Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 20.34

La Voce Arancione al pit stop | M.Cazzulani

| Scritto da Redazione
La Voce Arancione al pit stop | M.Cazzulani

Il ponte di maggio come occasione per una pausa, non prima di avere riflettuto sull'idea di boicottare il campionato europeo di calcio per protestare contro le politiche autocratiche delle Autorità ucraine.

Periodo di festa del lavoro, ma anche di ricorrenza del varo della prima costituzione di stampo illuministico della storia dell'Europa - quella della Prima Respublica polacca del 3 Maggio 1791. Data la circostanza, e considerata la necessita di recuperare energie necessarie per continuare con uguale costanza rispetto a quanto fatto finora a testimoniare ai lettori quanto accade in Ucraina e in Europa Centro-Orientale, la Voce Arancione si concede un pit stop di una settimana.
Come da nostra tradizione, non lasciamo l'opportuna comunicazione priva di un qualche contenuto di carattere politico, ma ci congediamo temporaneamente dai lettori con una riflessione sul dibattito che nelle ultime ore sta imperando nel Vecchio Continente in merito al caso di Julija Tymoshenko e alla risposta che l'UE dovrebbe dare alle politiche repressive attuate dalle Autorità di Kyiv nei confronti dell'Opposizione Democratica.

Secondo un numero crescente di autorevoli pareri, una risoluta forma di protesta nei confronti del Presidente ucraino, Viktor Janukovych, potrebbe essere il boicottaggio dei campionati europei di calcio, che l'Ucraina si appresta ad organizzare con la Polonia.

Il primo a lanciare l'idea e stato il Capo della SPD tedesca, Sigmar Gabriel, a cui si sono aggiunti anche il Cancelliere di Berlino, Angela Merkel, il Ministro degli Interni, Hans Peter Friedrich, e altre personalità del mondo politico europeo, come il segretario dell'UDC italiano Pierferdinando Casini.

In alternativa, si e costituito un fronte che ha ritenuto l'idea di boicottare la rassegna sportiva un errore tattico, e ha sostenuto non solo la necessita di moltiplicare gli sforzi per coinvolgere Kyiv nella Comunità europea proprio per contrastare la deriva autocratica dell'amministrazione Janukovych, ma ha anche auspicato azioni maggiormente risolute da parte dell'UE sul piano politico. A questo fronte appartengono il Presidente polacco, Bronislaw Komorowski, e il Parlamentare  Europeo conservatore Pawel Kowal.

Dal nostro punto di vista, riteniamo maggiormente esaustiva la seconda delle due posizioni per una serie di motivi che coincidono con le ragioni per le quali La Voce Arancione si e battuta nel Dicembre 2011 in favore della firma dell'Accordo di Associazione UE-Ucraina, nonostante a Kyiv le Autorità fossero ben lontane dal rispetto degli standard democratici europei.

In primo luogo, il campionato europeo di calcio e una delle ultime conquiste in senso europeo che sono state ottenute dall'ultimo governo arancione di Julija Tymoshenko, e la sua realizzazione e utile per rafforzare nelle teste degli europei occidentali - spesso più dure di un muro - l'idea che l'Ucraina appartiene al Vecchio Continente non solo per motivi calcistici, ma sopratutto per il suo retaggio storico e culturale.

In secondo luogo, la mancata partecipazione di un numero alto di tifosi avrebbe conseguenze devastanti per l'economia del Paese. I mancati introiti previsti dalla vendita dei biglietti e dal soggiorno dei supporter, provenienti sopratutto dalla "ricca" Europa Occidentale, sono destinati a ricadere in toto sulla popolazione ucraina, e non sui suoi governanti, che con tutta probabilità sapranno trovare argomenti per mantenere, e forse anche inasprire, il loro atteggiamento autoritario.

Infine, boicottare l'Euro2012 significherebbe isolare l'Ucraina dall'Europa, e ciò, citando quanto espressamente dichiarato dalla stessa Tymoshenko durante il processo a cui e stata costretta lo scorso Agosto, finirebbe per realizzare il progetto di Janukovych. Infatti, il Presidente mira al taglio delle relazioni sia con Bruxelles che con Mosca per governare il Paese come un proprio feudo, in cui, sul modello della Bielorussia, reprimere ogni forma di dissenso, e sfruttare a proprio vantaggio tutte le risorse economiche ed energetiche.

Per questo, la decisione di non partecipare alla rassegna sportiva e un errore legato a una visione politica di corto raggio di cui l'Unione Europea e cronicamente affetta. 

Al posto di un invito ad andare al mare anziché in Ucraina, meglio sarebbe che i promotori dell'iniziativa anti-Euro diventassero i primi firmatari di una proposta di ben più ampio respiro e maggiore incisività, come potrebbe essere la richiesta di sanzioni ad personam da applicare nei confronti di Janukovych e di tutte quelle personalità che si sono macchiate della responsabilità di avere incarcerato e represso con l'arma giudiziaria una decina di esponenti di spessore dell'Opposizione Democratica.

Se si e davvero europei ed europeisti, non occorre mandare in fumo un'iniziativa che, tralaltro, rinsalda l'amicizia tra due popoli europei divisi in passato da odi, massacri ed eccidi reciproci come Polonia e Ucraina. Bensì, agire per evitare che una nuova dittatura di retaggio sovietico si permetta di attuare inaccettabili violazioni dei diritti umani in un Paese di importanza fondamentale per l'indipendenza energetica di tutta l'Unione Europea, che mettono a serio repentaglio la sicurezza nazionale dei Paesi UE, l'Italia in primo luogo.

Sappiamo che spesso la soluzione che sembra più comoda in realtà nasconde un tranello che potrebbe comportare un risultato contrario a quello sperato. Per questa ragione, La Voce Arancione, pur non nutrendo particolare interesse per il calcio, seguirà i campionati europei del 2012, e in essi tiferà con tutta forza per un'Ucraina giusta, democratica, europea e indipendente, e un'UE meno autoreferenziale e maggiormente lungimirante nel campo della politica estera.

Matteo Cazzulani

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