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Eccidio del 10 agosto 1944.Guida:Patrioti morti per Italia migliore

| Scritto da Redazione
Eccidio del 10 agosto 1944.Guida:Patrioti morti per Italia migliore

10 AGOSTO 1944, ECCIDIO PIAZZALE LORETO.
GUIDA: “PATRIOTI MORTI PER UN’ITALIA MIGLIORE”.
Milano, 10 agosto 2011 – Dieci agosto 1944, piazzale Loreto, Milano, una
data importante e tragica nella storia dell’Italia che lottava per
liberarsi dalla barbarie nazifascista: 15 partigiani furono trucidati (e i
loro cadaveri esposti sulla pubblica piazza). Responsabile dell’eccidio la
squadraccia fascista di militi della legione Ettore Muti della Repubblica
sociale italiana. Sessantasette anni dopo, Milano si è ritrovata stamani in
piazzale Loreto per ricordare. Anzi, per non dimenticare.

Per saperne di più clicca qui:
https://www.welfarenetwork.it/piazzale-loreto-10-agosto-1944-20110812/

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Ecco il discorso di commemorazione tenuto questa mattina dalla vicesindaco
Maria Grazia Guida:

”Il 10 agosto di 67 anni fa, Milano fu teatro di un crimine abbietto e
disumano. Un fatto di sangue che si aggiunse alle tante stragi ed eccidi
che insanguinarono il nostro Paese in quegli anni. 15 patrioti italiani
furono assassinati da miliziani fascisti qui a Piazzale Loreto, pochi mesi
prima della Liberazione. I loro corpi furono abbandonati sul marciapiede e
fu persino impedito ai famigliari di avvicinarsi ai loro cari per
ricomporne le salme. Erano cittadini di ogni estrazione sociale e di
diverse tendenze politiche, provenienti da tutte le regioni d’Italia.
Tutti, però erano uniti dalla comune volontà di lottare per liberare il
nostro Paese dall’occupazione straniera e da una dittatura ormai
agonizzante. Una lotta che partigiani cattolici, comunisti e “azionisti”
combatterono fianco a fianco con migliaia di giovani soldati americani,
inglesi, ebrei, polacchi e di tante altre nazionalità, nel nome di un unico
ideale di democrazia e libertà. Oggi rendiamo omaggio al loro sacrificio.
Un sacrificio che nel 150esimo Anniversario dell’Unità d’Italia assume un
valore ancora più profondo e che evidenzia una continuità ideale tra chi
lottò per la unificazione del nostro Paese e i martiri che ricordiamo oggi.
Quei cittadini uccisi 67 anni fa a Piazzale Loreto, come i patrioti del
Risorgimento, hanno dato la vita per la libertà e il riscatto morale del
nostro Paese. Veri patrioti che hanno lottato per restituire all’Italia
quell’onore e quella dignità calpestate da vent’anni di una dittatura
estranea alla cultura e ai valori più profondi del nostro popolo. Quella di
oggi non è una cerimonia formale, o semplicemente rievocativa. Quello di
oggi deve essere un momento di affermazione di adesione ai più sinceri e
profondi valori democratici da parte di tutta la nostra comunità cittadina.
Si tratta di una commemorazione resa drammaticamente attuale anche dai
fatti accaduti meno di un mese fa in Norvegia. La strage avvenuta il 20
luglio scorso in uno dei paesi più civili del nostro Continente ci ha
mostrato in modo tragico come il fanatismo e l’intolleranza siano minacce
sempre presenti. Quei fatti terribili ci ricordano come la democrazia sia
un bene prezioso ma fragile, che richiede l’impegno e la vigilanza
quotidiana di noi tutti. Soprattutto, non potrà esserci vera democrazia e
vera libertà finché uomini, donne e bambini nel Mondo soffriranno per la
fame, la guerra o per l’oppressione di una dittatura. Penso al dramma delle
migliaia di profughi che stanno fuggendo dai loro paesi in cerca di scampo
e che guardano all’Italia e all’Europa come un modello. I valori
universali, su cui si fondano le nostre democrazie, ci impongono di dare
speranze e risposte a questa umanità sofferente. Il sacrificio degli
italiani che hanno lottato e dato la vita per la libertà è un esempio per
noi tutti ed è proprio l’adesione incondizionata e coerente al valore
supremo della democrazia il modo migliore per ricordarli e rendere loro
omaggio. Il poeta Franco Loi, all’epoca ancora bambino, fu testimone di
quegli eventi e ricordò così quei fatti terribili:


