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SEMPRE PIÙ VIVA LA GUERRA ENERGETICA IN ASIA

| Scritto da Redazione
SEMPRE PIÙ VIVA LA GUERRA ENERGETICA IN ASIA

SEMPRE PIÙ VIVA LA GUERRA ENERGETICA IN ASIA
USA e India rinsaldano il legame per l'importazione di gas liquefatto. Gli indiani impegnati in una contesa militare con la Cina per il controllo delle importazioni dal Golfo Persico e dall'Africa dell'Est, mentre la Russia vede il Giappone come obiettivo strategico
L'Asia sta passando dall'essere il Continente della crescita esponenziale della popolazione al centro di una contesa energetica mondiale.
Nella giornata di giovedì, 25 Aprile, l'India ha firmato il secondo accordo per l'importazione di gas dagli Stati Uniti d'America.
L'accordo, firmato tra il colosso indiano Petronet e la compagnia statunitense United LNG, prevede l'esportazione per vent'anni di 360 Miliardi di metri cubi di gas.
L'oro blu destinato all'India sarà caricato su cargo navali presso il rigassificatore Main Pass Hub, nel Golfo del Messico.
L'accordo per l'esportazione di gas all'India entrerà in vigore non appena il Dipartimento dell'Energia USA dara il via libera all'esportazione di gas ai Paesi che non appartengono alla Zona di Libero Scambio.
La misura sta per essere approvata dopo che gli USA hanno avviato l'estrazione dello shale: gas ubicato in rocce porose a bassa profondità, estratto mediante sofisticate tecniche di fracking utilizzate solo in Nordamerica.
Con il via libera del Dipartimento dell'Energia, tutti i contratti firmati dagli USA con India, Corea del Sud, Singapore ed Indonesia diventeranno effettivi, e Washington diverrà il primo paese esportatore di gas in Asia.
Dal punto di vista indiano, l'accordo tra la Petronet e la United LNG è il secondo contratto firmato tra i due Paesi per l'importazione di gas dagli USA all'India, dopo che un precedente documento ha permesso ad alcune compagnie indiane di avviare lo sfruttamento congiunto di alcuni giacimenti di shale statunitensi.
L'importanza per la parte indiana dell'accordo con gli USA è data anche dalla concorrenza in atto tra India e Cina per il controllo delle risorse energetiche del Golfo Persico e dell'Est Africa che, come riportato dall'agenzia UPI, sta sfociando anche sul piano militare.
Per contrastare gli approvvigionamenti indiani di gas dal Qatar, la Cina ha insediato basi militari a Gwadar, tra Pakistan e Iran, in Sri Lanka, in Myanmar, ed in Bangladesh.
Come pronta risposta, per contrastare l'importazione di greggio della Cina sempre dal Golfo Persico e dall'Africa, l'India ha dislocato la sua flotta nelle isole Andabar e Nicobar, per controllare il Golfo del Bengala e lo Stretto di Malacca.
Il patto tra USA ed India, e la presenza della Cina nella contesa, ha messo in allarme la Russia, che teme di perdere la contesa con gli Stati Uniti d'America per il controllo del mercato dell'energia asiatico.
Come riportato dalla Bloomberg, Mosca ha avviato le operazioni per concedere al colosso statale del greggio, Rosneft, la possibilità di esportare gas liquefatto in Asia, su cui finora il monopolio è spettato al monopolista statale del gas, Gazprom.
Il 18 Aprile, la Rosneft ha inoltre firmato un accordo con la compagnia giapponese Marubeni per l'esportazione di gas liquefatto in Giappone.
Come dichiarato dal Governo giapponese, che necessita di diversificare le fonti di approvvigionamento di energia dopo il disastro alla centrale atomica di Fukushima, il rapporto energetico con la Russia è considerato di fondamentale importanza per il Giappone.
Il Canada cementa l'alleanza con la Cina
Oltre a USA e Russia, un altro attore nella Guerra Energetica in Asia è il Canada, che vede il mercato asiatico come uno sbocco per la produzione interna di greggio.
Come dichiarato dal Premier canadese, Stephen Harper, il Canada punta a diversificare le esportazioni di greggio dal solo invio di oro nero agli USA.
Il 17 Aprile, il Premier Harper ha favorito l'avvio di investimenti cinesi in Canada, a partire dall'acquisizione della compagnia Nexen da parte del colosso cinese CNOOC.

Matteo Cazzulani
Free lance journalist and energy deals consultant m.cazzulani@gazeta.pl
28 aprile 2013

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