ruote”, manovrato da Berlusconi, che ha tutto l’interesse a rendere inoperoso il governo per esaltare la sua presenza, al di fuori della quale non si governa. La scelta di nuove elezioni è scartata a priori da Renzi e non se ne capisce la ragione, se non quella di non colpire a morte FI e il suo inventore. Evitare accuratamente anche il dibattito su questi argomenti è utile solo a Berlusconi e al suo clan di elettori, diventato sempre più sparuto. Cosa c’entra Marchionne? Una domanda che non trova risposta, se non congetture all’ombra della P2: per questo sono contati i giorni professionali di De Bortoli, come contati furono quelli di Montezemolo alla guida della Ferrari. Renzi ci sta facendo la figura della marionetta, manovrata da forze oscure.

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