Come tutte le definizioni anche il concetto o categoria della “decenza” ha confini labili e variabili nel corso degli anni e sicuramente dei secoli.
Anche i pragmatisti considerano la conoscenza come adattamento che soddisfa la realtà.
In ogni epoca si sono create, sia per consuetudini acquisite, sia per improvvisi lanci di modernità , delle convinzioni che hanno fissato dei limiti, sia pur temporanei ai comportamenti individuali e sociali.
E’ evidente che chi vive in questa epoca si è fatto delle sue convinzioni e nello stesso tempo c’è chi è disposto ,per natura sua, alla tolleranza e chi non lo è affatto.
Ma dovremmo sempre fare ricorso al sentire comune e poi fare deduzioni logiche.
Perché questa lunga premessa.
Se osserviamo più o meno attentamente lo scorrere delle immagini alla TV o nelle sale cinematografiche abbiamo tutti notato che nel corso degli anni la “comunicazione “ ha usato un certo “linguaggio” che è andato rapidamente mutando con la presentazione di scene più o meno “spinte” nel campo sessuale, e licenzioso o sconveniente nel campo della parola.
I costumi sono cambiati o la gente ha recepito il “messaggio” ed ha trovato comodo adattarsi alla bisogna ?
A me rimane qualche dubbio su chi abbia iniziato per primo.
Di sicuro però chi usa un certo linguaggio a fini commerciali o per altri fini , anche politici , sa bene come usare il linguaggio e le immagini : solo per il proprio esclusivo vantaggio.
In questa sede non possiamo trascurare l’uso che si fa del corpo delle donne.
Sappiamo che , a volte, in città , si svolgono manifestazioni che fanno ricorso a presunti concorsi di bellezza per mettere in piedi “spettacoli” pubblici che poco hanno a che fare con l’educazione dei nostri figli.
Ma per capirci cerchiamo di analizzare il termine “pubblico”.
Pubblica è anche una manifestazione in ambienti chiusi e con accesso più o meno controllato con vendita di biglietti o invito.
Pubblica è anche una trasmissione televisiva: ma è evidente che la trasmissione passa o dovrebbe passare per il vaglio del cosiddetto capofamiglia.
Pubblico è anche l’accesso a Internet, ma dovrebbe cadere sotto il controllo dei genitori.
Quindi è a suo modo controllata.
Del tutto incontrollato è invece lo svolgimento di una manifestazione “in piazza” dove possono accedere tutti ( in teoria da zero anni alla età di Matusalemme ).
Non ci resta che una considerazione : il messaggio che passa a tutti è che i nostri ragazzi “ under 18 “ possono tranquillamente comportarsi come gli organizzatori e le “bellezze” che vengono messe in scena.
In altre parole : la parte più sensibile e meno protetta della società si sente autorizzata a comportamenti derivanti da “ trascinamenti” ambientali.
Il messaggio che passa è potenzialmente devastante.
Poi nessuno si deve lamentare se alcuni minori “convincono” le amichette a posare per i loro filmati, quasi sempre caricati in internet, se non bene controllati dai genitori.
Per quanto detto e scritto c’è da augurarsi che ogni manifestazione che comporti l’esibizione “gratuita” del corpo delle donne ( e non solo) venga autorizzata solo in ambienti “ controllati “ e NON in pubblica piazza ( magari non troppo lontana da luoghi di culto).
Ma che cosa può salvare la gente da simili insulti mediatici : la propria cultura di fondo, i convincimenti religiosi e morali, i costumi sperimentati dei “padri” con il loro esempio.
Il tutto senza acquisire il comportamento “bacchettone” di chi ha poca fantasia o capacità di analisi critica.
Arriviamo così ai giorni nostri , caldi giorni estivi , in cui abbiamo visto ed udito di tutto .
L’occasionale lettore si chiederà : ma allora anche tu sei un bacchettone ?
Infine, le mitiche donne della sinistra , che un tempo non perdevano occasione per esprimere il loro disappunto in tutte le manifestazioni in cui si faceva cattivo uso dell’immagine della donna, ora , dove sono……??!!
Quali canali possono usare….???
Cordialità e buon lavoro.
MARIO SUPERTI (Cremona)