Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 21.35

La mappa delle reti criminali dell’Amazzonia che si estende a tutto il Brasile

Il 45% degli interventi della Polícia Federal dal 2010 al 2021 ha preso di mira atti illeciti nelle aree protette e Terras Indígenas

| Scritto da Redazione
La mappa delle reti criminali dell’Amazzonia che si estende a tutto il Brasile

Il nuovo studio “Connetting thr dots: Territories and Trajectories of Environmental Crime in the Brazilian Amazon and Beyond», pubblicato da Laura Trajber Waisbich, Terine Husek e Vinicius Santos dell’Instituto Igarapé che analizza più di 300 operazioni effettuate dalla Polícia Federal (PF) brasiliana  tra il 2016 e il 2021 ha rilevato che «La criminalità ambientale nella regione amazzonica non è solo organizzata, ma è molto più di un problema locale. In effetti, questo vero e proprio ecosistema criminale dietro il saccheggio dell’Amazzonia si è espanso a livello nazionale, raggiungendo 24 dei 27 Stati del Brasile e le nazioni vicine. Secondo lo studio del  think tank indipendente che si occupa di sicurezza pubblica, climatica e digitale e sulle loro conseguenze per la democrazia, «Le operazioni federali hanno segnalato reti criminali in 846 siti  in Brasile e nella regione».

Questo strategic paper è l’ultimo della serie “Mapeando o Crime Ambiental na Amazônia” e fa notare che «Le operazioni di polizia si sono concentrate principalmente sui 9 Stati che compongono la regione dell’Amazônia Legal del Brasile, dove la diffusione di attività criminali ha portato gli investigatori a individuare 197 municipios che rappresentano il 75% degli interventi totali». La polizia ha anche preso di mira i crimini ambientali in 57 municipios brasiliani al di fuori della regione amazzonica e in altre 8 città nei Paesi vicini.

Secondo l’Instituto Igarapé, «Gli interventi della Polícia Federal sono stati innescati da una deforestazione incontrollata associata a una varietà di attività economiche illegali, dai reati veri e propri alle attività di mercato nominalmente lecite contaminate dalla criminalità. Queste includono l’estrazione illegale di legname, l’estrazione illegale (in particolare l’oro), l’accaparramento di terre e l’agricoltura predatoria e l’allevamento».

Una rete criminale che era stata esplorata per la prima volta nelllo strategic paper “O ecossistema do crime ambiental na Amazônia: uma análise das economias ilícitas da floresta” pubblicato dall’Igarapé a febbraio. Il nuovo studio approfondisce «Il nesso criminale in espansione che è alla base dei crimini ambientali e dei reati correlati, compresi i flussi di denaro illegali, l’evasione fiscale, la corruzione, la frode e la violenza criminale».

La direttrice della ricerca di Igarapé, Melina Risso, sottolinea: «Sappiamo che i crimini ambientali vengono raramente commessi da soli. Questo nuovo studio dimostra che anche il resto del Brasile condivide la colpa degli atti criminali in Amazzonia. Sebbene l’impatto ricada più pesantemente sulla regione dell’Amazônia Legal del Brasile, provocando gravi ripercussioni sociali, economiche e ambientali, le reti criminali dietro questi crimini vanno oltre l’Amazzonia e oltre i confini nazionali».

Ilona Szabó de Carvalho, presidente dell’Instituto Igarapé, ricorda che «Il nostro obiettivo non indicare gli autori o fare denunce.  Vogliamo comprendere meglio lo scopo, la portata e le dinamiche che sono dietro questo ecosistema di crimini ambientali, per far progredire le politiche pubbliche e le pratiche aziendali necessarie per proteggere le persone e le foreste. Chiaramente, abbiamo bisogno di iniziative urgenti e permanenti da parte delle autorità pubbliche e del settore privato e finanziario, che a loro volta devono colmare i gap che contaminano le catene di approvvigionamento e le operazioni finanziarie e lavorare invece per attirare investimenti responsabili nella regione».