Quando arrivai a vederli fu come una vertigine: scarpe, mani, braccia,
calze sporche.(....) ai miei occhi di bambino era una cosa inaudita: uomini
gettati sul marciapiede come spazzatura e altri uomini, giovani vestiti di
nero, che sembravano fare la guardia armati!


Sono immagini atroci, che offendono la nostra coscienza e che nessun
bambino dovrà mai più essere costretto a vedere né in Italia né in nessun
altro paese del Mondo. Oggi l’Italia è un paese libero e democratico e le
Istituzioni Repubblicane sono solide e condivise, grazie anche al
sacrificio di quei patrioti. Spetta ora a noi mantenere vivi i loro ideali
e dare concretezza a quei valori di giustizia e libertà che sono alla base
del nostro vivere civile. Il nostro dovere è ricordare, comprendere e
rispondere sempre, senza cedimenti, in ogni circostanza, con la Democrazia.
Grazie”.


Elenco dei martiri di Piazzale Loreto:

  1. Gian Antonio Bravin (28 febbraio 1908), commerciante. Partigiano nel

      varesotto e capo del III gruppo dei GAP.

   2. Giulio Casiraghi (Sesto San Giovanni, 17 ottobre 1899), tecnico della

      Ercole Marelli di Sesto San Giovanni, militante comunista.

   3. Renzo del Riccio (Udine, 11 settembre 1923), operaio meccanico,

      socialista, soldato italiano di fanteria.

   4. Andrea Esposito (Trani, 26 ottobre 1898), operaio, militante

      comunista e partigiano della 113° brigata Garibaldi.

   5. Domenico Fiorani (Roron in Svizzera, 24 gennaio 1913), perito

      industriale, socialista, collaborò a giornali clandestini.

      Appartenente alle brigate Matteotti.

   6. Umberto Fogagnolo (Ferrara, 2 ottobre 1911), ingegnere alla Ercole

      Marelli di Sesto San Giovanni. Rappresentante del Partito d'Azione

      nel CLN di Sesto e responsabile dell'organizzazione clandestina nelle

      fabbriche, è tra gli organizzatori dello sciopero generale del marzo

      1944.

   7. Tullio Galimberti (Milano, 31 agosto 1922), impiegato. Appartenente

      alle formazioni Garibaldi con compiti di collegamento e raccolta di

      armi.

   8. Vittorio Gasparini (Ambivere, 30 luglio 1913), dottore in economia e

      commercio, capitano degli alpini, incaricato della radiotrasmissione

      di messaggi clandestini. Medaglia d'oro al valore militare alla

      memoria.

   9. Emidio Mastrodomenico (San Ferdinando di Puglia, 30 novembre 1922),

      agente di PS al commissariato di Lambrate. Collegato con il movimento

      resistenziale (capo dei GAP).

   10. Angelo Poletti (Linate al Lambro, 20 giugno 1912) operaio presso l'

      Isotta Fraschini e militante socialista.

   11. Salvatore Principato (Piazza Armerina, 29 aprile 1892), militante

      socialista e perseguitato politico sotto il fascismo, arrestato l'8

      luglio 1944 dalle SS come aderente al P.S.I.U.P e membro della 33ª

      Brigata Matteotti.

   12. Andrea Ragni (Brescia, 5 ottobre 1921), partigiano appartenente alle

      formazioni Garibaldi.

   13. Eraldo Soncini (Milano 4 aprile 1901), operaio alla Pirelli Bicocca

      e militante socialista.

   14. Libero Temolo (Arzignano, 31 ottobre 1906), militante comunista,

      operaio alla Pirelli Bicocca, è partigiano organizzatore delle SAP.

   15. Vitale Vertemati (Niguarda, 26 marzo 1918), meccanico, partigiano

      della 3ª Brigata d'assalto Garibaldi Gap "Lombardia".

 

 

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