Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 14.04

Zanibelli ( UDC).Referendum non asteniamoci

| Scritto da Redazione
Zanibelli ( UDC).Referendum non asteniamoci

Caro Direttore,
permetti qualche considerazione sulla imminente consultazione referendaria, a partire da una che vale per tutti i quesiti: andare a votare, usare fino in fondo questo diritto costituzionale. Chi vota il SI dell'abrogazione della vigente legislazione ha una sicura motivazione per andare, ma anche chi è contrario all'abrogazione lo dica andando in cabina a mettere un NO e non esprima la sua contrarietà andando al mare.
Di tutto l' Italia in questo momento ha bisogno meno che di favorire un atteggiamento di distanza dalle urne.
Nel merito vorrei soffermarmi sul referendum nucleare: sono profondamente convinto che il grande errore è stato fatto quando, sull'onda emotiva dell'incidente di Chernobyl, si scelse di escludere l'Italia dalla partita del nucleare, rinunciando non tanto a fare centrali, ma ad essere protagonista attivo nella ricerca e nello sviluppo di questa tecnologia.
Oggi il SI o il NO al nucleare non deve essere nè una scelta ideologica nè tanto meno emotiva, ma profondamente razionale, con uno sguardo ai nuovi scenari futuri che si configurano, oltre che al piano specifico che il governo ha configurato e dal quale per altro i primi a dissociarsi sono i Governatori della stessa maggioranza (Cota, Zaia, Formigoni).
Oggi secondo me l'Italia deve dire SI per fermare un progetto che è già sorpassato dai tempi, dalle
tecnologie e dai futuri scenari energetici, per avviare invece un piano di ampio respiro in cui energia
e geopolitica siano il nuovo paradigma dell' Europa.
Progetto superato dai tempi, se pensiamo che quando ad esempio la Germania avrà nel 2023
chiuso l'ultima centrale nucleare, noi inaugureremo la prima nostra centrale, per di più con una
tecnologia acquisita dalla Francia che, non sono un tecnico esperto, mi lascia qualche perplessità.
Il nucleare c'è intorno a noi, comunque, e poco senso ha arrivare, dopo essere stati fuori dal gioco
per 20 anni.
Pensiamo piuttosto a come migrare verso l'utilizzo di nuove energie ed energie rinnovabili in un quadro
di politiche coordinate tra Paesi europei.
Si tratta di passare da una cultura individualistica di provvedere al proprio fabbisogno energetico
con un mix di fonti energetiche, ad una cultura di reti che preveda la condivisione di flussi energetici.
In altre parole se facciamo un pò di geopolitica, il sud europa ed il nord africa sono privilegiati per il
solare, l'eolico è nel mare del nord (e non in quello di Sardegna), il geotermico in Islanda, l'idroelettrico
in Scandinavia, le biomasse in Europa centrale, e da questo sistema deve nascere una rete
di scambi ed una cultura politica che consenta di governare i flussi energetici in funzione dei bisogni.
Sarebbe anche occasione questa per abbattere i monopoli energetici venduti a caro prezzo, quando
non a colpi di guerre.
Una idea questa che non è molto distante da quando nacque la CECA (Comunità Economica
del Carbone e dell'Acciaio), primo tassello del progetto di comunità economica e politica europea.
Per queste ragioni vedo il SI espresso in questo referendum come occasione per uscire dalle ideologie
pro e contro il nucleare, fermare una scelta che rischia di essere antistorica e prendere l'occasione
per farsi promotori di un progetto europeo di ampio respiro da Paese moderno
Angelo Zanibelli
Capogruppo UDC Comune Cremona

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