In merito alla posizione della minoranza sulla Azienda Speciale Comunale Cremona Solidale, partiamo innanzitutto dalla considerazione che il livello qualitativo del servizio offerto rappresenta un punto di eccellenza ampiamente e trasversalmente riconosciuto, anche dal candidato Sindaco Malvezzi in piena campagna elettorale quando diceva di aver “potuto constatare di persona il buon lavoro svolto dal direttore e dal consiglio uscente”.
Peraltro nel programma elettorale del centrodestra non vi sono proposte in merito a Cremona Solidale, ancora meno la proposta di trasformarla in fondazione. Sarà perchè questo obiettivo pur perseguito nei cinque anni di governo del centro destra, nonostante i costi sostenuti per uno studio commissionato a consulenti, non è stato realizzato?
Se il punto secondo quanto sostiene l’opposizione è dunque non la qualità del servizio ma il quadro economico, stiamo ai fatti e ai numeri:
Dal 2008 al 2018 l'Azienda ha conseguito un saldo netto positivo pari a € 889.604,10.
A fronte di ciò sono stati effettuati e utilizzati gli adeguati accantonamenti ai sensi di legge.
Dal 2009 al 2011, con l'Amministrazione Perri, le rette aumentano complessivamente di € 6,60.
Sostanzialmente con l'Amministrazione Galimberti rimangono finora quasi invariate passando da € 53 (retta minima RSA nel 2012) a € 54,40 (2019). Per quasi otto anni sono state messe in campo tutte le soluzioni possibili per non gravare sulla famiglie e sui comuni. L’aumento ora previsto, peraltro già ipotizzato in atti precedenti nel caso di rinnovo del contratto, che porta la retta a € 56,50 rimane innanzitutto sotto la media regionale che è pari a € 60,34.
E soprattutto rimane al di sotto di rette applicate sul nostro territorio da altre strutture che pur trasformate in Fondazioni hanno costi per i cittadini molto maggiori rispetto a Cremona Solidale.
Non nasconda il centro destra dietro la richiesta di trasformare un'azienda pubblica che negli anni ha saputo coniugare attenzione e cura ai bisogni delle famiglie e dei lavoratori, e una gestione economico-finanziaria nel complesso virtuosa, responsabilità e scelte politiche che partono da lontano.
Regione Lombardia dal 2008 non adegua la quota sanitaria delle rette (vedi richiesta più volte sostenuta dall'ARSAC e dai Comuni), non rispetta la copertura regionale del 50% dei costi sanitari prescritta dai LEA, e adotta la logica di provvedimenti tampone (es. voucher RSA) in grado solo di mettere pezze ai problemi di gestori e famiglie invece di adottare interventi strutturali.
La soluzione non è certo la trasformazione in Fondazione. Noi continueremo a lavorare per migliorare servizi e gestione, per sostenere le famiglie con la compartecipazione alla spesa, un carico che ricade ancora una volta sui comuni.
Roberto Poli ,Capogruppo PD
Enrico Manfredini,Capogruppo Fare Nuova la Città-Cremona Attiva
Lapo Pasquetti,Capogruppo Sinistra per Cremona