Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 05.49

Guerra in Ucraina e bavaglio alla stampa : presidio di giornalisti a Milano

Fnsi e Alg esprimono solidarietà ai giornalisti ucraini

| Scritto da Redazione
Guerra in Ucraina e bavaglio alla stampa : presidio di giornalisti a Milano Guerra in Ucraina e bavaglio alla stampa : presidio di giornalisti a Milano
Guerra in Ucraina e bavaglio alla stampa, Fnsi e Alg: «Diamo voce alle
voci che si stanno spegnendo» Presidio ai giardini dedicati ad Anna
Politkovskaja, a Milano, per esprimere solidarietà ai giornalisti
ucraini, agli inviati italiani e stranieri, ai reporter indipendenti
di Russia, Bielorussia, Moldavia, Georgia, Armenia. Giulietti:
«Abbiamo il dovere di illuminare le loro storie». Perucchini: «Al
fianco dei colleghi sul campo».
«Una giornata di riflessione sullo stato di salute dell'informazione,
ma anche sulla democrazia e sulla partecipazione sociale in un momento
delicato come quello che sta vivendo l'Ucraina in queste settimane».
Paolo Perucchini, presidente dell'Associazione Lombarda dei
Giornalisti, apre così il presidio organizzato a Milano, ai giardini
intitolati ad Anna Politkovskaja, per dire «no» alla guerra innescata
dall'invasione russa, per opporsi al bavaglio alla stampa che minaccia
l'Europa ed esprimere la solidarietà e la vicinanza del sindacato ai
cronisti italiani che si trovano sul campo, ai colleghi ucraini, ai
reporter indipendenti di Russia, Bielorussia, Moldavia, Georgia,
Armenia.
Perucchini ricorda giornalisti e giornaliste caduti vittime di questo
conflitto, ricorda Andrea Rocchelli e Andrej Mironov, uccisi nel
Donbass nel 2014 e i colleghi che si trovano o stanno andando in
Ucraina, «tanti sono giovani – rimarca – tanti sono freelance e spesso
sono sfruttati dagli editori anche durante la guerra».
Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, rievoca le storie di
operatori dell'informazione in carcere in Bielorussia, uccisi in
Siria, oltre che in Russia, negli ultimi decenni. «Abbiamo il dovere
di illuminare le loro vicende, di coltivare la memoria affinché ciò
che è accaduto non possa accadere di nuovo. Ai colleghi ucraini,
russi, bielorussi che chiedono il nostro sostegno per poter continuare
a raccontare quello che il potere vorrebbe censurare offriamo i nostri
blog, siti e giornali: diamo voce alle voci che si stanno spegnendo.
Non tanto – conclude – per difendere loro, ma soprattutto per
difendere il diritto dei cittadini a sapere».
Anna Del Freo, segretaria generale aggiunta della Fnsi e
vicepresidente della Alg, racconta del recente meeting sulla libertà
di stampa organizzato a Danzica da Federazione europea dei giornalisti
e Consiglio d'Europa con reporter ucraini, russi, bielorussi, della
Moldavia, Georgia, Armenia, dal quale si è levato l'appello a far
circolare le notizie sulla guerra, contro la propaganda del regime
russo. «È importantissimo – rileva – che in tutti questi Paesi
sopravviva una informazione indipendente».
Il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia, Riccardo
Sorrentino, letto l'articolo 29 della Costituzione russa – che recita,
fra l'altro, "la censura è vietata" – evidenzia che «in Russia, e non
solo, la libertà di informazione viene messa in discussione. Della
libertà di stampa – osserva – non si può fare a meno, ma dobbiamo
avere ben chiaro che è un diritto da difendere ogni giorno».
Al presidio, fra gli altri, anche i rappresentanti di associazioni per
i diritti umani, Articolo21, il segretario provinciale dell'Anpi, i
Sentinelli e l'Arci di Milano, Lorenzo Frigerio di LiberaInformazione;
Luca Geronimo di Avvenire; Danilo De Biasio, direttore del Festival
dei Diritti Umani e consigliere dell'Ordine nazionale, che porta anche
il saluto del presidente Carlo Bartoli; Fabrizio Cassinelli,
presidente del Gruppo Cronisti Lombardi.
Dedicando un pensiero ad Antonio Russo, inviato di Radio Radicale
ucciso in circostanze misteriose nei pressi di Tbilisi, in Georgia,
nel 2000, e citando la vicenda dell'esposto contro La Stampa
presentato in procura dall'ambasciatore russo a Roma, Giulietti
conclude: «Tutti i politici hanno espresso solidarietà ai colleghi, ma
tutti i giorni la politica scaglia querele bavaglio contro croniste e
cronisti italiani e una legge che contrasti questo fenomeno resta
dimenticata in un cassetto. Su questo sarà il caso di riflettere».
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