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Effetti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici sulla salute fisica e mentale

“Sono molte le minacce alla salute umana sulla base delle decisioni che prenderemo nei prossimi anni”: l’epidemiologo Andy Haines spiega gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute

| Scritto da Redazione
Effetti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici sulla salute fisica e mentale

Parte oggi fino al 15 novembre 2020, in modalità online, Global Health, il Festival della Salute Globale. Questa seconda edizione del Festival è dedicata alle implicazioni e conseguenze del Covid-19, attraverso una riflessione approfondita sul futuro della salute globale nei prossimi dieci anni.

Andy Haines, epidemiologo britannico, direttore del London School of Hygiene & Tropical Medicine dal 2001 al 2010, intervistato da Mariella Venditti, responsabile  di Fuori Tg3, ha parlato dell’impatto del cambiamento climatico sulla salute. “Con gli aumenti di temperatura, crescono anche i rischi di aumento livello del mare e dei fiumi con l’aumento delle precipitazione e lo scioglimento dei ghiacci, di alluvioni, riduzione dei raccolti, perdita dei ghiacci, danni alla barriera corallina e tutto questo ha un impatto sulla salute umana. Con un aumento al di sopra di 2°C dobbiamo essere preoccupati a causa degli eventi su larga scala che avranno maggiori probabilità di presentarsi. Molti di questi eventi estremi sono causati dalle attività dell’uomo e sulla base di studi recenti di Carbon Brief, che hanno studiato oltre 350 eventi estremi, circa il 70% è legato all’attività umana che ha un impatto sul clima”, ha spiegato l’esperto.

Per quanto riguarda l’effetto del Covid-19 sulle emissioni, “con il lockdown, le emissioni di COâ‚‚ sono scese. Nel 2020, c’è stata una riduzione di più del 10% nel brevissimo termine, ma quando l’economia ha iniziato a rirendersi a giugno-luglio, le emissioni di gas serra, in particolare COâ‚‚, hanno ripreso a salire velocemente. Il Covid di pe sé ha solo un effetto temporaneo per quanto riguarda l’abbattimento della COâ‚‚. Se vogliamo un affetto a lungo termine dobbiamo investire su fonti di energia a bassa emissione di COâ‚‚, sviluppando delle strategie che ci permettano di decarbonizzare l’economia velocemente”, chiarisce Haines.

Quali sono le implicazioni dei cambiamenti climatici sulla salute umana? “I livelli di COâ‚‚ e degli altri inquinanti aumentano, così come gli eventi climatici estremi, poi ci sono vari fattori ambientali che portano a degli impatti sulla salute umana, determinati dal luogo in cui si vive, dalla ricchezza della popolazione, dai cambiamenti a livello sociale, dal livello di adattamento a questi cambiamenti. Gli impatti sulla salute legati ai cambiamenti climatici sono diversi. Le alluvioni causano problemi a livello fisico e mentale, gli incendi della foreste” hanno effetti “sulla qualità dell’aria a causa delle particelle che rimangono nell’aria. Poi c’è un impatto anche sulla qualità e quantità dell’acqua con un aumento dei problemi gastrointestinali e la contaminazione degli alimenti, con la riduzione dei raccolti e della produzione degli alimenti”. Poi ci sono “altre malattie, chiamate vector-born, cioè trasmesse da insetti, come la Dengue. Sappiamo che la Dengue ha aumentato del 10% la capacità di contagio. Poi c’è un impatto sui fattori sociali, con aumento della povertà, della migrazione e dei conflitti umani. Quindi c’è una gamma intera di possibili impatti, diversissimi, sia diretti che indiretti”, spiega l’epidemiologo.

Un esempio diretto dell’impatto della temperatura sulle persone è il seguente: “è molto difficile lavorare in ambienti estremamente caldi perché il corpo non riesce a mantenersi idratato. Quando si arriva a 2-2,5°C di aumento, un miliardo di persone circa saranno esposte al caldo estremo nei mesi estivi che impedirà qualsiasi tipo di attività fisica, anche all’ombra”. Il calore estremo ha effetto, per esempio, “sulle donne incinte in Africa. Verso la fine del secolo negli USA, in un futuro ad alte emissioni di CO2, potremo vedere un aumento del tasso di mortalità per anno”, aggiunge Haines.

Tra gli impatti, c’è anche l’”aumento degli incendi boschivi, non solo a causa della gestione delle foreste, ma anche dei cambiamenti climatici, che rendono più difficile gestire le foreste in modo sicuro. Aumenta anche la durata della stagione degli incendi e delle aree soggette a incendi con grosse implicazioni sulla salute, sull’inquinamento dell’atmosfera e così via. Altre modifiche includono tutto quello che riguarda i raccolti: con l’aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni, abbiamo una ridotta produttività dei raccolti. Aumentano le persone che soffrono la fame e si è preoccupati del fatto che i cambiamenti climatici abbiano anche come effetto la riduzione dell’accesso al cibo da parte di molte popolazioni”, chiarisce l’esperto.

