Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 11.09

La fraterna invasione turca del Kurdistan irakeno. E si teme un nuovo attacco in Siria

Aerei turchi bombardano le basi PKK e YPG nel nord «Finché l'ultimo terrorista non sarà neutralizzato»

| Scritto da Redazione
La fraterna invasione turca del Kurdistan irakeno. E si teme un nuovo attacco in Siria

La sera di Pasqua l’esercito turco (Türk Silahlı Kuvvetleri – TSK) ha iniziato un’operazione militare nel nord dell’Iraq che, secondo il ministro della difesa di Ankara, Hulusi Akar, «Ha raggiunto tutti i suoi obiettivi iniziali» e ha «Ucciso un gran numero di terroristi e di aver distrutto molti siti ad essi associati. A partire da ora, tutti gli obiettivi pianificati sono stati raggiunti. L’operazione continuerà con determinazione fino a quando l’ultimo terrorista non sarà neutralizzato».

LaPençe-Kilit Operasyonu / Operation Claw-Lock della Turchia avrebbe «Distrutto rifugi, bunker, grotte, tunnel, depositi di munizioni e posti di comando» appartenenti a terroristi, come il governo islamista di Ankara definisce il PKK turco, (Partîya Karkerén Kurdîstan – Partito dei lavoratori del Kurdistan) e le milizie kurde siriane YPG (Yekîneyên Parastina Gel – Unità di protezione del popolo). Però per gli occidentali (Italia compresa) il PKK non era terrorista quando ha combattuto con loro e con l’esercito irakeno  per liberare l’Iraq dallo Stato Islamico/Daesh e fino a che ci hanno fatto comodi le YPG erano eroiche, anche perché sono state determinanti per sconfiggere il Daesh in Siria, per essere poi tradite dagli statunitensi e dagli occidentali che si sono voltati dall’altra parte quando Erdogan ha invaso la Siria e ha attaccato i kurdi.

Comunque, mentre la NATO accusa giustamente la Russia di aver brutalmente invaso e bombardato un  Paese sovrano, la Turchia – Paese NATO –  rivela candidamente di aver bombardato l’Iraq e di averlo invaso con «Un’operazione, che ha comportato anche molteplici attacchi aerei da parte di aerei con e senza pilota».

Da anni il TSK conduce attacchi oltre frontiera contro le forze Kurde sia in Siria che in Iraq. II ministero della difesa turco rivela che lOperation Claw-Lock «Si è concentrata sulle regioni irachene di Metina, Zap e Avasin-Basyan» e poi ha affermato che «La nostra incursione nel Kurdistan iracheno è legittima in base alle clausole di autodifesa nazionale della Carta delle Nazioni Unite. Le nostre attività sono svolte in modo da rispettare l’integrità territoriale e i diritti sovrani dell’amico e fraterno Iraq. Le forze armate turche hanno preso di mira solo le forze terroristiche e hanno fatto tutto il possibile per evitare danni ai civili, ai siti culturali e religiosi e all’ambiente».

Sembrano le parole di Vladimir Putin – solo che al posto dei nazisti del battaglione Azov ci sono i comunisti del PKK – per giustificare l’invasione dell’Ucraina tradotte in turco. Viene da piangere a pensare che è proprio la Turchia di Erdogan a fare da mediatore tra russi e ucraini…

E la Turchia, membro della NATO, definisce l’attacco al territorio irakeno «Operazione speciale» e ha mostrato il video che pubblichiamo nel quale jet da combattimento, elicotteri d’attacco, artiglieria e forze di terra in azione. La maggior parte del filmato è stato girato con apparecchiature per la visione notturna.

Una precedente operazione militare turca per invadere parti del Kurdistan iracheno era stata lanciata nell’aprile 2021 ed è durata quasi un anno, senza informazioni ufficiali fornite dalle autorità turche sui risultati.

E, proprio come i russi, i turchi nascondono le loro perdite, ma già nella tarda serata di Pasqua il centro stampa delle HPG (Hêzên Parastina Gel – Forze di difesa del popolo. Il braccio armato del PKK), sottolineava che «L’esercito turco ha lanciato un attacco di invasione contro le aree di Åžikefta Birîndara, Kurojaro e Çiyayê ReÅŸ, nella regione di Zap. Cerca di far atterrare elicotteri sottoponendo queste zone a un pesante bombardamento. Gli elicotteri che effettuano i bombardamenti sono decollati dalle basi militari turche situate a Bamernê e Amediye, nel Kurdistan meridionale».

