Martedì, 23 aprile 2024 - ore 12.03

Stanga E. Se Non Ora Quando

| Scritto da Redazione
Stanga E. Se Non Ora Quando

SNOQ: la forza e la determinazione delle donne (di Ester Stanga)
Quando mi capita di andare a convegni, a manifestazioni, a iniziative, sempre, devo impegnare parte del tempo a capire cosa sta succedendo, a interrogarmi su cosa sto facendo, io, lì, ad entrare nel mondo lessicale e semantico proposto, a rimettere a punto le mie aspettative e solo dopo riesco ad entrare nella situazione a concentrarmi e a partecipare.
A Siena invece non è successo così. E' stato facile. Da subito.. ancor prima della partenza.
Dovevamo riunirci a S. Maria Della Scala, un edificio complesso, primo luogo d'accoglienza della città, prima ospedale, ora museo. Luogo simbolico per le donne. Ero contenta.
Poi le adesioni sono cresciute. Siamo state invitate a portarci sgabello e cappellino: avremmo dovuto spostarci nella magnifica piazza del Duomo, assolata fino alle 15: sedie insufficienti. Mi sono procurata il necessario. Ero fiduciosa, tranquilla. Non mi passava per la testa di rinunciare, anche se il "ma siete matte?" me lo sono sentita ripetere più volte. Sono bastate un po' di proteste di donne incinte e di donne anziane che finalmente si è trovato un posto adatto, accogliente, il migliore, date le condizioni climatiche: il parco di S. Agostino. Durante il viaggio ho scoperto che Luciana Carini, Emanuela Ghinaglia, Elisabetta Cabrini, rappresentanti, come me, della RETE DONNE CREMONA, erano entusiaste. Quindi niente paure, niente pregiudizi. Molta determinazione, molte aspettative, quelle sì.
E quelle non sono state deluse.

Appena arrivata mi sono immediatamente immersa nella situazione: ho sentito parlare un linguaggio che conoscevo, mi sono seduta così, dove era possibile, stavo bene non solo vicino alle mie compagne di viaggio, ma anche alle altre. E le altre erano tante, tantissime, 2000. Tutte le donne del SE NON ORA QUANDO, arrivate davvero da tutta l'Italia, isole comprese. Capivo quello che si diceva , quello che capitava intorno, non c'era chiasso, nessun intoppo, nessun fastidio, nessun impedimento ad una comunicazione semplice veloce immediata. Tanti interventi, che rispecchiavano persone, percorsi e lavori diversi. Operaie, professoresse universitarie, vecchie militanti, teologhe, archeologhe, precarie di tantissimi settori, sindacaliste, linguiste, artiste, politiche di tutti gli schieramenti, che, con soli 3 minuti a disposizione, hanno concorso a creare un'immagine della società in cui tutte si rispecchiavano. Le storie, le esperienze che avevamo alle spalle, i diversi lavori, non hanno impedito di capirci, di riconoscerci nei problemi posti.
Primo fra tutti l'enorme discriminazione nella rappresentanza, e poi l'urgenza del nostro intervento visto il fallimento della classe dirigente di questo paese (indiscutibilmente maschile) nella politica.

Gli obiettivi già individuati come il "tesoretto", frutto del rinvio dell'età della pensione, soldi destinati ai servizi essenziali a sostegno delle donne che lavorano e che ora, proprio in questi giorni, nella finanziaria, saranno dirottati; la firma su dimissioni in bianco, l'obbligo del congedo per i padri per la cura dei figli, campagne mirate contro l'abuso del corpo e della sua immagine, saranno il primo banco di prova.

E' emersa la consapevolezza che tale impegno politico non lo possiamo delegare a nessuno. Dobbiamo prenderci carico oltre che della famiglia, dei figli, degli anziani, anche e soprattutto di noi stesse. Come? Non fondando un partito ma costruendo una rete di comitati territoriali che dovranno tessere rapporti con donne dei partiti, con associazioni, con singole donne, con sindacati, centri culturali, Amministrazioni Locali (come in piccolo abbiamo già fatto noi donne della Rete Cremona) pronte ad intervenire su situazioni concrete. Da qui dipenderà l'affermazione nel nostro paese del Movimento delle donne, capaci di dirottare il corso degli eventi, come è già successo dopo il 13 febbraio. Siamo convinte infatti che è stato il milione di donne scese in piazza a influenzare la partecipazione e i risultati delle amministrative e dei referendum. Quindi, niente lamenti. Nessuna dispersione di energie per contrapporci le une alle altre. Individuare gli obiettivi e operare.

E' forse per questo che stavo bene: ero tra donne consapevoli, determinate, capaci di trasformare la propria rabbia in forza di cambiamento, disponibili all'ascolto, contente di non essere sole, pronte a dare vita a una nuova Italia, e per questo orgogliose. Raro percepire tutte queste cose insieme. Concordo con Luciana che ha detto: "mi considero fortunata di essere stata a Siena il 9 e 10 luglio".Ora però sento il peso di una grande responsabilità: riuscire a trasmettere e a comunicare alle donne della Rete di Cremona, con altrettanta semplicità, la forza che "Se Non Ora Quando" mi ha trasmesso.

Ester Stanga

Esponente della Rete delle Donne Cremonese cha ha partecipato al Convegno delle Donne di Siena

 

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