Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 03.14

PIR, agevolazioni e precisazioni

Se gli investitori italiani stanno cominciando con lentezza ad uscire dal guscio in cui si erano “rintanati” all’indomani della lunga crisi che ha colpito non solo l’Italia ma anche il resto del mondo, il merito è anche di alcuni prodotti che sono stati pensati ad hoc per rispondere ad esigenze specifiche.

| Scritto da Redazione
PIR, agevolazioni e precisazioni

Il risparmiatore moderno ha sempre sentito la necessità di un investimento che fosse più trasparente e meno esoso dal punto di vista delle commissioni. Ad attirare ulteriormente l’attenzione ci hanno pensato i Piani Individuali di Risparmio, conosciuti nel mondo finanziario con l’acronimo di PIR, che alle caratteristiche sopra elencate ha aggiunto anche una totale defiscalizzazione e un focus sulla piccola e media imprenditoria nazionale. Ad una prima vista, questi prodotti possono sembrare molto interessanti, come testimonia lo straordinario successo fatto registrare nel 2017 con una raccolta che ha superato ogni più rosea previsione e che nel 2018 sta continuando sulla stessa rotta. In questo caso, però, all’utente è consigliato leggere attentamente i vincoli e i paletti imposti dalla legge, onde evitare un probabile tassazione a causa di qualche disattenzione.

Le caratteristiche più conosciute sono quelle contenute nel comma 102 della manovra, secondo cui almeno il 70% del paniere complessivo deve essere stato emesso da imprese residenti in Italia, oppure in Nazioni che fanno parte dell’Unione Europea o del cosiddetto SEE (Spazio Economico Europeo), purché queste ultime possano garantire un’organizzazione stabile su territorio italiano. Di questa percentuale, il 30% deve essere destinato alle società o aziende più piccole, non quotate cioè nel Ftse MIB o su indici simili di altre borse. La novità introdotta nel 2018 comprende in queste società anche quelle che operano in campo immobiliare, che durante l’anno precedente erano state escluse. Il resto del paniere costituisce la parte apparentemente libera, in cui il risparmiatore può anche sottoscrivere investimenti non qualificati. Gli esperti sottolineano però che non sono ammessi i derivati, solitamente utilizzati per attenuare i rischi degli altri investimenti, ad eccezione degli OICR PIR compliant, ma questi strumenti saranno detassati solo nella parte che pareggia eventuali perdite qualificate. Eventuali eccedenze saranno infatti sottoposte alla tassazione vigente, come sottolinea il Fisco. Gli operatori di mercato evidenziano inoltre che questa composizione di paniere deve essere mantenuta per 5 anni: l’arco di tempo si calcola non dalla sottoscrizione d’impegno all’investimento, ma dall’effettivo acquisto dei prodotti finanziari e questa struttura deve essere rispettata per il 67% dell’anno o dei mesi in cui è partito il piano.

Altro punto che l’Agenzia delle Entrate ha voluto specificare è quello relativo al regime di agevolazione fiscale, visto che è alla base dei PIR. Secondo quanto scritto nella normativa, i titolai dei Piani Individuali di Risparmio possono essere solo persone fisiche che risiedono in Italia per cinque anni, senza cambiare la residenza fiscale, pena il mancato accesso alla defiscalizzazione e la conseguente chiusura del PIR. È bene ricordare che una persona fisica è impossibilitata ad intestarsi più PIR contemporaneamente, e ogni PIR non può avere più proprietari. Gli esperti ricordano infine che questi prodotti possono essere destinati ad un pubblico minorenne, ma con alcune limitazioni sulla titolarità dell’usufrutto. Fino alla maggiore età, infatti, il minorenne non può gestire il piano e deve affidarsi ai familiari o a soggetti terzi. Nel caso di un genitore, se già gode dell’usufrutto del figlio, non potrà sottoscrivere un altro PIR, mentre un soggetto esterno può sottoscriverne altri.

 

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