Lo Stato del Pará, nell’Amazzonia orientale brasiliana è quello che risalta maggiormente sulla carta della polizia: la Polícia Federal ha lanciato 83 operazioni in 161 territori presi di mira in 46 municipios  del Parà.  Subito dopo viene lo Stato di Rondônia con 122 aree indagate in 29 municipios, seguito dall’ Amapá (101 territori in 10 municipios). Al di fuori Amazônia Legal è lo Stato di São Paulo a distinguersi per le maggiori operazioni della PF che ha mappato 36 punti problematici. Tuttavia, la criminalità amazzonica ha avuto eco anche nel Brasile meridionale, con operazioni di polizia che hanno raggiunto lo stato del Paraná (13 territori indagati) e lo stato centro-occidentale di Goiás (10 territori). Le indagini federali sono andate ancora oltre, indagando le connessioni con gruppi criminali nella Guyana francese, in Venezuela, Suriname, Colombia, Bolivia e Paraguay.

LO studio evidenzia che «La raccolta illegale e irregolare di legname domina la mappa delle economie illecite, con indagini federali che raggiungono 188 territori a livello nazionale, l’87% dei quali nell’Amazônia Legal. Nel complesso, la polizia ha indagato sulla filiera illegale del legname in 166 municipios in 23 Stati brasiliani. Più di un quinto (22%) di questi hotspot ricade all’interno di zone protette nell’Amazônia Legal, come Terras Indígenas (TI), Unidades de Conservação (UC) e Áreas de Preservação Permanente (APP). L’estrazione illegale è onnipresente nell’Amazônia Legal, che ospita l’80% dei 350 territori indagati per estrazione mineraria illegale».

Ma l’ l’Instituto Igarapé  denuncia che «Il losco mercato dei minerali lascia un’impronta molto più ampia, estendendosi in 125 città in 20 Stati brasiliani e persino nei Paesi vicini. All’interno dell’Amazzonia brasiliana, quattro città hanno attirato un’attenzione speciale: Alto Alegre, nello Stato di Roraima, e Ourilândia do Norte, Itaituba e Jacarecanga nel Pará. Al di là dell’Amazzonia, il municipio che si distingue in questo ecosistema è São Paulo, emerso  come un fulcro vitale nell’economia mineraria illegale».

Lo studio dell’Igarapé richiama un’attenzione particolare sulla vulnerabilità delle aree apparentemente protette dell’Amazzonia: «Ben il 45% dei crimini esaminati dalla Polícia Federal durante il periodo di 6 anni preso in esame è stato segnalato su territori protetti. Quasi un terzo (141 il 31%) dei 451 territori che la polizia ha identificato come principali focolai di criminalità ambientale ricade all’interno di Terras Indígenas.

Le Terras Indígenas sono diventate i principali bersagli dei fuorilegge dell’Amazzonia: Gli Yanomami del  Roraima, hanno subito il peso maggiore dell’assalto, le loro terre sono state oggetto 26 volte delle indagini della polizia per  estrazione illegale e  raccolta del legname. La TI Munduruku nel Pará, con 8 menzioni legate alle miniere illegali, precede la TI 7 de Setembro nella Rondônia, con 8 segnalazioni legate all’attività mineraria e al disboscamento illegali. La polizia ha anche indagato su 19 episodi di violenza legati a crimini ambientali nelle Terras Indígenas amazzoniche.

Il rapporto denuncia che «Un’importante lacuna nelle operazioni di polizia federale sono i cosiddetti terreni pubblici e foreste non designati. Si tratta di terre appartenenti a governi statali e federali ma il cui uso legale deve ancora essere specificato. Sebbene le terre non designate siano particolarmente vulnerabili alle violazioni ambientali, la Polícia Federal ha dispiegato solo 7 operazioni (2% del totale) in questo vasto tipo di territori del Brasile durante il periodo di 6 anni analizzato. Tuttavia, la deforestazione su queste terre ha superato la perdita complessiva di foreste nel bacino amazzonico ed è notoriamente legata al land grabbing».

Lo studio si conclude mettendo in evidenza «La preoccupante espansione della criminalità ambientale in territori ben oltre il tradizionale “Arco do Desmatamento” (la regione dll’Amazônia Legal nella quale la perdita della copertura forestale si è consolidata), per colpire tratti ancora incontaminati del bacino fluviale. Questo è un allarme sulle crescenti minacce alle aree forestali finora protette e un appello a rafforzare le iniziative per combattere i crimini ambientali e connessi, come passo fondamentale nel contenimento della deforestazione dell’Amazzonia».

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