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GAS E DIRITTI UMANI: GLI USA NON CREDONO PIU' ALLA RUSSIA

| Scritto da Redazione
GAS E DIRITTI UMANI: GLI USA NON CREDONO PIU' ALLA RUSSIA

Il Vice Presidente statunitense, Joe Biden, raffredda le relazioni con le Autorità russe per l'evidente differenza di vedute su democrazia, diritti umani e libertà tra l'Amministrazione democratica di Barack Obama e il Cremlino. Georgia e Siria le questioni geopolitiche più dirimenti

 

Due visioni differenti del Mondo separano gli Stati Uniti d'America dalla Russia. Nella giornata di sabato, 2 Febbraio, il Vice Presidente USA, Joe Biden, ha dichiarato che l'Amministrazione democratica del Presidente, Barack Obama, ha serie difficoltà ad instaurare un dialogo con la Russia su temi come democrazia, diritti umani, allargamento NATO e Medio Oriente.

 

Durante il Forum Internazionale sulla Sicurezza di Monaco di Baviera, Biden ha illustrato come l'espulsione dal territorio russo di ONG statunitensi impegnate nella diffusione della democrazia e del rispetto dei diritti civili - come la USAID - voluta dal Cremlino abbia complicato le relazioni tra Washington e Mosca.

 

Inoltre, Biden ha ritenuto un problema per il mantenimento di un dialogo orientato alla cooperazione internazionale anche la presenza dei soldati russi in Abkhazia ed Ossezia del Sud: regioni georgiane occupate dalla Russia in seguito all'aggressione militare alla Georgia dell'Agosto 2008.

 

Un altro aspetto che rende difficile il dialogo è la guerra civile in Siria. Biden ha ribadito il pieno sostegno di Washington all'opposizione, ed ha criticato supporto prestato dalla Russia al dittatore siriano Bashar Al Assad.

 

Le dichiarazioni di Biden ri-orientano la politica degli USA nei confronti della Russia. Come riportato da Radio Liberty, se nel primo mandato il Presidente Obama ha provato a ristabilire un dialogo con Mosca, l'avvio del secondo mandato del Capo di Stato democratico, complice anche il comportamento della parte russa, è stato caratterizzato da un'evidente freddezza della Casa Bianca nei confronti del Cremlino.

 

Oltre a democrazia e diritti umani, a rendere teso il rapporto tra USA e Russia è anche la leadership nel mercato mondiale dell'energia. Con l'avvio dello sfruttamento dei propri giacimenti di gas shale - oro blu presente in rocce porose ubicate a bassa profondità, estratto con sofisticate tecniche di fracking operate ad oggi solo in Nordamerica - Washington ha incrementato esponenzialmente le esportazioni di LNG, ed ha rafforzato la sua presenza nel mercato dell'Asia.

 

Con la firma di importanti accordi con India, Corea del Sud, Singapore ed Indonesia, e l'avvio di consultazioni per la stipula di contratti con il Giappone, gli USA hanno impedito alla Russia di conquistare il mercato asiatico.

 

Inoltre, con il sostegno della minoranza repubblicana, l'Amministrazione democratica di Obama ha preventivato l'avvio delle esportazioni dello shale liquefatto anche in Europa, con lo scopo di aiutare l'UE a diversificare le fonti di approvvigionamento di gas per diminuire la dipendenza dalle forniture della Russia - che ad oggi controlla il 40% del fabbisogno di oro blu del Vecchio Continente.

 

Il gas statunitense per un'UE forte e unita

 

La battaglia in Europa è abbastanza ostica, dal momento in cui la Russia si serve del gas per mantenere la propria egemonia sull'Europa, ed impedire la creazione di un'Unione Europea forte e unita in ambito economico e politico.

 

Mosca, con il sostegno di Francia e Germania, delle lobby ambientaliste - spesso finanziate dal Cremlino - e dei potentati energetici dell'Europa Occidentale ha realizzato il Nordstream: gasdotto costruito sul fondale del Mar Baltico per rifornire il territorio tedesco di 55 Miliardi di metri cubi di gas bypassando Polonia e Paesi Baltici, e, nel contempo, condannare quattro Stati membri dell'Unione Europea all'isolamento energetico.

 

Inoltre, la Russia ha progettato il Southstream: gasdotto che rifornirà l'Austria di 63 Miliardi di metri cubi di gas attraverso il fondale del Mar Nero, Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovenia e Italia, concepito per aumentare la dipendenza dell'UE dalle forniture di Mosca.

 

Nel contempo, la Russia con la realizzazione del Southstream mira a bloccare la realizzazione del Corridoio Meridionale: fascio di gasdotti progettato dalla Commissione Europea per importare direttamente in Europa gas dall'Azerbaijan.

 

Dinnanzi allo strapotere della Russia nel mercato energetico dell'Europa, il ruolo che gli Stati Uniti d'America possono giocare per garantire la diversificazione delle forniture di gas dell'Unione Europea è dunque un'opportunità che Bruxelles deve sfruttare se davvero intende restituire forza al progetto di un'UE davvero unita e forte sullo scenario internazionale.

 

Matteo Cazzulani

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