Ieri le HPG hanno fatto la cronaca dei primi dee giorni della nuova offensiva militare turca e alla resistenza dei guerriglieri nelle “zone di difesa” nel Kurdistan meridionale (a nord dell’Iraq): «Da diversi mesi l’esercito di occupazione turco effettua intensi attacchi terrestri e aerei contro le aree di difesa della guerriglia. L’offensiva turca si è intensificata nelle regioni di Avashin e Zap, in particolare tra il 14 e il 17 aprile. Un nuovo attacco di invasione è stato lanciato dall’esercito turco nelle regioni di Avashin e Zap la sera del 17 aprile. L’esercito turco ha bombardato pesantemente con elicotteri la regione di Werxele ad Avashin. Allo stesso tempo, ha paracadutato truppe 8 volte il 17 aprile, in prima serata. In seguito alla risposta degli HPG, l’esercito turco ha recuperato i suoi soldati morti e feriti nel villaggio di Werxelê, con il supporto di elicotteri. Nella notte tra il 17 e il 18 aprile, le truppe turche hanno tentato di stabilire posizioni e prendere il controllo di Werxele. Gli scontri sono continuati per tutta la notte quando i caccia turchi hanno bombardato l’area. Durante gli scontri sono morti diversi soldati turchi e molti altri sono rimasti feriti. Continuano gli scontri armati scoppiati tra le nostre forze ei soldati turchi che alle 09:40 hanno cercato di posizionarsi sulla collina di Werxelê. Dal 14 al 17 aprile, l’esercito turco ha bombardato pesantemente le aree di Kurojahro, Åžikefta Birîndara, ErtuÅŸ, Åžehîd Åžahin, Karker e ÇiyareÅŸ nella regione di Zap, con aerei da combattimento e obici. Il 17 aprile, l’esercito turco ha lanciato un attacco di invasione su vasta scala in tutte queste aree utilizzando elicotteri d’attacco e droni. L’esercito turco ha tentato di sganciare truppe dagli elicotteri Sikorsky mentre bombardava le aree di Çiyayê ReÅŸ, ErtuÅŸ, Åžikefta Birîndara e Werxelê, dai suoi avamposti di confine. A seguito dell’intervento degli HPG, molti elicotteri turchi hanno dovuto ritirarsi. Un elicottero d’attacco che cercava di atterrare nell’area di Girê Åžehîd Åžahîn è stato colpito e danneggiato dalle nostre forze. Uno squadrone di elicotteri decollato dal distretto di Silopi, nella provincia di Åžırnak, ha sorvolato le aree controllate dal PDK [Partito Democratico del Kurdistan] a Bamernê, Amêdî e Dêrelok, prima di bombardare la zona di Kuro Jahro. I guerriglieri sono intervenuti con successo contro una missione con il paracadute. I soldati sono stati paracadutati da un elicottero sulla collina di Åžehîd Amargî».

Ma se le somiglianze con quanto sta succedendo in Ucraina sono evidenti, Rete Kurdistan fa notare che «Non ci sono informazioni sull’invasione turca del Kurdistan iracheno sulle prime pagine dei media internazionali sul Web di lunedì mattina, mentre gli insediamenti civili vengono colpiti da attacchi aerei e le truppe aviotrasportate vengono schierate sul suolo iracheno» e aggiunge: «Prime pagine: alcune invasioni meritano di essere segnalate più di altre: «BBC: In cima alla prima pagina le storie sull’invasione russa dell’Ucraina, nessuna nota dell’invasione turca del Kurdistan iracheno sull’intera prima pagina. The Guardian: Tutti gli articoli in cima alla prima pagina riguardano l’invasione russa, nessuna nota dell’invasione turca del Kurdistan iracheno sull’intera prima pagina. The Independent: in cima alla prima pagina le storie sull’invasione russa dell’Ucraina, nessuna nota dell’invasione turca del Kurdistan iracheno sull’intera prima pagina. New York Times: Tutti e quattro gli articoli in cima alla prima pagina riguardano l’invasione russa dell’Ucraina, nessuna nota dell’invasione turca del Kurdistan iracheno sull’intera prima pagina. The Washington Post: Tutti e sei gli articoli in cima alla prima pagina riguardano l’invasione russa dell’Ucraina, nessuna nota dell’invasione turca del Kurdistan iracheno in prima pagina. Deutsche Welle: in cima alla prima pagina le storie sull’invasione russa dell’Ucraina, nessuna nota dell’invasione turca del Kurdistan iracheno sull’intera prima pagina. France24: Storia delle elezioni presidenziali francesi in cima alla prima pagina, nessuna nota dell’ invasione turca nel Kurdistan iracheno su tutta la prima pagina». Fortunatamente ieri i giornali in Italia non sono usciti perché probabilmente la copertura dell’invasione turca dell’Iraq o non ci sarebbe stata o sarebbe stata relegata a qualche box in una delle pagine interne, tra le tante guerre trascurabili.