Ma non si tratta solo di salute fisica; i cambiamenti climatici colpiscono anche quella mentale. Alcuni degli effetti sulla psiche delle popolazioni colpite sono la “solastalgia, che è una situazione di disagio causata dal cambiamento ambientale. Parliamo, per esempio, degli agricoltori in Australia che hanno perso le loro fonti di sopravvivenza a causa della siccità. Studi parlano anche di un aumento di problemi mentali a seguito di alluvioni, perché le persone diventano sempre più povere, perdono i loro possedimenti. Gli aumenti di temperatura possono avere effetti anche sui tasso di suicidio. Non abbiamo ancora capito il meccanismo, ma degli studi suggeriscono che degli agricoltori, per esempio, che devono affrontare temperature maggiori e perdita di produzione tendono a entrare in depressione e a pensare al suicidio, ma non siamo sicuri di questo”, precisa.

Per quanto riguarda il Covid, come possiamo costruire un recupero semplice? “Dobbiamo spendere molti soldi per stimolare l’economia. Ci sono tanti pacchetti sviluppati nel mondo ma solo il 4% dei rescue packages del G20 e degli altri Paesi hanno il potenziale di ridurre le emissioni dei gas serra. Abbiamo bisogno di ulteriori 300 miliardi di investimenti annuali per lo sviluppo di energia a basse emissioni di COâ‚‚, dovremmo lavorare nelle rinnovabili”, risponde Haines.

Abbandonare i combustibili fossili per l’energia rinnovabile e pulita potrebbe evitare 3,6 milioni di morti premature ogni anno a causa dell’inquinamento dell’aria. L’inquinamento atmosferico causa malattie cardiache e polmonari e così via, che potrebbero essere prevenute. Anche il sistema alimentare contribuisce molto ai cambiamenti climatici; se ci spostassimo verso una dieta basata su verdure e frutta, evitando la carne rossa, soprattutto dei ruminanti, potremmo ridurre l’impatto sul sistema alimentare e migliorare anche la salute, prevenendo potenzialmente circa 10 milioni di morti premature all’anno. Se fossimo in grado di seguire questa direzione, ci sarebbero moltissimi benefici per l’ambiente e la salute. Anche il sistema di trasporti dipende dai combustibili fossili e causa molto inquinamento atmosferico. Bisognerebbe aumentare l’utilizzo di biciclette e quindi delle gambe, soprattutto nelle città. I benefici sono la riduzione dei costi sul sistema sanitario nazionale e anche la riduzione di malattie cardiache e polmonari”, dice.

Anche la riprogettazione delle città porterebbe benefici con l’inserimento di maggiori aree verdi”. Tra i benefici, “l’aumento della vita e la riduzione del tasso di mortalità e anche l’aumento dell’attività mentale, soprattutto nei bambini, grazie all’esposizione alle aree verdi e quindi alla maggiore purezza atmosferica. Adesso si stanno creando anche dei “superblocchi”, ossia super isolati in cui si impedisce l’entrata dei veicoli che comprendono una maggior quantità di aree verdi in modo da portare benefici all’intera città. Anche il sistema sanitario beneficerebbe della riduzione delle emissioni di COâ‚‚. Il settore sanitario, se fosse un Paese, ora come ora sarebbe il 5° maggior produttore di COâ‚‚sul pianeta. Bisogna incentivare l’industria a decarbonizzare la catena di approvvigionamento”.

Sono molte le minacce alla salute umana sulla base delle decisioni che prenderemo nei prossimi anni. I risultati potrebbero essere disastrosi o potranno avere benefici. Attualmente ci stiamo indirizzando verso un aumento di 3°C, sono troppi, ma c’è possibilità di decarbonizzare le fonti di energia”, ha detto Haynes, citando anche la “campagna “Race to Zero”, che ha coinvolto  120 Paesi che hanno accettato di ridurre le emissioni di COâ‚‚ a zero entro il 2050”.

In conclusione, l’epidemiologo ricorda che “tutte le popolazioni sono vulnerabili”, facendo l’esempio della California, uno stato ricco ma “minacciato dagli incendi; abbiamo visto persone che sono morte, hanno dovuto abbandonare le loro case, si sono dovute trasferire. Il rischio di questi incendi è grosso a causa dei cambiamenti climatici. Il problema è che siamo tutti direttamente o indirettamente a rischio, ma forse inizia ad esserci una certa consapevolezza”.

Sul legame tra inquinamento atmosferico e Covid-19, l’esperto precisa: “L’inquinamento atmosferico può essere un fattore per la morte da Covid, non tanto per la diffusione del Covid. C’è un aumento nel rischio di rischio di morte a causa del Covid nel caso di esposizione a lungo termine all’inquinamento dell’aria”.

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