Dopo gli attacchi della minoranza, il fuoco amico, forse più temuto. Matteo Renzi, incalza il premier Giuseppe Conte sulla Fase 2. Dopo l’informativa del presidente del Consiglio al Senato sull’emergenza coronavirus, il leader di Italia Viva rivolgendosi all’inquilino di Palazzo Chigi dice: "Siamo ad un bivio. Lei è stato bravo a rassicurare gli italiani, è stato molto bravo, non era facile. Nella fase 2 della politica non basta giocare sul sentimento della preoccupazione o sulla paura, c'è una ricostruzione devastante da fare. Richiederà politica, visione, scelte coraggiose e che non può essere ferma nel modo in cui abbiamo iniziato".
Renzi, non è una novità, chiede un’accelerazione sulle riaperture: "Il suo intervento esige risposte in nome della verità e della libertà. Da due mesi 60 milioni di italiani sono in un regime che ricorda gli arresti domiciliari per un'emergenza sanitaria. Ciò che lei ha detto sull'analisi economica è ampiamente condivisibile, il punto di partenza però è che nessuno pensa di riaprire tutto. Chi lo dicesse, andrebbe ricoverato. Noi le diciamo, perché non ci facciamo carico di una riapertura graduale?".
Secondo l’ex premier: "Il coronavirus è un nemico vigliacco, ma noi non siamo dalla parte del coronavirus quando diciamo di ripartire. Parliamoci chiaro, ci sono cose che non hanno funzionato e credo che abbia fatto bene a non aprire la discussione qui: Rsa, zone rosse, ritardi di mascherine e tamponi. C'è un'emergenza globale che cambierà la storia del nostro paese e non possiamo delegare tutto alla comunità scientifica". La quale proprio oggi spiega che l’Italia è ancora molto lontana dall’immunità di gregge, che prevede il contagio di almeno il 60% della popolazione, ricordano dall’Istituto superiore di sanità.
La stoccata finale a Conte arriva quando Renzi lo accosta a Matteo Salvini: "Io rivendico di aver contribuito a creare un nuovo governo quando il senatore Salvini ha chiesto pieni poteri. Non li abbiamo negati a lui per darli ad altri, è un fatto costituzionale che dobbiamo tutti insieme difendere".
Il presidente del Consiglio nella sua informativa nell'aula di Palazzo Madama aveva detto che "la logica della sperimentazione è quella che dovremo adottare nelle prossime settimane" difendendosi dalle accuse di essere troppo prudente: "In presenza di un quadro epidemiologico ancora critico, non è stata una scelta timida". Conte ha ricordato che 4 milioni e mezzo di italiani riprenderanno a spostarsi per andare al lavoro e questo sarà un "test di fondamentale importanza per accertare la solidità del sistema".
fonte blogo.it