Ma in quel che sta succedendo in Iraq c’è qualcosa che ricorda le azioni dei collaborazionisti filo-russi denunciate dal governo Ucraino, infatti l’invasione e i bombardamenti del Kurdistan irakeno sarebbero stati appoggiati e favoriti dalle forze speciali del Democratic Party of Kurdistan (DPK), il partito nazionalista egemone nel Kurdistan irakeno, inviate nella regione dello Zap, dove si sono verificati intensi scontri tra l’esercito turco e le HPG del PKK.

L’agenzia kyrda Fırat News conferma che «Dopo il bombardamento del TSK, le forze speciali affiliate al Partito democratico del Kurdistan (KDP) sono state dispiegate nella regione del Kurêjaro nella regione di Zap. Sulla base di fonti locali, le forze speciali del KDP sono state dispiegate a Åžêladize e Derelok, dove dopo gli attacchi aerei si sono verificati intensi scontri con le HPG.

A nessuno sfugge che gli attacchi aerei della Turchia e le spedizioni militari del KDP nella regione sono stati effettuati dopo l’incontro tenutosi a Istanbul il 5 aprile tra il primo ministro della regione autonoma del Kurdistan federato, Mesrur Barzani, con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dell’AKP (Adalet ve Kalkınma Partisi – Partito della Giustizia e dello Sviluppo). E a nulla servono e sono servite le proteste dell’Iraq contro l’attacco e l’invasione del suo territorio da parte di uno Stato della NATO, cosa alla quale l’Iraq è comunque più che abituato.

Già il 26 marzo la Koma Civakên Kurdistanê (Unione delle comunità del Kurdistan – KCK) aveva annunciato in un comunicato riportato dall’agenzia ANF che «La Turchia sta preparando una nuova operazione con il partenariato del KDP». I militanti di sinistra kurdi denunciano che «Dopo che la Turchia non è riuscita a compiere alcun progresso con i suoi attacchi alle regioni di Zap, Metîna e AvaÅŸîn il 23 aprile 2021, le forze speciali del KDP hanno effettuato spedizioni militari nelle regioni di Amadiya e Metina il 5 giugno 2021.Dopo questa spedizione, nell’imboscata tesa dal KDP, coinvolto negli attacchi transfrontalieri della Turchia il 28 – 29 agosto 2021, 5 membri delle HPG hanno perso la vita ed uno è rimasto ferito e due membri delle HPG sono sopravvissuti. Gli attacchi sono stati confermati da fonti locali, tra cui l’Al-jaysh al-sÅ«rÄ« al-ḥurr  (Free Syrian Army – FSA) e Roj peshmerga, nonché le forze del KDP. Incapace di compiere progressi in questa operazione, la Turchia ha avviato i preparativi per una nuova operazione in collaborazione con il KDP. La preparazione per l’operazione in questione è emersa dopo che il presidente della regione del Kurdistan federato (il Kurdistan Irakeno, ndr) Nechirvan Barzani è arrivato in Turchia il 2 febbraio 2022 e ha incontrato il presidente Erdogan dell’AKP. Questo traffico è proseguito con l’incontro del Primo Ministro della Regione Federata del Kurdistan, Mesrur Barzani, con Erdogan il 15 aprile a Istanbul. Dopo l’incontro Barzani-Erdogan nella regione sono iniziati intensi bombardamenti».

Quello che si teme è che l’offensiva turca in Iraq sia il preludio per un’altra offensiva contro i kurdi siriani. Infatti, il centro stampa delle Quwwāt SÅ«riyā al-DÄ«muqrāṭīya /Hêzên Sûriya Demokratîk (Syrian Democratic Forces – SDF) che riuniscono i democratici kurdi e arabi siriani) ha rilasciato una dichiarazione per smentire le accuse del  ministero della difesa turco che le accusa di aver compiuto attacchi nelle aree della Siria settentrionale occupate dalla turchia e dai loro mercenari jihadisti: «Il ministero della Difesa turco ha pubblicato rapporti falsi secondo cui le nostre forze hanno effettuato un attacco nelle aree occupate e che 13 dei nostri combattenti sono stati uccisi negli scontri. Questa informazione è falsa: i nostri combattenti non hanno compiuto attacchi negli ultimi giorni e nessuno di loro è stato martirizzato. D’altra parte, le forze di occupazione turche hanno recentemente intensificato i loro attacchi, prendendo di mira zone particolarmente popolate. Molti villaggi cristiani di Tall Tamr sono stati bombardati mentre si preparavano a celebrare la Pasqua. Lo Stato turco occupante viola tutti i valori umani e morali e cerca di nascondere questa situazione disumana con false informazioni».

 

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