Cremona Vincenzo Montuori presenta La poesia classica giapponese
La poesia classica giapponese ha una tradizione millenaria una regolamentazione stretta perche' era il mezzo di relazione alla corte imperiale in quella piccola cerchia di persone che sapevano disegnare gli ideogrammi.
Un genere particolare e' il waka di 31 sillabe divise in 5 versi di 5-7-5-7-7 sillabe ciascuno.La particolarita' di questi versi e' che riguardano spesso descrizioni di paesaggi ma cio'che conta non e'tanto la descrizione ma la sua resa figurale per cui scompare la distinzione tra il pensiero e la sua resa figurale ma tutto si risolve nella figuralita' un po' come nella poesia oggettuale di Montale (ricordate "Meriggiare pallido e assorto"?) o "Spesso il male di.vivere"? Facciamo qualche esempio ricordando che uno dei temi principali di quella poesia e' la fioritura dei ciliegi:
Il fiore di ciliegio/ e' caduto, e del vento/ quali vestigia/ nel cielo pur privo d'acqua/ ecco, si sollevano le onde.
Nella notte di luna/ non si vede nel suo candore/ il fiore di susino; / ma sulla scia del profumo/ eccolo apparire.
Non cadono ancora,/ eppure gia' rimpiango/ le radiose foglie d'autunno, / ora che le vedo/ nello splendore estremo.
La farfalla folle, del fiore/ infatuata, non capisce/ che, quando sara' caduto,/ l'incanto svanira'/ in un pugno di polvere.
Il testo esprime in una figurazione il senso della precarieta' della bellezza. Concludiamo con.questi versi che evocano la frustrazione di chi ama, non riamato
Piu' vano dello scrivere/ cifre sull'acqua/ che scorre,/e', invero, amare una persona/ che non mi ama.