100 Mila manifestanti sostengono l'Associazione con l'Unione Europea, mentre l'Opposizione denuncia brogli nelle Elezioni Suppletive. Durante un meeting organizzato in sostegno del Presidente, Viktor Yanukovych, il Premier, Mykola Azarov, attacca l'UE sui diritti alle coppie omosessuali
In Ucraina ci sono due fazioni distinte: una maggioranza modernizzatrice che guarda all'Europa come Comunità di Valori -Democrazia, Diritti Umani, Pace e Progresso, ed una minoranza al Governo conservatrice, che vuole finire inglobata nell'Unione Doganale Eurasiatica della Russia di Putin per mantenere vive usanze dei secoli passati.
Nella giornata di Domenica, 16 Dicembre, più di 100 Mila hanno manifestato a Kyiv, nella centralissima Maydan Nezalezhnosti, in sostegno all'integrazione dell'Ucraina nell'Unione Europea durante un concerto del gruppo Okean Elzy che ha illuminato la piazza principale della capitale ucraina.
Oltre all'evento musicale pacifico, forte è stata la condanna delle opposizioni, che hanno denunciato brogli durante i concomitanti spogli delle Elezioni Suppletive, nelle quali, secondo diverse fonti, i tre Partiti di minoranza Batkivshchyna, UDAR e Svoboda sarebbero stati vittime di falsificazioni simili a quelle delle Elezioni Parlamentari del 2012.
Allora, come certificato dagli osservatori internazionali indipendenti, il Partito delle Regioni del Presidente ucraino, Viktor Yanukovych, ha attuato falsificazioni su larga scala, come la compravendita dei voti in cambio di denaro e derrate alimentari, caroselli di autobus che conducono a votare le persone in più seggi per tutta la giornata, minacce e pressioni da parte di provocatori presso le urne con il beneplacito della polizia locale.
Come dichiarato dai manifestanti, che nonostante ripetute cariche della polizia dimostrano sotto bandiere ucraine ed europee dal 21 Novembre, dopo che il Presidente Yanukovych non ha firmato l'Accordo di Associazione con l'UE -Documento che avrebbe integrato l'economia Ucraina nel mercato unico europeo- l'integrazione in Europa è vista come la possibilità di porre fine nel Paese non solo ai brogli elettorali, ma anche agli arresti di oppositori politici e pressioni sulla stampa indipendente, che hanno luogo dalla salita al potere del Capo dello Stato nel 2010.
L'altra faccia dell'Ucraina è quella che, prima del meeting dei 100 Mila per l'integrazione europea, si è radunata, quasi per ironia, in piazza Europa per dire no all'Associazione con l'UE e supportare l'ingresso di Kyiv nell'Unione Doganale Eurasiatica: progetto di integrazione sovranazionale concepito dal Presidente russo Putin per estendere l'egemonia di Mosca nello spazio ex-sovietico e contrastare l'Europa unita sul piano economico e geopolitico.
Dal palco della manifestazione, partecipata da un centinaio di persone, trasportati dalle regioni orientali del Paese a pagamento, come riportato dall'Autorevole Dzerkalo Tyzhnya, il Premier, Mykola Azarov, ha descritto l'Europa come un'entità pronta ad imporre all'Ucraina la legalizzazione dei matrimoni omosessuali, contrari alla morale del clero ortodosso del Patriarcato di Mosca, al quale i militanti del Partito delle Regioni sono fedeli.
L'UE apre, ma Yanukovych da la colpa delle repressioni ad altri
Oltre all'Ucraina, a polarizzarsi è anche la politica internazionale, con l'UE e gli Stati Uniti d'America che, con due mozioni bipartisan approvate rispettivamente dal Parlamento Europeo e dal Senato USA, hanno condannato le violenze su manifestanti, giornalisti e politici dell'opposizione attuate dalla polizia di regime, senza però chiudere la porta all'integrazione economica di Kyiv in Europa.
Alle critiche dell'Occidente, pronta è stata la reazione del Presidente Yanukovych, che ha fatto ricadere la colpa sul Vicesegretario del Consiglio Nazionale di Difesa e Sicurezza, Volodymyr Sikovych, sul Capo delle forze speciali di polizia di Kyiv, Valery Koriaka, e sul Sindaco della Capitale, Oleksandr Popov: dimissionati senza possibilità di reintegro.
Nel contempo, Yanukovych ha confermato la non volontà di formare l'Accordo di Associazione con l'UE, poiché le garanzie finanziarie offerte dall'Unione sono, a suo dire, troppo poco per compensare le ritorsioni commerciali applicate sull'economia ucraina dalla Russia di Putin.
La Russia si riarma
Oltre che con l'arma del commercio, la Russia, che senza inglobare l'Ucraina non può portare a compimento la restaurazione dell'impero russo nell'ex-URSS, si avvale anche delle pressioni militari sull'UE.
Come riportato dalla tedesca Bildt sulla base di foto da satellite, Putin ha dislocato batterie di missili Iskander-M nell'Enclave di Kaliningrad, tra la Polonia e la Lituania: una location che permetterebbe in poco tempo di colpire le città polacche, lituane, lettoni, estoni, svedesi ed anche Berlino.
La mossa, più volte annunciata, dimostra come, anche sull'Ucraina, la Russia intenda giocare con l'UE una partita decisiva per stabilire chi tra l'Europa e Mosca avrà la meglio nei prossimi anni nello spazio economico della nostro continente.
Matteo Cazzulani
Freelance Journalist
http://matteocazzulani.wordpress.com
http://matteocazzulaniinternational.wordpress.com
2013-12-16