Egregio Direttore,
ho visto il video di Marco Pannella aggredito da una piazza inferocita dopo l’esito delle votazioni alla Camera sulla fiducia al governo.
E così le accuse di compravendita, di tradimento, di accordi sottobanco con il nemico, fino al famigerato “venduto..venduto”.
La piazza è sempre la piazza: pulsione e rabbia legittimate dalla drammatica condizione di questo paese. Ma la politica? La politica deve essere altro, deve raccogliere l’indignazione e concederle un senso in una dimensione democratica e propositiva.
La cattiva politica è invece quella che si equipara alla piazza, che la strumentalizza per una convenienza contingente, per il facile consenso, per assenza di prospettiva.
E proprio su questo versante non ho apprezzato l’approccio di esponenti politici indirizzato semplicemente all’immediata ricerca del capro espiatorio (in questo caso il gruppetto dei radicali); chi intende risolvere i contrasti (anche fra alleati) con la logica dei regolamenti, con la sanzione, con le espulsioni, non solo traccia la fine del confronto, ma mette seriamente in discussione l’idea originaria di un partito aperto e democratico.
Questo valeva per Paola Binetti, per Pietro Ichino, per il sindaco di Firenze, per tutti coloro che hanno sposato e “provocato” il progetto del PD, per tutti quelli che lo hanno concepito come un percorso di libertà, come un grande progetto plurale e inclusivo, nella consapevolezza che oggi i partiti non possono più essere fortezze gerarchiche, omologate e autoreferenziali.
Questo vale oggi per i radicali ai quali va tutta la mia incondizionata solidarietà.
Andrea Virgilio
Consigliere provinciale PD
