Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 14.58

Camusso TUTTI IN PIAZZA IL 2 DICEMBRE, PERCHE’ IL LAVORO DEVE CONTARE

IL GOVERNO HA TRADITO I SUOI IMPEGNI. ORA E’ NECESSARIO CAMBIARE. MARTINI (CGIL) A RADIOARTICOLO1 Sabato il segretario confederale della Cgil, Franco Martini, parteciperà alla manifestazione di Cagliari. Ieri è tornato a spiegare i motivi della mobilitazione.

| Scritto da Redazione
Camusso TUTTI IN PIAZZA IL 2 DICEMBRE, PERCHE’ IL LAVORO DEVE CONTARE

Camusso TUTTI IN PIAZZA IL 2 DICEMBRE, PERCHE’ IL LAVORO DEVE CONTARE

#Contaillavoro, #2dicembre. Sono i due hashtag scelti dalla Cgil per parlare anche sui social delle manifestazioni di sabato prossimo. Sul sito della Cgil nazionale è possibile avere tutte le informazioni sulle cinque piazze, Roma, Torino, Bari, Cagliari e Palermo, “per cambiare il sistema previdenziale” e “per sostenere sviluppo e occupazione” e “garantire futuro ai giovani”. L’intervento conclusivo di Susanna Camusso è previsto per le 12,30.

Ieri sera durante la trasmissione “Carta Bianca” su Rai Tre, il segretario generale Susanna Camusso ha spiegato perché alla Cgil “i conti non tornano” sulle pensioni e sul lavoro dei giovani. Rispondendo alle domande di Bianca Berlinguer sullo sciopero di Amazon e sulle accuse al sindacato di essere rimasto indietro rispetto ai profondi cambiamenti del modo di produzione, la leader della Cgil ha detto che la cronaca di questi giorni sta dimostrando esattamente il contrario. La Cgil aveva ragione nel denunciare il rischio di ulteriore precarizzazione con l’applicazione di leggi tipo il Jobs Act e il decreto Poletti e che erano giuste tutte le critiche alla riforma Fornero sulle pensioni che oggi sta facendo vedere in modo palese tutte le falle del sistema previdenziale che è sempre più ingiusto e penalizza i lavoratori e soprattutto le lavoratrici più deboli. Per questo è giusto dire che la vertenza pensioni non è chiusa e che si devono cambiare le leggi che favoriscono lo sfruttamento che oggi si manifesta in forme “moderne” come nel caso di Amazon, dove la permanenza media dei lavoratori è di tre anni.

IL GOVERNO HA TRADITO I SUOI IMPEGNI. ORA E’ NECESSARIO CAMBIARE. MARTINI (CGIL) A RADIOARTICOLO1 Sabato il segretario confederale della Cgil, Franco Martini, parteciperà alla manifestazione di Cagliari. Ieri è tornato a spiegare i motivi della mobilitazione.

Su Rassegna la sintesi del ragionamento di Martini:  “Il messaggio che vogliamo lanciare sabato – ha detto – è chiaro. Il governo affronta il tema della previdenza in funzione delle risorse disponibili, mentre noi vogliamo rovesciare il concetto, per costruire il sistema previdenziale di cui ha bisogno il Paese”. Per far questo, però, “servono risorse”, e “non è una cosa che si può fare dalla sera alla mattina”. Per la Cgil, infatti, bisogna “impostare una politica economica e finanziaria finalizzata al sostegno del sistema.” “Il sistema previdenziale che vogliamo – ha aggiunto il segretario confederale di corso d'Italia -– deve garantire una pensione ai giovani. Oggi è questo il cuore centrale del problema. Ma deve anche riconoscere la condizione particolare delle donne, e quindi il lavoro di cura del quale si fanno carico. Deve essere un sistema previdenziale che continua a garantire il potere d'acquisto delle pensioni in essere, e che sia strutturalmente e non episodicamente capace di distinguere tra i lavori”.  “L'appuntamento del 2 dicembre – ha concluso Martini – serve anche a ridurre la distanza tra le persone in carne e ossa e chi dovrebbe occuparsi della loro condizione. Purtroppo anche il confronto sul tema della previdenza è stato ridotto a una discussione sui dettagli, sulle formule, con un linguaggio spesso distante dalla condizione reale delle persone. Per questo con la giornata di sabato, vogliamo anche arricchire la narrazione della problematica previdenziale, proprio con l'obiettivo di ridurre le distanze con il Paese reale. L'epilogo del confronto sulle pensioni è una parentesi negativa nel lavoro svolto con Cisl e Uil, ma non è un giudizio di merito. Dal giorno dopo il 2 dicembre ricominceremo a lavorare, perché la battaglia per un moderno sistema previdenziale che sappia parlare alla società di oggi e di domani non si può né condurre, né vincere da soli”.

 

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