Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 11.19

Quasi la metà delle vittime del terrorismo e delle bande armate nel mondo sono africani

Dietro c’è il traffico illegale di risorse minerarie e fauna selvatica

| Scritto da Redazione
Quasi la metà delle vittime del terrorismo e delle bande armate nel mondo sono africani

Intervenendo al Consiglio di sicurezza dell’Onu, Ghada Fathi Waly, direttrice esecutiva dell’United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), ha detto che «La minaccia del terrorismo e della criminalità organizzata sta diventando sempre più radicata in tutta l’Africa» e ha avvertito che «I traffici illegali stanno privando milioni di persone di un sostentamento dignitoso».

La Waly ha sottolineato che nel 2021 «Ci sono state circa 3.500 vittime di atti terroristici nell’Africa subsahariana, quasi la metà di quelle registrate nel mondo. La vasta regione del Sahel, in particolare, è diventata la sede di alcuni dei gruppi terroristici più attivi e mortali, ed è essenziale acquisire una maggiore comprensione dei legami tra criminalità organizzata e terrorismo, attraverso una rigorosa raccolta di dati. L’evidenza è che lo sfruttamento illegale di metalli preziosi e minerali come oro, argento e diamanti, stanno alimentando gli estremisti con notevoli fonti di reddito e stanno avvantaggiando i gruppi che controllano l’estrazione e le rotte del traffico».

Secondo ricerche effettuate dall’UNODC, «Abbiamo stabilito che l‘oro e altri metalli preziosi estratti illegalmente vengono immessi nel mercato legittimo, fornendo enormi profitti ai trafficanti – ha detto la Waly – Anche il traffico di animali selvatici è stato segnalato come una possibile fonte di finanziamento per le milizie, con il solo commercio illegale di avorio che genera 400 milioni di dollari di entrate illecite ogni anno».

La capo dell’UNODC ha ricordato agli ambasciatori del Consiglio di d sicurezza che «Con una popolazione di circa 1,3 miliardi, nel 2021 quasi 500 milioni di africani vivevano in condizioni di estrema povertà. Questo sfruttamento criminale priva il popolo africano di una significativa fonte di reddito. Deruba i milioni di persone che dipendono da queste risorse naturali per il loro sostentamento. E alimenta i conflitti e aggrava l’instabilità. Anche l’emergenza climatica e la pandemia di Covid-19 hanno devastato economie già fragili in tutta l’Africa e il traffico illecito serve solo a mettere ulteriormente a repentaglio lo sviluppo e a rallentare i progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Lo sviluppo sostenibile è impossibile senza pace e stabilità per il continente. L’UNODC è “il guardiano”  dell’United Nations Convention against Transnational Organized Crime, il principale baluardo internazionale contro i mercati neri. Sosteniamo i Paesi membri a mettere in atto le politiche, la legislazione e le risposte operative necessarie per affrontare meglio le minacce terroristiche… Nel solo 2021, abbiamo implementato 25 progetti antiterrorismo nell’Africa subsahariana, con oltre 160 attività realizzate e formato 2.500 le persone. Oggi nel Sahel vengono organizzati seminari di formazione dell’Onu con l’ UN Interregional Crime and Justice Research Institute, per rafforzare la comprensione e le capacità dei funzionari della giustizia penale di lavorare tra le agenzie, condividere l’intelligence e abbattere le reti terroristiche e chi le finanzia».

Inoltre l’UNODC sostiene inoltre 10 Paesi della regione subsahariana per il miglioramento dei loro quadri di lotta al finanziamento del terrorismo e al riciclaggio di denaro, inclusi Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica democratica del Congo, Niger e Somalia.

La Waly ha aggiunto che «L’UNODC sta anche lavorando per rafforzare il coordinamento inter-agenzie tra i servizi di intelligence, le forze dell’ordine, le unità di informazione finanziaria e i pubblici ministeri». E ha ribadito che «Le zone di conflitto in Africa sono state colpite in modo sproporzionato dall’estrazione illegale e dal traffico di metalli preziosi. Le catene di approvvigionamento dei minerali sono spesso collegate ad abusi sui minori, traffico di esseri umani, lavoro forzato e altre violazioni dei diritti umani. Con il 60% della popolazione africana sotto i 25 anni, i giovani sono sia il futuro del continente che i suoi cittadini più vulnerabili. Ma. una volta preparati, i giovani possono diventare potenti agenti di cambiamento: possono creare un futuro migliore e difendere se stessi e le loro comunità e proteggere le loro risorse naturali. Sono particolarmente orgogliosa del progetto dell’UNODC per la costruzione della pace, guidato dai giovani, che, in collaborazione con l’UNESCO , consente ai giovani di diventare “tessitori di pace” nelle regioni transfrontaliere del Gabon, del Camerun e del Ciad. L’obiettivo è creare una rete di 1.800 giovani “tessitori di pace”. Consentire loro di diventare attori nella prevenzione dei conflitti e nella costruzione della pace nelle regioni transfrontaliere e identificare modi alternativi di guadagnarsi da vivere per coloro che si trovano nelle comunità transfrontaliere vulnerabili».

La direttrice esecutiva ha concluso: «L’UNODC rimane pienamente impegnata a sostenere la lotta dell’Africa contro il commercio criminale di fauna selvatica e risorse naturali. Ho accolto con favore l’impegno del Consiglio di sicurezza per la crescente preoccupazione che queste entrate illecite stiano finanziando attività terroristiche e gruppi armati. Lo sforzo dell’Onu per lottare contro la criminalità è pronto ad assistere tutti gli africani nel garantire il loro  il diritto alla pace, stabilità, giustizia e prosperità per le generazioni attuali e future. Senza lasciare soldi ai terroristi. Senza lasciare indietro nessuno».

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