Sabato, 20 aprile 2024 - ore 10.43

''L’italiano di domani'': Mattarella apre gli Stati Generali alla Farnesina

''L’italiano di domani'': Mattarella apre gli Stati Generali alla Farnesina

| Scritto da Redazione
''L’italiano di domani'': Mattarella apre gli Stati Generali alla Farnesina

“L’italiano di domani”: questo lo slogan con cui si sono aperti oggi gli Stati Generali della lingua e della creatività italiane nel mondo, evento a cadenza biennale organizzato dal Ministero degli Affari Esteri che quest’anno la Farnesina ha voluto declinare in una accezione più ampia, quella della creatività italiana.

“La Farnesina incontra i creativi, gli artisti, gli imprenditori, per portare insieme la lingua italiana nel mondo”, recita un breve video introduttivo proiettato in apertura dei lavori, perché “indagare il domani dell’italiano sarà come ascoltare il futuro che ci parla”.

La giornata, durante la quale sarà presentato il documento “Verso l’italiano di domani. La lingua italiana ambasciatrice della creatività italiana e del Made in Italy”, elaborato dopo mesi di confronto e curato da Severino Salvemini dell’Università Commerciale Luigi Bocconi, è stata aperta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Al suo fianco i ministri degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, e della Cultura, Dario Franceschini, che sono poi intervenuti insieme alla collega del MUR, Maria Cristina Messa, in un videomessaggio, al segretario generale della Farnesina, Ettore Sequi, e al direttore generale per la Promozione del Sistema Paese, Lorenzo Angeloni.

Mattarella non è nuovo all’appuntamento con gli Stati Generali, che già nelle passate edizioni, ha ricordato, hanno messo in campo “un incremento delle attività di promozione dell’italiano all’estero”. È però evidente, per il capo dello Stato, “l’urgenza di un impegno ancora più ampio e intenso, che sappia unire allo schema esistente, sia educativo sia culturale, la consapevolezza dell’ampiezza del messaggio della cultura italica nel mondo”. In tal senso occorre evitare “l’indebolimento della rete degli istituti educativi, anche di quelli di più antico insediamento” e garantire il “sostegno a una rete consolare diffusa che, interagendo in modo intelligente e aperto con le comunità italiane all’estero, possa valorizzare la testimonianza che recano del modello di vita italiano”.

“Questa edizione degli Stati Generali”, ha proseguito il presidente, “giunge dopo una riflessione, promossa dalla Farnesina, sul rinnovamento e la modernizzazione degli strumenti di proiezione della cultura italiana nel mondo e sui contenuti che occorre potenziare. Uno sforzo corale che ha aperto nuovi sviluppi, nella consapevolezza che la prospettiva dell’italiano di domani non è rappresentata più, esclusivamente, dalla lingua, parlata e scritta. Giusto, dunque, abbinare alla lingua, in questi Stati Generali, l’elemento della creatività. Due facce di una stessa medaglia, due aspetti che il passato ha intrecciato e che sono destinati in futuro a divenire sempre più integrati”.

Fu Umberto Eco a definire questa “ambizione” come “L’italiano di domani”, ha rammentato Sergio Mattarella. “La lingua è il naturale pilastro della nostra identità ovunque ci troviamo”, ha detto, “un aspetto che ci caratterizza e che assume una rilevanza particolare nel mondo globalizzato in cui viviamo, dove i confini nazionali si fanno via via sempre più impalpabili e consentono ai popoli una frequente e aperta interconnessione economica, culturale, politica”.

Sin dalle sue origini, dai primi scrittori dello Stilnovo sino a Dante, la lingua italiana è stata “figlia della creatività”, ha riflettuto il presidente Mattarella, ed è oggi ancora “strumento espressivo di questa creatività apprezzata e ammirata” in tutto il mondo, testimonianza “della sete di infinito insita nel cuore dell’uomo” e “capace di toccare le corde più intime dei lettori di ogni tempo e in tutto il mondo”.

Sempre Eco si chiedeva cosa volesse dire “italianità”. “Un interrogativo aperto da secoli e ancora attualissimo, che dobbiamo fare nostro”, l’invito di Mattarella, “mettendo a fuoco il passato e a frutto le lezioni del presente”.

“Oggi l’italiano nel mondo risuona attraverso molteplici espressioni”, ha proseguito il capo dello Stato: “nel modo di fare impresa, nella letteratura, nel cinema, nella musica, nel volontariato, nell’arte della cucina” e anche “nella scienza e nello sport”. Tutte “dimensioni” che “parlano italiano” e proiettano all’estero “un’immagine suggestiva e avvincente” dell’Italia. “Di queste diverse sfaccettature dell’italianità la nostra lingua è il tessuto connettivo”.

Studiato da oltre due milioni di persone nel mondo, l’italiano è un “polo di attrazione per chi guarda al Belpaese con interesse e ammirazione. Non soltanto per i nostri connazionali e per le generazioni di italo-discendenti all’estero, che grazie alla lingua alimentano il legame con le proprie radici”, ha osservato Mattarella; “ma anche per chi sceglie di avvicinarsi alla civiltà italica perché attratto dalla storia, dall’arte, dall’eccellenza delle nostre produzioni”.

La lingua è “interprete” e insieme “vettore delle energie creative” del nostro Paese e rappresenta “la prima ambasciatrice del “saper essere” e del “saper fare” italiano”, ha aggiunto il presidente Mattarella. “Conoscere l’italiano non significa soltanto dotarsi di uno strumento di comunicazione in più”, ma anche “avere accesso alle molteplici dimensioni di un così grande retaggio storico e alle nostre più moderne e avanzate capacità creative”.

Uno strumento tanto più importante se calato nella realtà “complessa” che stiamo vivendo, ricca di “sfide che nessun Paese, nessuna cultura, può immaginare di affrontare da solo”: dai cambiamenti climatici allo sviluppo sostenibile, dalla crisi pandemica ai focolai di instabilità.

In questo ambito il ruolo della cultura italiana e i valori che essa esprime sono “essenziali” anche in ambito diplomatico, dove vanno ad aggiungersi a concetti già in uso come “pace, cooperazione e multilateralismo”.

“Ci attende un impegno globale a favore dell’italiano di domani”, ha infine concluso Mattarella, “la lingua che abbiamo il dovere di tutelare, promuovere e tramandare, per cittadini attivi nella propria comunità e nel mondo, attenti, ispirati, creativi. Coscienti del proprio passato, consapevoli del presente, aperti alle sfide del futuro”. (r.aronica\aise)

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