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Expo 2015 Così i vini bresciani sfidano i finti Made in Italy

Dai campioni biologici al “nettare dei samurai”

| Scritto da Redazione
Expo 2015 Così i vini bresciani sfidano i finti Made in Italy

Dal campione del mondo dei vini biologici alle etichette con le teste coronate, fino al nettare dei samurai. Sono solo alcune delle eccellenze della viticoltura bresciana esposte oggi sabato 29 novembre a Provaglio d’Iseo (Brescia), in occasione del convegno “Made in Italy dopo Expo 2015” organizzato da Coldiretti Brescia, per la prima “Sfida delle etichette” con i finti vini italiani venduti all’estero.

“Il vino è un’eccellenza del nostro agroalimentare – spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia – e come tale è sempre più falsificato. Basti pensare che dall’inizio della crisi sono più che raddoppiate le frodi nel settore del vino e degli alcolici, con un incremento record del 102 per cento sul valore delle bottiglie sequestrate”.

Nella “galleria degli orrori” dei falsi vini italiani, allestita da Coldiretti Brescia, si trovano i principali esempi di contraffazione di etichette pregiate: dal Barbera prodotto in Romania al Chianti made in California, dal Bordolino argentino al Kressecco tedesco. In mostra anche i wine-kit, che promettono di realizzare in pochi giorni e a domicilio i vini tricolori più famosi grazie all’utilizzo di polveri.

Ogni anno – spiega la Coldiretti Lombardia – la falsificazione dei prodotti alimentari Made in Italy fa perdere al nostro Paese oltre 60 miliardi di euro di fatturato, che potrebbero generare reddito e lavoro in un difficile momento di crisi come quello attuale. Un danno economico che si somma a quello d’immagine e all’inganno globale per i consumatori. È necessario quindi fare chiarezza, estendendo a tutti i prodotti l'obbligo dell’etichetta d'origine.

STORIA E QUALITA’ PER LE BOTTIGLIE BRESCIANE

Dal primo Franciacorta “green” alla coppa del mondo dei vini biologici

Nata nel 1870 l’azienda agricola Barone Pizzini di Provaglio d’Iseo inizia a sperimentare il metodo biologico nel 1998. Nel 2001 consegue la certificazione ufficiale e con la vendemmia 2004 ottiene il primo Franciacorta da uve biologiche. Oggi l’azienda si estende su 47 ettari, per una produzione annua complessiva di oltre 300mila bottiglie: i vini realizzati non contengono residui di diserbanti chimici e pesticidi di sintesi, per questo sull’etichetta vantano la dicitura “residuo zero”. L’eccellenza delle produzioni di Barone Pizzini è riconosciuta anche a livello internazionale: nel 2012 conquista il premio “IWC Organic Trophy” con il Franciacorta Rosè Docg 2008, che viene giudicato il miglior vino biologico al mondo. Il riconoscimento è stato assegnato dall’International Wine Challenge, una delle più importanti competizioni di vino nata nel 1984 che si svolge ogni anno a Londra.

Nella storia del Franciacorta con teste coronate e uomini di Dio

Ai piedi del monte Orfano, nel comune di Erbusco, si trova una delle più antiche realtà agricole produttrici di Franciacorta: l’azienda Uberti, attiva fin dal 1793. Oggi, accanto al marito, la signora Eleonora gestisce tutta l’attività insieme alle figlie Francesca (31 anni) e Silvia (35 anni), laureata in enologia all’università di Milano. Oltre alla qualità, i vini dell’azienda si distinguono per le etichette dedicate a personaggi storici: dal re di Francia Francesco I, che nel Cinquecento riabilitò il “vino che spumeggia” all’epoca considerato un prodotto difettoso, a Maria de’ Medici fino ai monaci di Cluny, protagonisti della bonifica delle terre del Franciacorta. Oggi l’azienda Uberti dispone di 25 ettari di vigneto e produce 180mila bottiglie ogni anno.

Da Botticino a Tokyo il nettare dei samurai

Da Botticino a Tokyo, il vino “Il Gobbio” dell’azienda agricola Noventa è stato scelto per celebrare la vittoria del primo ministro giapponese Shinzo Abe nel 2012. Un vino pregiato, che nasce dall’unica collina di terra bianca di Botticino, dove può capitare di trovare dei fossili.  Una bevanda strutturata che si affina per 36 mesi in botti di rovere. Dopo l’incontro con il premier Shinzo Abe, “Il Gobbio” è stato venduto anche in diversi locali della ristorazione giapponese, oltre che a privati. Oggi l’azienda Noventa coltiva 10 ettari con metodo biologico a 450 metri di altitudine, produce 80mila bottiglie all’anno ed esporta anche in Nord Europa, in particolare in Danimarca e in Germania.

Una “bottiglia quadrata” per esaltare il gusto

Matteo Gatti, classe 1983, è un giovane enologo che insieme ai genitori e alla sorella lavora alla Ferghettina, l’azienda agricola di famiglia che si trova ad Adro. Nel 2006, Matteo inventa una nuova bottiglia che nella forma ricorda le piramidi egizie. Dopo alcuni anni di studio e sperimentazione, attraverso delle analisi specifiche si scopre che la bottiglia a base quadrata anziché rotonda, dotata di quattro facce piane, permette un maggior scambio tra lieviti di fermentazione e vino. Il risultato è un Franciacorta dal sapore più robusto e dall’aroma più vigoroso. Dopo aver ottenuto il brevetto, nel 2011 inizia la commercializza della nuova bottiglia che diventa anche l’oggetto della tesi di laurea dello stesso Matteo.

Dai campi di calcio alle colline del vino

Anche Andrea Pirlo, campione della Juventus e della Nazionale Italiana di calcio, è stato stregato dalla Franciacorta. Nel 2007 ha rilevato una piccola tenuta con terreni coltivati a vigna vicino alla casa del padre in località Coler, nel Comune di Flero, paese alle porte di Brescia. Nasce così la Società agricola Pratum Coller, che mutua in parte il suo nome dalla frazione flerese. Dopo l’acquisto la famiglia Pirlo lavora per ristabilire gli originari equilibri naturali e per salvaguardare l’ambiente circostante nel rispetto della biodiversità. Oggi si contano 7 ettari a vigneto per una produzione annua di 25mila bottiglie che puntano verso i mercati di Oriente e sono pronte a sbarcare in Cina.

Un vino di design per la Perla del Garda

Dall’inventiva di Giovanna, titolare dell’azienda Perla del Garda di Lonato, nasce una collezione di bottiglie dal design e dall’immagine inconfondibile: la forma bombata e l’immagine coordinata con le capsule, le finiture di pregio e il logo che richiama il fregio della Loggia di Brescia, hanno permesso alla Perla del Garda di conquistare il Premio Design nell’edizione 2007 di Vinitaly, il salone internazionale dei vini e dei distillati che ogni anno si tiene a Verona. Le bottiglie, realizzate in vetro proveniente da Trento, si trovano in tre diversi formati: mini da 0,50 ml, media da 0,75 ml e magnum da 1,5 litri.

 

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