Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 01.52

INPS: sono 340mila le pensioni pagate ai connazionali all’estero

Sono 340mila le pensioni che l’Inps paga all’estero; il 52,3% a favore di donne.

| Scritto da Redazione
 INPS: sono 340mila le pensioni pagate ai connazionali all’estero

Sono 340mila le pensioni che l’Inps paga all’estero; il 52,3% a favore di donne. Sono solo alcuni dei dati che il Presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, Pasquale Tridico, ha riportato ieri in Commissione Affari Esteri del Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle condizioni e le esigenze delle comunità degli italiani nel mondo.

“La materia concernente la sicurezza sociale dei lavoratori che abbiano svolto parte della loro attività in Italia e parte all’estero è disciplinata sia da regolamenti comunitari che da convenzioni internazionali bilaterali con singoli Stati”, ha esordito Tridico, che ha poi illustrato le modalità attraverso le quali l’INPS provvede al pagamento delle pensioni all’estero, “modalità che, essenzialmente, sono le stesse previste per i pensionati residenti in Italia e il cui fornitore del servizio di pagamento è Citybank”.

Illustrando i trend quinquennali delle pensioni pagate in regime di totalizzazione ed in convenzione internazionale, facendo riferimento ad una serie di tabelle messe a disposizione dei senatori, Tridico ha sostenuto che “i dati che emergono, e che prefigurano le tendenze future del fenomeno, mettono in evidenza come, in determinati paesi di antica migrazione, quali, ad esempio, l’Australia, la Svizzera, il Belgio, la Gran Bretagna, si registri una diminuzione percentuale consistente sia del numero che dell’ammontare delle pensioni erogate, laddove altri paesi (quali Germania, Spagna o Romania) denotano un incremento sia quantitativo che di importi”. Quanto alla differenziazione di genere, “il 52,3 per cento delle pensioni pagate all’estero nel 2019 è stato a favore di donne”.

Secondo Tridico, però, “il dato più significativo che emerge e che occorre sottolineare è quello che attesta, in maniera inequivocabile, come il numero e l’importo complessivo delle pensioni pagate in Italia da istituzioni estere siano significativamente superiori a quelli delle pensioni che l’INPS paga all’estero, in un rapporto che può essere quantificato da uno a quattro”.

Infatti, ha aggiunto, “a fronte di un pagamento complessivo all’estero di 340 mila unità, corrispondono, a titolo di esempio, circa 247 mila pensioni pagate dalla Germania, oltre 253 mila pagate dalla Svizzera e oltre 74 mila pagate dalla Francia”.

Tridico ha quindi citato la problematica delle doppie imposizioni fiscali delle pensioni pagate a non residenti in Italia, che, sostanzialmente, sono regolate da eventuali convenzioni bilaterali tra Stati.

Nel dibattito seguito al suo intervento, la senatrice Garavini (Iv) ha chiesto al Presidente dell’Inps se l’Istituto è pronto a gestire gli effetti della Brexit, vista le “incertezze nei nostri cittadini all’estero, che sono preoccupati dell’eventualità che non vengano conteggiati i loro periodi contributivi pro-rata”. A Tridico, la senatrice eletta in Europa, ha anche chiesto “se possono essere rassicurati quei connazionali contrattisti che lavorano all’estero e che, all’entrata in vigore del regolamento comunitario 883/2004, rischiano di vedere fortemente menomati i loro diritti pensionistici, a meno che non venga garantita loro una qualche forma di assicurazione locale ad hoc”.

Il senatore Urso (FdI) ha invece chiesto approfondimenti sul possibile andamento della “forbice” evocata da Tridico, cioè “del gap tra l’ammontare, sia in numero che in importo, dei trattamenti pensionistici che l’INPS eroga all’estero ed il medesimo ammontare che gli istituti esteri erogano in Italia”. Al presidente Inps, Urso ha chiesto un punto di vista “in merito all’incentivazione fiscale per i pensionati che decidono di risiedere in determinate aree del territorio nazionale, sulla falsariga di quanto disciplinato in alcune legislazioni estere, come quella, assai nota, del Portogallo”.

Rispondendo a Garavini sulla Brexit, Tridico ha assicurato che “la scadenza della Brexit non deve indurre ad eccessive preoccupazioni, innanzitutto perché l’INPS e il Ministero del lavoro hanno istituito, all’uopo, un apposito tavolo di lavoro permanente. In secondo luogo, perché è assai probabile che verrà predisposto, con la Gran Bretagna, un trattato bilaterale del tipo analogo a quello, già esistente, ad esempio, con la Svizzera, oppure una convenzione ex novo”.

In merito alla questione dei contrattisti, Tridico ha segnalato che “d’intesa con il Ministero del lavoro, verrà prevista una deroga per tutti i lavoratori, residenti in gran parte dei paesi UE, che hanno una contribuzione attiva con l’INPS”.

Rispondendo al senatore Urso, Tridico ha sostenuto che “praticamente, molti paesi esteri costituiscono, in realtà, “contributori netti” nel pagamento di trattamenti pensionistici, rispetto a quanto l’INPS paga all’estero”. I dati più recenti, ha aggiunto, possono far pensare per alcuni paesi, come la Germania, che la forbice si va allargando – dunque le pensioni che paga in Italia sono sempre di più – mentre per altri paesi, come la Svizzera, l’andamento si è “affievolito”.

Quanto, infine, al trattamento fiscale per i pensionati, Tridico si è limitato a definire “opportuno che il legislatore intervenga in maniera più o meno simile per rendere attraenti determinati territori “marginali” della penisola”.

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