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GAS: ORBAN GUARDA ORA (SOLO) ALLA RUSSIA

| Scritto da Redazione
GAS: ORBAN GUARDA ORA (SOLO) ALLA RUSSIA

Il Premier ungherese promette al Presidente russo, Vladimir Putin, più investimenti del Cremlino nel settore dell'energia. l'Ungheria attiva nella costruzione del Southstream: gasdotto che implementa la dipendenza dell'Europa da Mosca, e blocca i progetti di di diversificazione degli approvvigionamenti varati dalla Commissione Europea

 

L'Unione Europea è sempre più debole, e i Paesi dell'Europa Centrale devono guardare a Oriente per costruire il mondo che verrà dopo la crisi economica e finanziaria. Nella giornata di giovedì, 31 Gennaio, il Premier ungherese, Viktor Orban, in un incontro a Mosca con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha implementato le relazioni politiche ed economiche tra Russia e Ungheria.

 

Come riportato da Gazeta Wyborcza, Orban ha ritenuto la Russia una superpotenza politica e commerciale, ha sostenuto la necessità di aumentare gli investimenti russi in territorio ungherese, e, sopratutto, ha invitato Mosca a collocare risorse per la manutenzione del sistema infrastrutturale energetico in Ungheria.

 

In particolare, il Premier ungherese ha affrontato il tema della costruzione della centrale elettrica di Paks - da cui è prodotto il 43% dell'energia elettrica consumata nel Paese - e della realizzazione del Southstream: gasdotto progettato dalla Russia per veicolare in Europa 63 Miliardi di metri cubi di gas attraverso il fondale del Mar Nero, Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovenia, Italia e Austria.

 

Orban, inizialmente contrario alla costruzione del Southstream, ha accettato la realizzazione del gasdotto russo in Ungheria nel 2012 per ottenere uno sconto sul prezzo del gas importato dalla Russia, ma Mosca finora non ha concesso a Budapest alcun ribasso delle tariffe.

 

"La realizzazione del Southstream garantisce all'Ungheria investimenti pari a 610 Milioni di Euro - ha risposto Putin - oltre che entrate nel bilancio statale legate al pagamento dei diritti di transito".

 

Oltre che importante partner energetico, il Presidente russo ha definito l'Ungheria il secondo partner commerciale della Russia in Unione Europea dopo la Germania, ed ha auspicato relazioni ancora più strette tra i due Paesi.

 

L'incremento degli investimenti russi nel campo energetico voluto da Orban danneggia in primis l'Unione Europea. Con la costruzione del Southstream, l'UE è destinata a diventare ancor più dipendente sul piano energetico dalle forniture della Russia, che già soddisfa il 40% del fabbisogno di oro blu del Vecchio Continente.

 

Inoltre, la realizzazione della conduttura russa impedisce la costruzione del Corridoio Meridionale UE: fascio di gasdotti progettati da Bruxelles per diversificare gli approvvigionamenti di gas - e quindi limitare, seppur di poco, la dipendenza dalla Russia - importando oro blu direttamente dall'Azerbaijan.

 

Inizialmente favorevole al Corridoio Meridionale, Orban, con il suo sostegno al Southstream, ha già messo in crisi il Nabucco: il principale dei gasdotti del Corridoio Meridionale progettato per veicolare 30 miliardi di metri cubi di gas all'anno di provenienza azera dalla Turchia all'Austria, tramite Bulgaria, Romania ed Ungheria.

 

Budapest rafforza la partnership energetica con Croazia e Qatar

 

A mitigare il riorientamento filorusso - ed antieuropeo - della politica energetica dell'Ungheria è l'attività profusa nel settore dall'Amministrazione del Premier ungherese che, lunedì, 28 Gennaio, ha implementato le relazioni con il Qatar per l'importazione di gas liquefatto in Europa.

 

Come riportato da Natural Gas Asia, il Segretario di Stato del Gabinetto del Premier ungherese, Peter Szijjato, ha firmato un memorandum per la collaborazione energetica con il Qatar, dichiarando la necessità da parte dell'Ungheria di non dipendere da una sola fonte di approvvigionamento - la Russia.

 

Nello specifico, l'esponente ungherese ha supportato l'importazione di gas liquefatto proveniente dal Qatar presso il rigassificatore di Krk, in Croazia, Paese con cui, sul piano energetico, Budapest ha stretto una partnership strategica molto forte.

 

Se da un lato le dichiarazioni di Orban portano l'Ungheria a tradire l'Europa, la firma del memorandum con il Qatar colloca l'Ungheria in linea con la politica energetica UE.

 

Sempre in nome della diversificazione delle forniture di oro blu per limitare il monopolio di Russia ed Algeria, Bruxelles sostiene la costruzione di rigassificatori - tra cui quello di Krk - per incrementare le importazioni di oro blu liquefatto da Qatar, Norvegia, Egitto, Libia e Stati Uniti d'America.

 

Matteo Cazzulani

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