L’Iniziativa degli Insegnanti Slovacchi (ISU) ha inviato una lettera al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e al commissario europeo per l’Istruzione Tibor Navracsics, con la quale hanno voluto informare anche le autorità europee dello stato critico nel quale si trova il settore dell’educazione slovacca, a causa del quale gli insegnanti stanno portando avanti uno sciopero da ormai dieci giorni. I rappresentanti della categoria hanno lamentato nella missiva che né il governo né il ministero dell’Istruzione hanno dato alcuna risposta alle proteste. Intanto in diversi istituti si sono registrati casi di mobbing e pressione sugli insegnanti in sciopero da parte dei dirigenti scolastici. Casi che noi «consideriamo violazioni del diritto costituzionale di sciopero», si legge nella lettera.
Circa 200 insegnanti, alunni e genitori con tamburi, fischietti e campanelle si sono riuniti per una manifestazione ieri âÂÂâÂÂ2 febbraio anche davanti al Parlamento, nel quale si teneva una sessione straordinaria della Commissione parlamentare per l’Istruzione convocata dal suo presidente Mojmir Mamojka, cui hanno presenziato anche il ministro dell’Istruzione Juraj Draxler e rappresentanti dell’ISU e dell’Unione sindacale degli insegnanti. La riunione si è conclusa rimandando la discussione sugli stipendi e il finanziamento del settore istruzione a dopo il voto del 5 marzo, e la Commissione nel documento finale invita tutti i partiti che corrono alle elezioni parlamentari a dichiarare il loro impegno ad approvare un Programma nazionale per l’educazione per il periodo 2016-2020.
Una petizione lanciata in questi giorni per sostenere le richieste degli insegnanti è stata intanto firmata da ottomila cittadini, e la somma di 12 mila euro è stata raccolta tramite un conto corrente apposito da donazioni di gente comune per sostenere la causa. Ricordiamo che gli insegnanti che da lunedì 25 gennaio sono entrati in sciopero non ricevono lo stipendio. Ragion per cui diminuisce giorno dopo giorno il numero di coloro che si può permettere una tale perdita finanziaria. Oggi erano appena 47 le scuole chiuse per carenza di insegnanti, solo lo 0,7% del totale. Lunedì 25 gennaio erano 179.
Intanto, sempre ieri Bela Bugar, presidente del partito di opposizione Most-Hid, ha detto in una conferenza stampa che se c’è la volontà di affrontare la situazione dei docenti in Slovacchia è possibile farlo anche prima delle elezioni del 5 marzo. Il suo partito ha preparato una proposta di modifica sulla remunerazione dei lavoratori che fanno un lavoro di interesse pubblico, categoria che comprende anche gli insegnanti. Approvare tale provvedimento non sarebbe difficile, secondo Bugar, che ha ricordato come il premier Robert Fico abbia rivendicato la volontà di governare e prendere decisioni fino all’ultimo minuto prima delle elezioni. Del resto nel suo precedente mandato Fico cambiò la legge per la cittadinanza appena tre settimane prima delle elezioni. Ma ovviamente indicare le cifre di un intervento sul salario degli insegnanti è materia che spetta all’esecutivo, sottolinea Bugar.
Fonte: Buongiorno Slovacchia