Come si sa, poco dopo la seconda guerra mondiale è nata la DC (partito: Democrazia Cristiana, per i più giovani).
I tempi e la società erano ovviamente molto diversi per così tanti motivi che mi risulta difficile fare, in poco spazio, una analisi degna di questo nome.
D’altronde sono già stati fatti e pubblicati talmente tanti libri ed articoli di giornale che l’occasionale lettore non troverà difficile conoscere la storia di quello che è stato un grande partito.
Lo stesso si deve dire anche per il PCI (partito comunista italiano)
Come già detto i tempi erano molto diversi ma quello che ci interessa rimarcare è che anche gli uomini erano profondamente diversi.
I protagonisti ovviamente sono stati tanti, ma per sintesi e riferimento storico ci rifacciamo ai due principali attori: De Gasperi per la DC e Togliatti per il PCI.
E senza nessun riferimento alla ideologia ispirante o sottostante. Mi interessa soprattutto l’uomo in quanto tale.
De Gasperi nel raccogliere le istanze della società del tempo e dei suoi non meno illustri “predecessori” ( uno per tutti Don Sturzo), si è trovato a gestire la difficile eredità lasciata dal fascismo: rovine materiali e morali.
La stessa situazione ha dovuto raccogliere e gestire anche Togliatti, insieme ai suoi collaboratori. Anche i capi riconosciuti di altri partiti non vengono certo qui tralasciati : la storia ne conserva ampia documentazione.
Ma il tratto fondamentale della linea politica di tutti i grandi personaggi politici del tempo sono da configurare nei messaggi “pacificanti” rivolti sia all’interno del loro partiti, sia ,con modalità e posizioni compatibili con la Loro funzione, anche all’avversario politico.
Il nocciolo del comportamento era “ il rispetto dell’avversario”: mai proclamato ma sempre osservato. In quel tempo è nata la nostra Costituzione ( la più bella del mondo).
Questo dimostra che, pure in un clima molto difficile, quando si vuole si può parlare e produrre con beneficio di tutti.
E “i tutti” siamo noi che siamo vissuti all’ombra e sotto la protezione della “prima legge dello stato”.
E’ stata quindi ricreata dalle macerie una società nuova.
I nostri padri latini già 2000 anni fa sentenziavano : “ubi societas ibi ius”. Che tradotto non letteralmente, ma nel suo vero significato così suona: dove c’è una società, là esiste giustizia.
Il valore del termine “società” è stato rispettato nella legge fondamentale dello Stato Italiano. Prima non c’era una “societas” degna di questo nome: quindi non c’era giustizia (basta rifarsi alle cronache giudiziarie del tempo ed agli atti fascisti che le hanno ispirate). Ora noi viviamo i tempi, che tutti conosciamo, sulla nostra pelle: per quasi venti anni abbiamo conosciuto la contrapposizione politica e mai il confronto ,anche serrato, ma civile.
I personaggi politici principali non sono stati avversari ma sono stati ridotti a nemici da abbattere. Politica dissennata, quasi sempre in nome di interessi personali: lo abbiamo visto spesso nelle leggi emanate.
E per concludere esageriamo con i latini, che così sentenziavano: ”non sine sol iris” (non c’è arcobaleno senza sole). Siamo tutti in attesa di vedere ancora l’arcobaleno della speranza : già da tempi remoti l’arcobaleno è stato ritenuto foriero di eventi favorevoli.
Di conseguenza auspichiamo che sorga un “sole” degno di questo nome e ci illumini e guidi verso tempi, per ora, previsti non molto favorevoli.
Cordialità e buon lavoro.
MARIO SUPERTI